Niente richiesta di permesso al Comune per chi deve fare lavori in casa senza aumenti di cubatura, ma solo una semplice comunicazione: ma non era così da tempo?
Decreto Sblocca Italia e lavori in casa senza permessi
Come avevamo annunciato qualche giorno fa, il Decreto Sblocca Italia approvato dal Governo Renzi lo scorso venerdì, contiene diverse misure che definiscono un interessante pacchetto a favore della casa.
Per il momento si tratta ancora solo di proposte, visto che non sono state indicate le relative coperture finanziarie, ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Come anticipato è stato stabilito che verrà redatto un nuovo Regolamento Edilizio Unico, sulla base di un modello standard, valido per tutti gli 8mila comuni italiani.
Confermato anche il bonus fiscale Irpef per chi compra un immobile nuovo o ristrutturato in classe A e B, e lo affitta a canone concordato, con l'unica eccezione di quando lo si affitta ad un parente. La detrazione sarà del 20% sul prezzo d'acquisto, su un massimo di 300.000 euro, da spalmare in 8 anni.
A differenza di quanto circolato in un primo momento, non sarà necessario che l'acquisto sia fatto da un costruttore.
Non è stata, invece, almeno per i momento, prorogata la detrazione del 50% per le ristrutturazioni, che dal primo gennaio 2015 passerà al 40%.
Invece, dalla stessa data, chi effettuerà un intervento di adeguamento sismico sul proprio immobile, potrà godere di uno sconto fiscale del 65%.
Per chi rottama la vecchia casa, dalle basse prestazione energetiche e la permuta con una più efficiente, sono previsti sconti sulle imposte immobiliari.
Altra novità è quella ribattezzata dei cittadini spazzini, che prevede un esonero dal pagamento dell'imposta sui rifiuti, la Tari, per quei cittadini, o associazioni, che si occuperanno direttamente della pulizia e della risistemazione di un'area della città.
Ma la novità che è rimbalzata maggiormente nei titoli di quotidiani e telegiornali, è senza dubbio quella relativa alla possibilità di realizzare lavori edilizi in casa, senza chiedere permessi al comune.
Lavori in casa senza permessi, qual è la novità?
Possibilità di fare lavori in casa senza chiedere il permesso al Comune, ma con una semplice comunicazione, quando non si alterano le cubature esistenti: questa è la notizia che dalla scorso week end si rincorre in tutti i media, tv, giornali e Internet.
Sì, ma qual è la novità? In realtà già dagli anni '90 per realizzare interventi interni alle unità immobiliari, che non comportino modifiche del volume, delle superfici, della sagoma e dell'aspetto esterno, si utilizza la Denuncia di Inizio Attività, che trova il suo fondamento giuridico addirittura nella legge 47 dell'85.
Con il passar degli anni, poi, si è via via sempre più ampliata la platea degli interventi realizzabili con una semplice comunicazione, senza aspettare l'autorizzazione del comune, soprattutto a partire dal 2010, con l'introduzione di Scia e Cial.
Infatti sono ormai davvero pochi gli interventi per i quali è necessario il Permesso di costruire, per lo più riconducibili al caso di nuove costruzioni.
Anche gli interventi di frazionamento che portano all'aumento di unità immobiliari (ad esempio divisione di un appartamento in due) o accorpamento (fusione di due appartamenti per realizzarne uno), o molti casi di cambi di destinazione d'uso, sono già effettuali in molti comuni italiani con Dia o Scia.
Per cui non può essere certamente questa la novità presentata in questi giorni dal ministro Lupi, anche perché se così fosse, l'incidenza di questo tipo di interventi sul totale dei lavori edilizi fatti dai comuni cittadini, sarebbe così esigua, da non comportare certamente un grande impatto sull'economia.
Anzi l'unico cambiamento sarebbe che i comuni riceverebbero un minore gettito del contributo di costruzione, che dovrebbero recuperare con Imu e Tasi.
Inoltre dalle indiscrezioni trapelate, si parla comunque di semplice comunicazione al comune, ma accompagnata da asseverazione di un tecnico abilitato. Anche qui, quindi, non si comprende come le nuove norme portino snellimento e velocizzazione delle pratiche edilizie.
Ciò vuol dire, infatti, che le pratiche dovranno comunque essere sempre accompagnate da un progetto firmato e da un'asseverazione, cioè da una dichiarazione del professionista, che si assume tutte le responsabilità, anche penali, nel dichiarare che le opere da realizzare sono conformi alle normative vigenti.
A questo punto, quindi, per capire davvero quali sono le novità che i nostri legislatori intendono proporci per snellire le procedure burocratiche, rendere le pratiche più veloci, la vita più facile a i cittadini e rilanciare il settore dell'edilizia, non ci resta che attendere la pubblicazione del decreto attuativo in materia e leggervi le norme contenute.