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Ristrutturando un appartamento all'interno di un edificio di costruzione non recente è abbastanza comune imbattersi in una falsa volta, cioè in una volta non strutturale costituita da uno strato di canniccio intonacato, sostenuto da una struttura di centine lignee appoggiate alle murature e/o appese alla struttura portante della copertura o del solaio sovrastante.
Perciò, ristrutturando appartamenti in edifici di costruzione non molto recente, è abbastanza frequente trovare false volte assai degradate, pericolanti o addirittura parzialmente crollate: è quindi opportuno conoscere le giuste tecniche per il loro recupero.
Ma, in definitiva, perché restaurare le false volte?
A mio parere, per due buoni motivi:
1) Perché spesso costituiscono il supporto per apparati decorativi anche di pregio, sebbene spesso di datazione abbastanza recente (generalmente XVIII o XIX secolo);
2) Per il loro valore storico e testimoniale di tecniche costruttive ormai cadute in disuso, se non in interventi di (appunto) manutenzione e restauro.
Per le loro caratteristiche tecniche e costruttive, le false volte sono soggette ad alcune tipologie di degrado piuttosto specifiche.
In particolare possiamo riscontrare:
- Lesioni e fessurazioni, situate generalmente in corrispondenza delle centine lignee di sostegno e incompatibili con il quadro fessurativo di una volta strutturale. Le cause delle lesioni possono essere due: eventi sismici (anche di lievissima entità) e vibrazioni ripeture nel tempo, derivanti ad esempio dal passaggio di treni o mezzi pesanti (camion e autobus urbani). Infatti, poiché le false volte sono caratterizzate da una struttura portante di materiale elastico (legno) e da un guscio rigido molto sottile (canniccio intonacato) le vibrazioni trasmesse dall'edificio non vengono dissipate e nel lungo periodo possono perfino causare il distacco improvviso di intere porzioni della falsa volta.
- Danni da infiltrazioni e percolazioni d'acqua: questa tipologia di degrado si manifesta soprattutto in false volte situate in ambienti dell'ultimo piano e in presenza di infiltrazioni d'acqua provenienti dalla copertura, oppure in presenza di perdite d'acqua da tubazioni idrauliche e colonne di scarico delle acque nere: in quest'ultimo caso, i danni appaiono generalmente più gravi perché oltre al degrado prodotto dall'acqua (consistente in aloni di colore grigiastro, macchie giallastre e possibile presenza di muffe) è necessario tenere conto anche delle sostanze estranee (generalmente untuose e altamente imbrattanti) contenute nelle acque reflue. Inoltre, lo strato di intonaco e gli apparati decorativi delle false volte sono particolarmente vulnerabili ai danni provocati dalle infiltrazioni d'acqua, sia per i materiali usati solitamente per la confezione dell'intonaco (malta di gesso o malta bastarda di gesso e calce, con una bassa resistenza all'umidità), sia per le tecniche pittoriche (fresco-secco o addirittura tempera, purtroppo caratterizzata proprio da una bassissima resistenza all'acqua della pellicola pittorica superficiale).
- Macchie grigiastre in corrispondenza degli elementi della struttura di sostegno: questa particolare forma di degrado, che in pratica disegna l'orditura della struttura di sostegno sull'intradosso della volta, risulta particolarmente evidente nelle false volte non decorate (e perciò generalmente tinteggiate con un colore chiaro) e si verifica a causa della condensa del vapore acqueo soprattutto quando le condizioni ambientali sono molto diverse sotto e sopra la volta: è il caso ad esempio di una stanza riscaldata dell'ultimo piano, posta a diretto contatto (e quindi senza coibentazione termica) ad esempio con il sottotetto non riscaldato.
Per prima cosa, allo scopo di valutare le strategie di intervento più corrette, è necessario eseguire un'accurato rilievo geometrico e materico della falsa volta, comprendente non solo le dimensioni e la geometria, ma anche i materiali, le tecniche costruttive e soprattutto lo stato di conservazione e l'eventuale degrado.
