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Le modifiche agli strumenti urbanistici vigenti, le nuove legislazioni in materia di edilizia civile, le opportunità offerte da alcune leggi regionali, consentono in alcuni casi di poter ampliare la volumetria della propria abitazione, utilizzando nel rispetto delle distanze tra le diverse proprietà, parti di suolo libere o altezze diverse da quelle esistenti.
Quando non è possibile utilizzare superfici orizzontali per ampliare la costruzione, l'alternativa è quella di aumentare, nel rispetto delle norme vigenti, l'altezza dell'edificio, in modo da poter trasformare un sottotetto non abitabile in un sottotetto abitabile.
L'altezza massima consentita è variabile da regione a regione nel rispetto delle specifiche normative in materia.
Per chi già dispone di un sottotetto non abitabile e si trova nella condizione di poterlo trasformare in sottotetto abitabile variando l'altezza interna, le possibilità previste sono fondamentalmente due.
Infatti, l'intervento può essere effettuato abbassando il solaio intermedio, per ricavare una nuova volumetria abitabile, rispettando la sagoma dell'edificio, avendo cura di ricondurre le altezze dei due nuovi piani, sottotetto e piano sottostante, sempre nei limiti previsti dalle vigenti leggi in materia.
L'altra possibilità è invece offerta da un innalzamento del tetto di copertura esistente, al fine di ricavare una altezza utile interna, che ne consenta a norma di legge l'uso come abitazione.
Questa ultima operazione, laddove le norme locali vigenti lo consentano, comporta normalmente l'abbattimento della copertura esistente, con la successiva edificazione di una nuova copertura impostata in altezza in modo diverso dall'originale.
Appare subito evidente che un intervento del genere comporta una spesa notevole, in rapporto al ritorno economico effettivo.
In pratica è come se si dovesse ricostruire ex novo tutta la parte superiore della casa interessata, con tutte le conseguenze economiche e di disagio logistico che ciò comporta.
Ed ecco che, chi si accinge a pensare a un intervento del genere, sconfortato dalle difficoltà da affrontare, è portato a sognare come sarebbe bello se si potesse sollevare il tetto esistente di quel tanto da trasformare la soffitta in una bella mansarda abitabile.
Questa legittima aspirazione, tesa a ottenere il massimo beneficio con un minimo impegno economico, soprattutto nel momento di grave crisi in cui viviamo, non è certamente da criticare.
Ebbene, ciò che a prima vista può sembrare ai meno esperti in materia solo un sogno, in realtà può trovare concreta soluzione, grazie ad aziende come Baumgartner Rooftec e Gosterdach.
La Baumgartner Rooftec dichiara di aver di recente sviluppato la tecnologia idraulica atta al sollevamento dei tetti e di altri carichi pesanti, con precisione estrema e in pochissimo tempo, fino all'altezza desiderata.
Il tetto esistente, comprensivo di tutti i suoi elementi quali grondaie, cornicioni, pacchetti di copertura, etc., viene sollevato e, dopo aver raggiunto l'altezza prevista, è sostenuto e fissato, senza pericolo di crolli o instabilità di alcun genere.
Le parti abitative restano indipendenti dai lavori e gli spazi possono continuare a essere normalmente utilizzati, l'intero lavoro relativo alla creazione di nuovi spazi residenziali o di magazzinaggio dura solo pochi giorni.
La ditta Gostnerdach da parte sua ha ideato il sistema di sollevamento DINO che nel settore delle case unifamiliari ha reso possibili un gran numero di interventi per tetti di ogni forma e dimensione.
L''intervento è indipendente dalla forma del tetto, che sia a padiglione, a falda unica, a capriata semplice o ad arcarecci, oppure che il corpo dell'edificio sia rettangolare o di altra forma.
L'azienda dichiara che le potenzialità del sistema di sollevamento del tetto DINO sono praticamente illimitate, con sollevamenti già realizzati con altezze da 0,50 fino a 5,20 m.
Il sistema Dino impiega pistoni idraulici, capaci di esercitare una forza di sollevamento variabile da 3,5 a 6,5 tonnellate, in maniera precisa e controllata.
I lavori necessari a installare il sistema di sollevamento richiedono almeno 2-3 giorni, mentre l'esecuzione del sollevamento vero e proprio dura circa 30 minuti.
In totale, per la ristrutturazione di un tetto standard sono necessarie 3-4 settimane di lavoro.
Infatti, dopo aver smontato i macchinari utilizzati per il sollevamento, è poi necessario procedere agli interventi di tamponamento e di realizzazione delle varie pareti in muratura o legno.
In ogni caso tutte le strutture lignee di copertura e il sistema di isolamento, vengono salvaguardate e conservate.
A titolo di esempio, per innalzare di 80 cm un tetto di circa 250 mq occorrono tre giorni di lavoro e il costo è inferiore agli 8.000 euro.
Il sistema non è però adatto alle coperture laterocementizie.
I motivi che incoraggiano tale intervento sono da ricercarsi oltre che nella convenienza economica, rispetto alla demolizione e ricostruzione del tetto, nel fatto che il tetto è alzato come un unico e intero pezzo e non occorre smontare o acquistare altri componenti e/o materiali, per il suo completamento.
La possibilità di intervenire nella modalità descritta ha inoltre il grande vantaggio di preservare le strutture sottostanti da pericolose e fastidiose infiltrazioni d'acqua, problema frequente durante le operazioni di abbattimento e ricostruzione dei tetti.
La Gosterdach, dichiara che l'intervento da lei proposto, comporta un risparmio in termini percentuali che va dal 25 al 50% rispetto all'intervento tradizionale di abbattimento e ricostruzione.
Per quanto riguarda i tempi di esecuzione, a titolo indicativo il sollevamento del tetto di una casa unifamiliare richiede un tempo massimo di 4 giorni lavorativi, comprensivi della preparazione e del lavoro esecutivo.
Oltre ai vantaggi già descritti, è opportuno ricordare che gli spazi sotto il piano del tetto restano agibili e restano comunque energetizzati senza alcun problema particolare.
Occorre infine tener presente che un intervento di sollevamento del tetto che comporti una ristrutturazione energetica dell'immobile, come nel caso del recupero di soffitte a uso abitativo nella misura massima di 200 mc, con conseguente raggiungimento di uno standard Casa Clima di categoria C, permette la possibilità di usufruire delle agevolazioni fiscali relative alla detrazione 65%.
In ogni caso, anche laddove non si raggiungano particolari miglioramenti delle prestazioni energetiche, è sempre possibile usufruire della detrazione 50%.
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