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Quando parliamo di murature esterne, oggi l'attenzione non può non cadere sull'aspetto delle prestazioni energetiche e sul comfort interno degli ambienti, migliorabile con interventi di riqualificazione mirata, con costi spesso contenuti.
Gli elevati consumi e le spese eccessive di una climatizzazione invernale ed estiva, infatti, riportano l'attenzione su una serie di problemi dell'involucro esterno, non sempre individuabile nella scarsa resa degli infissi esterni.
La cartina al tornasole risulta essere un'attenta diagnosi energetica dell'immobile da parte di un tecnico qualificato che, con la redazione di un attestato di prestazione energetica, assegna una classe di consumo agli immobili dalla A+ alla G, individuando quali sono i punti critici e quindi come intervenire per un miglioramento generale della situazione.
In premessa, c'è da dire che non sempre bisogna attendere i grandi interventi di manutenzione straordinaria che investono l'intero edificio per provvedere al miglioramento delle prestazioni del proprio appartamento. Risultano infatti molto lunghi gli intervalli di tempo da una ristrutturazione a un'altra, fino a circa 20/25 anni.
Le pareti perimetrali, a seconda delle caratteristiche costruttive, possono prestarsi a piccoli interventi migliorativi, spesso con costi ridotti e con altrettanti ridotti fastidi per gli occupanti durante il periodo delle lavorazioni.
Gli interventi cosiddetti di coibentazione delle murature esterne possono essere affrontati in diversi modi, a secondo delle tipicità delle stesse e delle volontà/necessità della committenza:
- dall'interno mediante l'apposizione di una controparete sulle superfici opache;
- dall'esterno con l'utilizzo del classico cappotto termico;
- nell'intercapedine di muro, se presente, con il riempimento di opportuni materiali isolanti della camera d'aria tra la superficie verticale di muratura esterna e quella interna.
Dei tre, il sistema più performante è senza dubbio quello dall'esterno perché andando a coprire tutte le superfici con pannelli isolanti, anche quelle dove passano elementi strutturali quali travi e pilatri, si riduce a zero il problema dei ponti termici, cui va dedicato un capitolo a parte.
Non sempre però tale intervento è attualizzabile perché esistono casi in cui le facciate degli edifici risultano vincolate in virtù del loro particolare pregio, oppure perché le stesse decorazioni esterne dei prospetti, nella loro complessità, non consentono l'istallazione dei pannelli isolanti.
In relazione al tipo di intervento, che mira comunque a un intervento visibile dall'esterno, semplicemente può non essersi raggiunto un accordo col condominio, nel caso si tratti di edifici di questo tipo, e quindi il singolo utente volge l'attenzione alle altre due alternative.
Il cappotto termico, come lascia intuire il nome, è una tecnica basata sull'installazione di una pelle di copertura su quella esistente; questa, varia naturalmente a seconda dei diversi produttori, che sono tanti oggi sul mercato, i quali offrono soluzioni differenti per modalità e materiali.
Lo strato isolante si presenta in pannelli rigidi, applicati uniformemente sulla facciata esterna delle pareti perimetrali mediante del collante fornito dagli stessi produttori.
L'applicazione deve garantire la copertura, per quanto detto prima, anche dei ponti termici e dei punti di discontinuità di materiale, in modo da risolvere il problema della trasmissione del calore o del freddo dall'esterno all'interno, attraverso punti deboli delle partizioni verticali esterne.
La posa, oltre che estremamente efficace, è abbastanza semplificata, anche se necessita in molte situazioni di trabattelli o addirittura ponteggi, nel caso si adoperi tale soluzione su un'intera facciata.
La materia prima cui sono costituiti i pannelli è il polistirene, la fibra di vetro, la lana di roccia a matrice vegetale o in molti altri componenti.
Un ottimo esempio di prodotto è quello della Mapei che, con la famiglia Mapetherm, offre tutta la gamma per realizzare un isolamento termico a cappotto.
Ultimo step è la finitura dei pannelli una volta applicati, che si rivestono con intonaco a più strati, secondo il metodo tradizionale, il quale prevede anche la posa in opera di una rete in fibra di vetro, completando con la tinteggiatura.
