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Qualunque tipo di intervento edilizio si effettui sulla propria abitazione o su un immobile in genere deve essere se non richiesta, per lo meno segnalata, al Comune in cui l'edificio è ubicato.
Certo, esistono anche interventi di edilizia libera, come la tinteggiatura delle pareti, o la sostituzione delle piastrelle, ma, in genere, qualunque intervento comporti una minima trasformazione deve seguire questa prassi.
Premesso che, affidandosi per i lavori ad un tecnico abilitato (architetto, ingegnere o geometra), sarà il professionista ad indicarvi la pratica appropriata al tipo di intervento, è utile in ogni caso avere informazioni generali sull'argomento.
Non dimentichiamo però che, in virtù dell'autonomia legislativa locale, in Italia è possibile trovare normative diverse da Regione a Regione e da Comune a Comune, senza dimenticare l'abitudine a interpretare in maniera differente anche la stessa norma, da parte di ogni ente.
Un primo passo verso un'unificazione delle procedure a livello nazionale è stato fatto con la pubblicazione dei modelli standard per Scia e Permesso di Costruire, ma molto ancora si dovrà fare per rendere più semplice la vita ai cittadini e il lavoro ai professionisti.
Per capire, comunque, quale pratica predisporre per i lavori che si intende eseguire, bisogna fare riferimento in particolare al Testo Unico dell'Edilizia, il d.p.r. 380/2001, e in particolare all'art. 3, che così suddivide gli interventi edilizi:
a) interventi di manutenzione ordinaria;
b) interventi di manutenzione straordinaria;
c) interventi di restauro e risanamento conservativo;
d) interventi di ristrutturazione edilizia;
e) interventi di nuova costruzione;
f) interventi di ristrutturazione urbanistica.
In questo articolo vi riassumeremo, quindi, quali sono le pratiche necessarie a seconda degli interventi da mettere in atto, rimandandovi a ciascun articolo specifico per maggiori dettagli e approfondimenti.
Per realizzare interventi di manutenzione ordinaria è, in genere, sufficiente, presentare una C.I.L., Comunicazione di Inizio Lavori.
Per questo tipo di comunicazione i Comuni predispongono di solito un'apposita modulistica, disponibile anche on line sul loro sito, che può essere semplicemente compilata dal richiedente, e non è necessario l'affiancamento del tecnico.
Alcuni Comuni, però, prevedono degli elaborati tecnici da allegare per cui, in questo caso, la presenza del tecnico sarà indispensabile.
Per interventi di manutenzione straordinaria è invece necessario fare ricorso alla C.I.L.A., cioè la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata.
L'asseverazione è di fatto un'autocertificazione con la quale il tecnico si assume la responsabilità di dichiarare che gli interventi da eseguire sono conformi alle normative vigenti e pertanto, non è necessario attendere l'assenso dell'ente prima di iniziare i lavori, che possono cominciare il giorno stesso in cui avviene la comunicazione.
Attenzione: la C.I.L.A. può essere denominata in maniera differente a seconda dei vari Comuni, ad esempio a Milano è chiamata C.I.A.L..
Se i lavori di manutenzione straordinaria da realizzare richiedono interventi sulle strutture o modifiche in facciata è necessario presentare una S.C.I.A., Segnalazione Certificata di Inizio Attività, pratica necessaria anche in caso di ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo.
Anche in questo caso è possibile iniziare i lavori il giorno stesso della comunicazione.
La D.I.A., Denuncia di Inizio Attività, sarebbe dovuta decadere con l'entrata in vigore di C.I.L.A. e S.C.I.A. ma, di fatto, continua ad essere ancora utilizzata in molti Comuni per interventi come il cambio di destinazione d'uso, il frazionamento di un immobile o la demolizione e ricostruzione.
Inoltre viene utilizzata anche per interventi di ampliamento o sopraelevazione, quando previsti dal Piano Casa.
In questo caso, prima di procedere all'inizio dei lavori è necessario attendere 30 giorni e il silenzio assenso del Comune.
Il Permesso di Costruire, pertanto, resta lo strumento utilizzato per interventi edilizi più consistenti, come quelli di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica.
Ma gli aspetti burocratici connessi alla realizzazione di un intervento edilizio non si fermano a quelli descritti.
Innanzitutto essi non sono sufficienti quando l'immobile oggetto dell'intervento è vincolato, e quindi è necessario richiedere preventivamente un'autorizzazione paesaggistica.
Poi, quando ci sono degli interventi sulle strutture, è necessario provvedere alla verifica sismica e progettazione strutturale e al suo deposito al Genio Civile.
Infine, se l'intervento comporta una modifica della consistenza catastale (in genere quando si realizza una diversa distribuzione interna), bisognerà procedere alla denuncia di variazione catastale.
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