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Il ponte termico può definirsi come una configurazione strutturale o geometrica capace di produrre una deviazione del flusso termico dalla condizione monodimensionale.
Le discontinuità di forma e di materiale comporta una diversa temperatura superficiale e un differente flusso di calore che richiedono un metodo di calcolo e di intervento diversi dalla normale struttura.
Le zone di concentrazione del flusso termico, come ad esempio negli spigoli di una struttura a telaio in c.a. con tamponature in laterizio, danno luogo sia al raffreddamento delle superfici prossime al ponte termico sia alla riduzione del grado di isolamento complessivo della parete con conseguenti variazioni del bilancio termico.
I ponti termici che si possono riscontrare nelle strutture edilizie sono tanti quante possono essere le tipologie costruttive ed è quindi impossibile classificarli tutti.
Sostanzialmente si suddividono in due categorie:
1- Ponti termici di forma, qualora sia costituito dallo stesso materiale della parete circostante;
2- Ponti termici di struttura, se il materiale costruttivo impiegato è diverso da quello utilizzato per la parete circostante.
Le conseguenze indotte dalla presenza di ponti termici si possono così classificare:
- energetiche: le dispersioni di calore dovute ai ponti termici hanno un'incidenza notevole sulle dispersioni termiche globali;
- igienico-sanitarie: i ponti termici possono arrecare all'utente condizioni di discomfort termico locale a causa della disuniformità della distribuzione superficiale delle temperature, della minore temperatura operante.
Inoltre, il raffreddamento della superficie interna della parete in corrispondenza dei ponti termici può causare, se la temperatura superficiale è inferiore alla temperatura di rugiada (circa 14 °C), fenomeni di condensa superficiale con formazione di macchie e di muffe;
- strutturali: la disomogenea distribuzione delle temperature all'interno dei nodi strutturali portanti, causano il ponte termico, provocando tensioni interne con conseguente e progressivo degrado dei materiali.
Anche in prossimità dei serramenti possono verificarsi punti di dispersione termica, alcune soluzioni sono ad esempio i vetri termoisolanti, come quelli proposti dell'azienda Schuco International Italia Srl realizzati con bassa conducibilità termica, inserimento di guarnizioni nei punti di battuta tra infisso e tamponatura.
Le spese sostenute perla sostituzione dei vecchi infissi possono ancora godere delle detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.
L'efficienza energetica degli edifici garantita da sistemi ad alte prestazioni, oltre che un obiettivo sancito da precise leggi europee, è una condizione basilare per migliorare la vita di tutti noi e rendere le nostre abitazioni e i luoghi di lavoro meno energivori, ma anche più belli, confortevoli e salubri.
La termografia infrarossa è una tecnica strumentale non distruttiva che, misurando la radiazione emessa da un corpo, è in grado di determinare la temperatura superficiale.
Il flusso di energia rilevato dalla , viene rappresentato con una immagine, abbinando una palette di colori con una scala di temperature. Quindi l'immagine rappresenta la mappatura termica superficiale della parete.
La termografia, usata per la termocamera certificazione energetica degli edifici, è un potente strumento per diagnosticare ed identificare tutta una serie di problematiche che si verificano nelle abitazioni.
Si possono pertanto rilevare irregolarità termiche dovute a diverse cause: dispersioni termiche, perdite o infiltrazioni di aria - umidità di infiltrazione- umidità di risalita capillare- muffa e condensa a seguito di un inefficace isolamento termico.
Inoltre possono essere rilevati: distacchi di intonaci - imperfezioni di montaggio o carenze nell'isolamento o nel cappotto termico - ponti termici.
Guardando un'immagine termografica qualsiasi si nota che i ponti termici sono quelle parti di costruzione in rosso se guardiamo dall'esterno, in blu se invece stiamo guardando dall'interno dell'abitazione.
I ponti termici possono essere evitati isolando in maniera adeguata le parti più fredde della costruzione, quali pilastri, travi, architravi e aggetti.
Per il calcolo di un ponte termico si può utilizzare la UNI EN ISO 14683 che consente di calcolare i flussi termici attraverso metodi semplificati, in corrispondenza delle discontinuità tra gli elementi dell'edificio.
Il risultato del calcolo è il valore di trasmittanza termica lineica "psi" che va moltiplicato per la lunghezza del ponte termico considerato per avere come risultato un valore di flusso termico espresso in W/K.
Ogni sistema costruttivo presenta particolarità e soluzioni difficilmente ripetibili in altre tipologie.
Questo è dovuto alla differenza geometrica degli elementi di base e al diverso metodo di posa in opera.
Considerando la tipologia della struttura a telaio con pilastri in c. e tamponature in laterizio, possiamo considerare tre possibili soluzioni per i ponti termici:
1) coibentare il pilastro sul lato esterno con materiale isolante di larghezza pari alla dimensione del pilastro stesso;
2) coibentare il pilastro sul lato esterno con materiale isolante debordando per circa altri 20 cm per lato;
3) coibentare il pilastro sul lato esterno e sul lato interno con materiale isolante di larghezza pari alla dimensione del pilastro.
Analizzando l'andamento delle isoterme delle tre differenti soluzioni, si nota un globale miglioramento del ponte termico in ciascuna di esse, risultando corrette.
Nel caso della situazione ad angolo in muratura con pilastro in c.a. si sommano i due problemi: geometrico (configurazione ad angolo) e di discontinuità di materiale (pilastro in c.a. e muratura in laterizio).
Le soluzioni possibili sono le seguenti:
1) Il pilastro viene isolato esternamente e posizionato anche un cappotto esterno;
2) il pilastro viene coibentato sul lato esterno debordando di circa 20 cm per lato, oltre al cappotto esterno;
3) il pilastro viene coibentato su tutti e quattro i lati e posizionato un cappotto esterno. Questa soluzione risulta la più performante, soprattutto per quanto riguarda il fattore di temperatura superficiale.
Alla base di un ponte termico ci sono generalmente dei difetti costruttivi, per cui è opportuno riconoscerli per potervi intervenire evitando così dispersioni energetiche e formazioni di muffe.
L'ideale naturalmente sarebbe evitarli fin dalla fase di progettazione.
Per ovviare a questo problema la soluzione più diffusa consiste nella realizzazione di un isolamento continuo, detto cappotto interno o esterno, o di una facciata ventilata.
L'azienda BetonWood srl propone il cappotto termico in sughero biondo naturale e cementolegno bioecologico denominato BetonTherm CorK® .
Il cappotto ad alta densità è costituito da due strati accoppiati in fabbrica, uno ad alta densità realizzato in cemento legno e uno isolante in sughero biondo naturale.
Il sistema è ideale per la realizzazione di cappotti termo-acustici ad alta resistenza meccanica, ad elevato sfasamento termico, sia per esterno che per interno.
È uno dei prodotti migliori sul mercato come materiali, durata, resistenza meccanica e all'umidità, massa e sfasamento termico e ha un ottimo comportamento al fuoco.
Adatto sia per nuove costruzioni in muratura e in legno, come pannello per risanamento di intonaci ammalorati e umidità persistente. Il sistema è studiato per offrire una soluzione semplice ed efficace in tempi brevi e senza bisogno di manodopera specializzata.
I pannelli in piccoli formati possono essere installati anche da privati con un trapano e tasselli.
Inoltre sono state prorogate le detrazioni del 50% per le ristrutturazioni edili.
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