|
In Italia la maggior parte degli edifici, ormai vecchi di alcuni decenni e tendenzialmente obsoleti, non risultano più adeguati alle nuove esigenze prestazionali, soprattutto in relazione al risparmio energetico e alla riduzione o prevenzione dell'inquinamento acustico.
Intervenire su questi aspetti risulta dunque fondamentale per aumentare il comfort delle nostre abitazioni, con numerosi vantaggi concreti, come ad esempio:
- Diminuzione delle dispersioni termiche e del conseguente fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo, con ovvi risparmi sulle bollette;
- Una maggior eco-sostenibilità per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera;
- Aumento del benessere ambientale e miglioramento dei rapporti di vicinato, perché i condomini con un buon isolamento acustico manifestano una drastica riduzione dei conflitti per i rumori molesti.
I metodi di intervento sono svariati e generalmente consentono di raggiungere buoni risultati a un costo abbastanza modesto.
La situazione migliore si verifica quando occorre curare l'isolamento termico; un sottotetto non abitato, ma comunque utilizzabile come deposito o ripostiglio.
In questi casi, la soluzione più semplice consiste nel realizzare uno strato di pannelli isolanti direttamente sull'estradosso del solaio, mentre negli edifici con struttura a telaio in cemento armato è opportuno isolare anche le pareti del sottotetto, per diminuire l'impatto dei ponti termici.
Tuttavia, per un lavoro a regola d'arte bisogna rispettare alcune accortezze, come la scelta di un materiale isolante dalle ottime prestazioni termiche, rigido, facilmente tagliabile senza produrre bordi imprecisi o depositi pulverulenti e infine dotato di una buona resistenza a compressione.
Un'ottima soluzione sono i pannelli Polyfoam dell'azienda Knauf, in polistirene espanso estruso e disponibili in numerose varianti: ad esempio Polyfoam C-700 LJ ha una resistenza a compressione maggiore di 700 kPa, conducibilità termica dichiarata di 0,034÷0,035 W/mk, reazione al fuoco di classe E, dimensioni di ciascun pannello di cm 60x250 e spessore di 5, 6, 8 o 10 cm. Per gli estradossi delle volte (finte o strutturali) e le pareti curve si possono invece impiegare i rotoli di lana di vetro ECOSE® Technology, che essendo flessibili si adattano facilmente a tutte le superfici.
In ogni caso, una volta scelto il materiale più adatto, occorre tagliare i vari pezzi in modo da coprire completamente la superficie da coibentare, senza lasciare alcuno spazio vuoto. Se necessario, si possono sovrapporre più rotoli o pannelli fino allo spessore desiderato; i tagli invece devono essere netti e precisi, preferibilmente inclinati a 45°, per ottenere giunzioni perfette.
Gli elementi vanno fissati con un buon prodotto adesivo, resistente all'umidità e tale da non degradare le proprietà dell'isolante; è meglio infatti evitare l'uso di viti, chiodi o tasselli che, forando la coibentazione, ne diminuirebbero l'efficienza.
Se il sottotetto è utilizzato come ripostiglio e se il solaio ha l'orditura lignea e dunque risulta molto elastico e deformabile, si può proteggere lo strato isolante con pannelli di compensato o truciolare, per ripartire uniformemente il peso degli oggetti depositati.
Nei sottotetti non praticabili, una soluzione molto economica è infine costituita dl Supafil Loft 045, una lana di vetro da insufflaggio appositamente studiata per le applicazioni in posa libera.
L'isolamento di una mansarda, pur non essendo concettualmente diverso da quello di un sottotetto non abitabile, richiede però una maggior cura nella posa in opera, per una soluzione esteticamente apprezzabile.
Infatti, anche se risulta comunque possibile utilizzare dei pannelli rigidi da incollare direttamente sull'intradosso della struttura di copertura, occorre regolarizzare la superficie con un rivestimento di lastre in cartongesso, da rifinire con un'adeguata tinteggiatura.
