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Tutelarsi legalmente da rumori di vicini molesti

Cosa fare se i vicini di casa sono rumorosi? Vediamo quali sono le tutele giuridiche offerte dalla legge. Possibile richiedere il risarcimento dei danni subiti
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Vicini rumorosi: che fare?


A chi non è mai capitato di avere dei vicini di casa rumorosi che tengono lo stereo acceso a tutto volume, parlano a voce alta, azionano elettrodomestici rumorosi?
Cosa si può fare per poter dare interruzione a questi comportamenti molesti?
Innanzitutto è bene sapere che, al verificarsi delle situazioni sopra menzionate, si può disporre di una tutela in ambito civile e, ove ricorrano determinati presupposti, anche in ambito penale.

Rumori fastidiosi in condominio
Il fondamento delle tutele offerte dal nostro ordinamento risiede nella difesa del diritto di proprietà e del diritto alla salute. Ciascuno ha il diritto di godere delle cose di cui è proprietario in modo pieno ed esclusivo. La pienezza della proprietà implica che il godimento del bene (nel nostro caso la propria abitazione) non deve essere limitato da comportamenti molesti altrui, come ad esempio i rumori dei vicini di casa. La legge, inoltre, tutela il diritto alla salute, sancito dalla stessa Costituzione come diritto inviolabile dell'individuo.

Cosa fare dunque quando la quiete e il riposo sono compromessi e i nostri diritti sono lesi a causa della condotta fastidiosa dei vicini di casa? Descriviamo nel dettaglio le tutele offerte dalla legge.


Rumori condominiali: la tutela in ambito civile


Vediamo quali sono le norme in ambito civile che possono essere invocate per far fronte ai rumori fastidiosi proveniente dall'appartamento del vicino e quali sono le azioni legali che si possono intraprendere.

Il problema dei rumori molesti in condominio è molto sentito; la maggior parte delle liti tra condomini è infatti dovuta a quei comportamenti in grado di arrecare disturbo alla tranquillità domestica. Le mura sottili e le cattive abitudini, come parlare a voce alta, possono compromettere la quiete e il riposo, soprattutto se tali condotte vengono poste in essere in orari notturni.

Liti tra condòmini per rumori molesti
Qualora ci si trovi all'interno di un condominio la prima cosa da accertare è la presenza di un regolamento condominiale nel quale sia presente una norma che riporti gli orari nei quali vi sia il divieto di effettuare rumori molesti. La presenza di una clausola che, ad esempio, indichi gli orari da rispettare in condominio per l'esecuzione dei lavori domestici, potrebbe essere di grande aiuto.
In caso di comportamenti molesti e di violazione del regolamento condominiale da parte dei vicini, sarà necessario far intervenire l'amministratore del condominio che non potrà esimersi dal gestire la situazione chiedendo la cessazione della condotta fastidiosa.

Spesso, purtroppo, il richiamo a una maggiore attenzione verso la quiete dei vicini non sortisce alcun risultato. Qualora l'intervento dell'amministratore dello stabile non producesse alcun effetto, sarà necessario chiedere il supporto di un legale di fiducia.

Prima di intentare una causa dinanzi all'autorità giudiziaria è meglio cercare di addivenire a una soluzione bonaria della controversia. Si potrà inviare a tal fine una lettera raccomandata per chiedere l'interruzione dei comportamenti molesti, prospettando anche l'eventuale possibilità di agire giudizialmente. Solo qualora ciò non dovesse determinare alcun effetto positivo si potrà avviare una causa davanti al giudice civile competente.

Tutela per rumori molesti in condominio
Nella legge non troviamo una norma che in maniera univoca consenta di risolvere le controversie in ambito condominiale a causa dei rumori che infastidiscono i condomini.
Tuttavia, sono stati delineati dal legislatore dei criteri utilizzati da giudice per dirimere le liti quando le parti non sono riuscite a risolvere da sole la questione.
Si potrà agire in forza del disposto di cui all'articolo 844 del codice civile che, in maniera generica, vieta le immissioni di fumo, calore, esalazioni e rumori ai danni del proprietario vicino, qualora superino la normale tollerabilità.

Sarà dunque possibile agire per ottenere la cessazione dei rumori molesti, dando prova dei rumori stessi e del superamento della normale tollerabilità.
La prova dei fatti può essere fornita mediante testimoni (altri vicini di casa ad esempio) e una perizia fonometrica rilasciata da un tecnico competente.

