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A pochi giorni dall'insediamento del nuovo Governo guidato da Matteo Renzi, il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha annunciato un nuovo Piano Casa, intendendo con questi termini indicare un pacchetto di provvedimenti che vanno oltre la possibilità di ampliare edifici esistenti, per la quale di solito si parla di Piano Casa.
Le nuove misure sono contenute in un Decreto predisposto dal Ministro già tra dicembre e gennaio, ai tempi del Governo Letta.
Il superamento della crisi, infatti, deve passare inevitabilmente attraverso il rilancio del mercato immobiliare, sia per quanto riguarda la facilitazione all'accesso alla casa, inteso sia come aiuto per gli affitti, che per l'acquisto attraverso i mutui, che per quel che riguarda il supporto al settore dell'edilizia, fondamentale per l'economia e l'occupazione.
Vediamo quindi nei dettagli, a quali interventi sono destinati gli 1,5 miliardi di euro stanziati da questo nuovo Piano, ribattezzato Piano Casa 2, che dovrebbe essere discusso in Consiglio dei Ministri, probabilmente il prossimo venerdì.
Gli interventi previsti per il settore degli affitti si indirizzano su un duplice binario: da un lato mirano a supportare gli inquilini più deboli e in difficoltà a pagare i canoni di locazione; dall'altro, tendono a non danneggiare i proprietari, incentivandoli attraverso un meccanismo di sgravi fiscali e di garanzie sulle morosità, a immettere alloggi sul mercato a canone concordato.
Uno dei problemi principali del mercato degli affitti, infatti, è la crescente morosità dovuta alla crisi economica, che induce molti proprietari a lasciare gli alloggi sfitti, pur di non rischiare.
Per superare queste problematiche si intende intervenire sulla cedolare secca, vale a dire l'imposta di tipo forfettario che grava sugli immobili locati a canone concordato.
Già durante il governo Letta l'aliquota della cedolare secca era stata fatta scendere dal 19% al 15%. Con questo nuovo decreto si mira a portarla al 10%, dal 2015 al 2018.
Per gli affittuari, invece, in particolare per quelli a basso reddito, la soglia di detrazione Irpef annuale salirà a 900 euro.
Tra i provvedimenti è in programma anche un aumento del fondo destinato al sostegno degli affitti, e in particolare delle cosiddette morosità incolpevoli, cioè di quelle condizioni in cui non si riesce a pagare l'affitto a causa della perdita del posto di lavoro.
Questo fondo sarà portato dagli attuali 140 milioni di euro a 300 milioni di euro.
Sul fronte dell'accesso alla proprietà immobiliare, invece, il Decreto Lupi mira a rifinanziare anche i fondi destinati ai mutui immobiliari e già previsti dal Piano Casa 1.
Tra questi, è previsto anche il finanziamento del cosiddetto Plafond Casa, attivo dall'inizio di quest'anno in fase sperimentale, che consiste in un finanziamento erogato dalla Cassa Depositi e Prestiti per agevolare l'accesso ai mutui, con preferenza per le giovani coppie, le famiglie numerose e quelle aventi un disabile nel proprio nucleo.
Il fondo, che sarà di 2 miliardi di euro, servirà come garanzia per le banche che erogheranno questi mutui.
A tutt'oggi hanno aderito al Plafond Casa già 20 dei più importanti istituti di credito italiani.
La Cassa Depositi e Prestiti verserà alle banche, ogni 5 del mese, le somme richieste fino all'esaurimento del plafond.
I mutui finanziati con il plafond potranno essere utilizzati sia per l'acquisto degli immobili che per la loro ristrutturazione, compiuta nell'ottica dell'efficientamento energetico.
Una parte dei finanziamenti saranno destinati all'edilizia sociale, in particolare come sostegno per gli enti che gestiscono gli alloggi popolari e per gli inquilini degli stessi.
Le risorse finanziare per questo settore sono state ricavate spostandole da opere bloccate, quindi da settori in cui non erano spese. La logica, quindi, è quella di indirizzare tali risorse in settori di immediato utilizzo.
In particolare sono previste delle agevolazioni per favorire il riscatto degli alloggi popolari da parte degli inquilini e destinare il ricavato alla costruzione di nuovi alloggi economici o per la ristrutturazione di quelli esistenti.
I sistemi adoperati si configureranno come sconti oppure si prevede l'utilizzo del sistema detto rent to buy, cioè la possibilità di riscattare gli alloggi affittati, utilizzando una parte dei canoni versati come una sorta di anticipo da scalare sull'importo complessivo da pagare.
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