Successivamente, si procederà all'eliminazione delle macerie delle eventuali parti crollate, e alla demolizione delle porzioni pericolanti e quindi irrecuperabili.
Infine, si potrà cominciare il restauro vero e proprio, secondo le tecniche specifiche dei vari materiali e con le modalità sotto descritte.
In generale, le centine di sostegno di una falsa volta manifestano le stesse patologie di un qualsiasi elemento strutturale in legno, come ad esempio le travi dei solai: è quindi opportuno procedere a una loro accurata verifica, ad esempio tramite l'uso di piccole telecamere e sonde a fibre ottiche inserite nelle lacune dello strato di canniccio o in piccoli fori appositamente praticati.
Le tecniche di consolidamento e restauro sono ovviamente quelle comunemente utilizzate per tutti gli elementi lignei, come ad esempio le capriate.
Tuttavia, poiché generalmente si tratta di elementi piuttosto grossolani da non lasciare in vista, se uno o più elementi della struttura di sostegno appaiono assai degradati, può risultare più conveniente sostituirli, soprattutto se l'estradosso della falsa volta è facilmente accessibile (come avviene ad esempio in un sottotetto). Prima di procedere, per non creare danni a cose o persone e/o peggiorare ulteriormente la situazione, è però necessario puntellare accuratamente la falsa volta.
Una volta restaurata la struttura lignea di sostegno, è possibile passare all'integrazione delle lacune dello strato di canniccio e/o alla sua eventuale ricostruzione in caso di estesi crolli.
Si procederà quindi nel modo seguente:
1) Asportare le zone di canniccio ammalorate, marcite o pericolanti.
2) Predisporre le nuove stuoie di canniccio della stessa pianta e con la stessa lavorazione delle stuoie preesistenti: tuttavia, per le legature, anziché le tradizionali fibre vegetali (ad esempio la canapa) è preferibile usare un filo di nylon, sia per favorire la riconoscibilità dell'intervento di integrazione (come per altro altamente prescritto dalle più recenti teorie del restauro), sia perché più resistente agli insetti, alle muffe e all'umidità.
3) Inserire le nuove stuoie all'interno delle lacune, agendo dal basso (cioè dall'intradosso della falsa volta).
4) Dopo essersi assicurati di aver ben teso le stuoie e di aver seguito correttamente la geometria della falsa volta, fissare le stuoie di canniccio alla struttura lignea di sostegno con chiodi di acciaio inox, per evitare la formazione di ruggine.
5) Utilizzare uno o più strati di canniccio in base alle regole costruttive usate nelle porzioni conservate della falsa volta: in caso di più strati sovrapposti, adottare la stessa disposizione delle porzioni originali.
L'uso di pannelli di cartongesso per eseguire le integrazioni è invece altamente sconsigliabile, perché la rigidezza del cartongesso non consente di seguire alla perfezione la geometria della volta (soprattutto nel caso di volte a crociera), e inoltre la diversità dei materiali nel corso del tempo potrebbe creare lesioni e cavillature.
Una volta ripristinata la continuità dello strato di canniccio, si può passare all'integrazione delle lacune dello strato di intonaco, o al suo ripristino in caso di crollo di intere sezioni della falsa volta. Analogamente per quanto avviene per le lacune di un qualsiasi intonaco, si deve porre particolare attenzione a eseguire le integrazioni con una malta uguale - o almeno simile - a quella esistente (prima dell'intervento, soprattutto in caso di presenza di apparati decorativi di un certo pregio, risulta quindi opportuno procedere al prelievo e all'analisi di campioni dell'intonaco, per determinare la composizione della malta) e a lisciare perfettamente le superfici, per non evidenziare le riprese eseguite.
Una volta restaurata la falsa volta vera e propria, è possibile infine integrare le eventuali lacune dell'apparato decorativo, secondo le modalità descritte in questo articolo.
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