Il giudice, nel valutare il caso, dovrà accertare il superamento della normale tollerabilità dei rumori (solitamente circa 3 decibel), avvalendosi del supporto di un consulente appositamente nominato. Dovrà tener conto delle prove prodotte e prendere in considerazione i seguenti parametri:

- la condizione dei luoghi;
- le abitudini degli abitanti;
- l'orario in cui vengono effettuati i rumori;
- la rumorosità di fondo della zona in cui è situata la casa.

Rileva infatti, oltre all'orario dei rumori e alla loro intensità se l'abitazione è situata in zona residenziale o meno, se vi sono nelle vicinanze delle fabbriche o magari delle strade trafficate.

La situazione sarà diversa tra una zona di campagna e un centro abitato dove passano autobus e auto. Se il vicino disturba di notte il problema sarà certamente più sentito.

Qualora il giudice, sulla base degli elementi a disposizione, valuti che nel caso concreto è stata superata la soglia di normale tollerabilità dei rumori, ordinerà la cessazione del fatto lesivo. In mancanza di tale superamento le immissioni di rumore devono essere sopportate.


Richiesta di risarcimento dei danni


Il condòmino che venga disturbato dalla lavatrice del vicino, dall'aspirapolvere azionata la mattina presto o dal volume troppo alto della televisione, oltre a chiedere l'interruzione dei comportamenti molesti potrà chiedere il risarcimento del danno subito in base alle norme contenute nell'articolo 2043 del codice civile.

Tale norma prevede il diritto al risarcimento in caso di danno ingiusto arrecato da comportamento doloso o colposo altrui. Sono diverse le voci di danno che possono essere risarcite.
Il condomino leso innanzitutto potrà essere indennizzato per l'eventuale danno patrimoniale.
Si pensi alla perdita di valore del proprio immobile in caso di futura vendita o alla perdita dell'occasione di darlo in affitto.

Vicini rumorosi
In secondo luogo si potrà chiedere il risarcimento per il danno non patrimoniale sopportato.
Si tratta della lesione del diritto al normale svolgimento della vita familiare presso la propria abitazione e del diritto alla piena esplicazione delle proprie attività quotidiane quali diritti garantiti dalla Costituzione.

La Corte di Cassazione in proposito, con sentenza n.13208 del 27/06/2016, ha sostenuto che le immissioni di rumore che eccedono la soglia della normale tollerabilità sono di per sé idonee a provocare una compromissione dell'equilibrio psicofisico del soggetto a esse esposto ripetutamente. Come successivamente confermato dalla sentenza 1606/2017, il risarcimento del danno non patrimoniale non va dimostrato in quanto automatico in caso di superamento del limite di tollerabilità del rumore.

Il danno verrà determinato in via equitativa dal giudice, secondo il suo prudente apprezzamento, qualora sia impossibile o quanto meno difficoltosa la sua quantificazione.
Diverso discorso in caso di danno biologico causato dalla lesione al diritto alla salute e all'integrità psicofisica che deve essere documentato ad esempio da un certificato medico.
La salute può essere infatti compromessa dal mancato riposo e dall'esposizione prolungata ai rumori.

Risarcimento danno rumori molesti
La richiesta di risarcimento deve essere presentata al Tribunale competente, qualora i rumori siano causati dallo svolgimento di un'attività produttiva (anche in ambito condominiale).

Qualora la controversia coinvolga gli abitanti di un immobile ad uso abitativo la causa sarà invece di competenza del giudice di pace, a prescindere dal suo valore. Lo stesso dicasi quando la causa abbia a oggetto la violazione delle norme contenute nel regolamento condominiale.


Tutela in ambito penale


Di fronte a condomini molesti, per poter ottenere una tutela di carattere penale è necessario che il disturbo della quiete, del sonno e delle normali attività quotidiane interessino una pluralità di persone.
Solo in questo caso la fattispecie descritta assume rilevanza penale e integra il reato di disturbo del riposo e delle occupazioni delle persone, di cui all'articolo 659 del codice penale.
Il procedimento penale, una volta instaurato, comporta l'arresto fino a 3 mesi o l'ammenda fino a 309 euro.

riproduzione riservata
Come tutelarsi dai vicini rumorosi in condominio
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