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Come riprogettare l'ambiente dedicato alla cucina e al bagno di servizio per razionalizzare al meglio gli spazi a disposizione? Vediamolo insieme in questo esempio.
Quando si acquista una casa in costruzione ci si trova a volte di fronte a distribuzioni planimetriche degli ambienti che non soddisfano del tutto le proprie esigenze. Tali soluzioni sono però indicative in quanto servono, a volte, semplicemente per l'approvazione della pratica burocratica. Succede quindi che, in un secondo momento, l'acquirente si rivolga al proprio tecnico di fiducia per la riprogettazione degli interni.
È quello che è accaduto per quanto riguarda il progetto tema di questo articolo, in cui tratteremo in particolare la distribuzione degli spazi del primo livello. Nel progetto originario del costruttore, in questa villetta su due piani il primo livello era occupato completamente dall'ambiente giorno: ingresso/living, cucina/pranzo e bagno di servizio.
In particolare, quest'ultimo era ricavato sfruttando lo spazio al di sotto della rampa di scale che portava al piano superiore, con un antibagno con lavabo a parte. Erano presenti, inoltre, vari spazi di servizio a questa zona che è di snodo per i percorsi che collegano l'accesso alla rampa, al bagno stesso e alla cucina/zona pranzo.
In fase di realizzazione, però, il cliente non era più soddisfatto di questa soluzione, anche perché ci si era resi conto, durante alcuni sopralluoghi in cantiere, che alcune misure degli arredi proposti non erano realistiche. Non piaceva, soprattutto, la posizione in pianta della cucina, e, di conseguenza, la sua composizione, che proponeva penisola e tavolo insieme con il risultato di un ambiente ibrido: un po' cucina, un po' sala da pranzo.
Consideriamo, a questo proposito, che, anche a livello estetico, come già più volte sottolineato in altri articoli, l'idea di penisola e tavolo da pranzo composti in questo modo creano l'effetto mensa, esteticamente poco piacevole oltre che poco utile a livello funzionale.
Quello che, infatti, è valido nel caso di ambiente open space, laddove la penisola ha un senso sia come elemento di suddivisione sia come elemento d'arredo funzionale allo spazio cucina vero e proprio, diventa poco corretto quando il living è decisamente separato dalla zona cucina/pranzo, come in questo progetto.
Si è scelto dunque di spostare la cucina nello spazio destinato al bagno, collocando quest'ultimo, a sua volta, nella zona prevista per il tavolo da pranzo. In questo modo è stato possibile anche renderlo più grande e più funzionale, anche se privo di finestra.
Questa nuova posizione, inoltre, ne ottimizza la fruizione anche dal living. Il bagno è stato dotato ovviamente di impianto di aerazione forzata, come da normativa, ed è stato possibile inserirvi anche un piccolo box doccia angolare.
Per quanto riguarda la cucina, la composizione è stata progettata con doppio angolo, sfruttando lo spazio ridotto in altezza, sotto la rampa della scala, per inserirvi una base angolare con ripiani interni. In accosto, ho previsto un frigorifero a libera installazione.
Le composizioni di cucine con doppio angolo non sono sempre facili da gestire. La difficoltà nel riempire tutti gli spazi, collocando le due basi angolari e la base con il piano cottura incassato, è stata risolta in questo caso con un riempitivo portabottiglie da 15 cm.
Non sempre è, però, possibile una scelta del genere, poiché ogni ditta produttrice di mobili per cucine prevede misure particolari per le basi ad angolo. Quindi, se la composizione è a U, con l'angolo doppio, si parte proprio dall'inserimento di entrambi questi elementi per poi passare alle altre basi, basandosi sugli spazi che rimangono a disposizione.
Questi spazi di risulta vengono poi risolti o con semplici riempitivi nella stessa finitura, oppure, nella migliore delle ipotesi, con basi/cestello estraibili di circa 15 cm di larghezza.
Questi cestelli estraibili, apparentemente inutili, risultano invece molto comodi come portadetersivi, se a servizio del lavello, come portabottiglie se a servizio del piano cottura, come nel nostro caso. Vi potete sistemare, ad esempio, la bottiglia dell'olio, quella dell'aceto, le spezie, i condimenti vari. Insomma dipende un po' dalle vostre abitudini in cucina.
Invece la presenza della finestra, seppure piccola, sulla parete destinata allo spazio lavaggio, ha determinato la rinuncia al pensile scolapiatti. In compenso è stata inserita una capiente colonna dispensa a fine composizione, accanto alla base con la lavastoviglie, e due pensili con apertura vasistas doppia ai lati della finestra stessa.
Non ha creato problemi il lavello sotto l'apertura, vista l'altezza da terra di questa, per cui non è neanche stato necessario prevedere il miscelatore abbattibile, come normalmente accade in questi casi.
Al contrario, lo spazio lasciato vuoto sul muro, sotto l'infisso, sarà occupato da una serie di attrezzature a seconda delle esigenze del cliente: portamestoli, portarotoli vari (alluminio, carta da forno, pellicola per cibi), oppure, addirittura, può trovarvi posto uno scolapiatti esterno in filo d'acciaio, molto comodo anche solo per i piccoli risciacqui, data la presenza della lavastoviglie.
Con questa soluzione compositiva si è creato uno spazio pranzo a sé, in diretto contatto visivo con il terrazzino esterno, quindi anche molto luminoso. Tutto l'ambiente cucina/pranzo è, in definitiva, mantenuto separato dal living, come espressamente richiesto dai committenti e come risultava già dal progetto originario.
Le immagini della gallery sono tratte da:
Tuttoferramenta
Forma e Funzione
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