Una diversa versione del cappotto è costituita dalle pareti ventilate: un particolare tipo di rivestimento che prevede insieme all'applicazione dei pannelli isolanti anche quella del rivestimento esterno, in materiale ceramico, metallico, pietra, con in mezzo un'intercapedine vuota che permette all'aria di circolare.
Questo sistema unisce alle prestazioni isolanti dei materiali in lastre, e i vantaggi dell'aria nell'intercapedine creata, quelli dell'applicazione a secco alla muratura, mediante un'intelaiatura e tasselli specifici con cui si posa il rivestimento, distanziato di 2-4 cm dal pannello coibente.
La logica di questo tipo di isolamento, a cappotto interno, è simile a quella del cappotto esterno, prevedendo di foderare l'abitazione con contropareti interne applicate ai muri perimetrali.
Tale intervento non deve obbligatoriamente prevedere una demolizione delle tramezzature e quindi una ristrutturazione totale dell'appartamento, così come non necessita di una autorizzazione condivisa con il condominio.
Si utilizzano, per una maggiore facilità di applicazione, pannelli di gesso o cartongesso accoppiato, per esempio isolante e cartongesso, cartongesso con polistirolo, che vengono posti in opera alla struttura muraria tramite incollaggio diretto o con la preventiva installazione di una intelaiatura metallica, simile a quella adoperata per le pareti in cartongesso.
La scelta dell'isolante termico naturalmente dipende dalle prestazioni richieste ma, prima ancora, dallo spazio disponibile.
Infatti, c'è da sottolineare che questo tipo di isolamento comporta, anche se in minima parte, un restringimento degli ambienti interni, pari ai centimetri di spessore dei pannelli e della eventuale struttura portante gli stessi. Occorre puntare quindi su materiali particolarmente efficaci, non potendo utilizzare forti spessori che ridurrebbero troppo le superfici interne.
Tra questi, si consiglia il sistema a controparete della Knauf completa sia di struttura che del rivestimento in lastre.
Ultimo step, anche in questo caso, è la finitura sui pannelli che può prevedere, nel caso di installazione di isolante con pannelli in gesso o cartongesso, la semplice stuccatura dei giunti, rasatura e tinteggiatura.
Si veda a questo proposito l'articolo sulla costruzione delle pareti in cartongesso.
Questo è un intervento che, in modo indifferente, può essere eseguito sia dall'interno che dall'esterno dell'abitazione.
La logica è quella di sfruttare la camera-d'aria presente in molti degli edifici costruiti con la tecnica delle perimetrali a cassa vuota, tipica dei palazzi degli anni sessanta e settanta, a seguire, in calcestruzzo armato con travi e pilastri portanti e pareti esterne dello spessore di circa trenta o quaranta centimetri.
Si realizzano una serie di fori di circa 4 cm di diametro, sulla lunghezza della parete e con un interasse di circa un metro e mezzo l'uno dall'altro, a 50 cm dal pavimento e lo stesso dal soffitto, in uno solo dei due strati di tavelle.
Con specifici macchinari viene iniettato il materiale isolante all'interno dell'intercapedine, saturandone tutti gli interstizi.
Tale operazione prende il nome di insufflaggio.
Al termine di questa operazione, si chiudono i fori e si rifinisce la parete.
Dei tre, questo può risultare sicuramente l'intervento più rapido e meno invasivo, in considerazione del fatto che si può operare senza interessare gli ambienti interni, in completa autonomia da eventuali vincoli condominiali, garantendo un elevato ritorno in termini di efficienza energetica e di prestazioni termiche delle pareti perimetrali.
Unico vincolo è la verifica della presenza dell'intercapedine d'aria.
Per maggiori informazioni su questa tecnica si consiglia di consultare il sito della Isover Italia che offre un prodotto isolante chiamato InsulSafe composto da fiocchi di lana di vetro di colore bianco, priva di resine e prodotta con vetro riciclato, insufflato meccanicamente.
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