Le intercapedini delle pareti, soprattutto nel caso di tramezzi in cartongesso, edifici di legno come le baite o rivestimenti di boiserie (tipici ad esempio delle stufe altoatesine), possono invece essere riempite con l'apposita lana di vetro da insufflaggio Supafil Cavity Wall 034 dell'Azienda Knauf.
Nel caso di un appartamento in un edificio condominiale, si deve invece agire dall'interno, predisponendo la realizzazione di un isolamento a cappotto, che solitamente prevede la realizzazione di contropareti e controsoffitti in materiale isolante.
In questo caso, il sistema consiste quindi di una struttura di sostegno con montanti e traversi in profili metallici, agganciati a pavimento e soffitto nel caso di una controparete e alla struttura del solaio per un controsoffitto, a cui sono fissati i pannelli isolanti, successivamente rifiniti con un rivestimento in lastre di cartongesso. Il montaggio avviene a secco in tempi rapidi; la sua modularità rende questa soluzione falcimente adattabile a ogni ambiente con pareti lineari.
Il sistema STIFERITE RP 1 dell'omonima azienda prevede ad esempio un pannello isolante con dimensioni di cm 120 in larghezza per 300 in altezza, con spessore compreso tra 2 e 12 cm, e un successivo rivestimento in normali lastre di cartongesso con spessore di cm 1,2.
Il fissaggio alla struttura avviene con viti autoperforanti filettate, mentre i giunti tra gli elementi sono ricoperti di apposito nastro monoadesivo e stucco per cartongesso per evitare l'ingresso di polvere e sporcizia e la formazione di antiestetiche cavillature.
L'isolamento del solo controsoffitto ovviamente non differisce da quanto già visto per l'isolamento termoacustico interno, perché il sistema descritto può essere applicato anche soltanto parzialmente.
Tuttavia, per una soluzione molto efficiente ed economica è possibile realizzare un normale controsoffitto in cartongesso, riempiendo l'intercapedine con del materiale isolante.
Nei pavimenti di un appartamento, il problema più rilevante è invece costituito dall'isolamento acustico, derivante dalla necessità di attutire i rumori dei passi, del trascinamento di mobili o della caduta di oggetti.
Infatti, l'esigenza di una coibentazione termica si manifesta soltanto nei locali del piano terra o posti a diretto contatto con ambienti non riscaldati, come cantine o garage.
Il problema dei rumori è invece molto più rilevante, perché i solai con struttura in legno o acciaio e con intercapedini dovute alla presenza di controsoffitti fungono da vere e proprie casse armoniche, amplificando i rumori ambientali.
In questi casi, la soluzione migliore consiste nell'inserire un materassino in materiale elastico, isolante e fonoassorbente tra la soletta portante del solaio, o il tavolato strutturale dell'orditura lignea, e il pavimento sovrastante, preferibilmente di tipo gallegiante e montabile a secco, come il linoleum, il parquet o la moquette.
Dal basso verso l'alto, come si nota nella soluzione proposta dall'azienda Isover, possiamo dunque notare:
- la soletta del solaio, in questo caso probabilmente laterocementizio;
- il normale massetto di allettamento impiantistico, di solito in calcestruzzo alleggerito;
- uno strato isolante e fonoassorbente formato da pannelli in lana di roccia Isover Ekosol N 4;
- una seconda soletta di irrigidimento e ripartizione dei carichi armata con rete elettrosaldata a maglie quadrate;
- il pavimento in parquet.
Lo spessore totale del pacchetto di solaio risulta quindi leggermente maggiore del consueto.
Per risultare realmente efficace qualsiasi coibentazione dev'essere progettata in relazione alla posizione dell'edificio, alle condizioni climatiche locali e alle condizioni di utilizzo, sopratutto in relazione alla temperatura di esercizio e il tasso di umidità ambientale: uno spessore troppo esiguo o la scelta di un materiale inadatto potrebbero compromettere seriamente l'efficiacia del sistema. Non va inoltre trascurata la posa in opera, che deve avvenire a perfetta regola d'arte.
É quindi opportuno affidarsi alla consulenza di un termotecnico e avvalersi di maestranze esperte.
|
||