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L'autorecupero - consistente nella manutenzione, restauro o appunto recupero di edifici, spesso fatiscienti o abbandonati, da parte degli stessi futuri abitatori e/o utilizzatori - è una pratica molto diffusa fin da epoche decisamente remote.
Infatti, già nell'Alto Medioevo (cioè subito dopo la caduta dell'impero romano), molti edifici pubblici, tra cui anche il Colosseo, vennero letteralmente spogliati di tutti i materiali pregiati come marmi, capitelli e colonne, o addirittura parzialmente smontati per recuperare pietre già tagliate da riutilizzare in altre strutture.
In altri casi, i templi, gli anfiteatri e le grandi terme vennero invece riadattati come chiese o case private. É il caso ad esempio di un tempio corinzio di Assisi riconvertito in chiesa, o dell'anfiteatro di Lucca, trasformato in una serie di case tuttora abitate che formano una piazza ellittica molto particolare e suggestiva.
Al giorno d'oggi, la pratica dell'autorecupero consente numerosi vantaggi, tra i quali:
- Il risparmio economico: comprare un'abitazione abbandonata e risistemarla da soli costa decisamente meno rispetto all'acquisto di un'abitazione nuova da impresa o già ristrutturata. In alcuni casi è addirittura possibile acquisire un immobile praticamente gratuitamente: infatti, per incentivare le famiglie e le giovani coppie a ripopolare piccoli paesi soggetti all'invecchiamento della popolazione, alcuni comuni hanno messo in vendita alcune case al costo simbolico di un euro.
- L'ecosostenibilità e la tutela del territorio: l'autorecupero consente infatti il riutilizzo di edifici tradizionali ormai obsoleti (ad esempio stalle, fienili e granai) spesso destinati a trasformarsi in ruderi nel giro di pochi anni. In questo modo, si contribuisce invece a tutelare le tipologie costruttive tradizionali e a risparmiare prezioso terreno agricolo dalla cementificazione.
- Ottenere una casa antisismica e ad alta efficienza energetica. Infatti, poiché generalmente gli interventi di recupero sono abbastanza radicali, e richiedono il consolidamento statico di alcune parti e/o il rifacimento della copertura, è possibile applicare tutti i metodi più innovativi per il consolidamento strutturale e antisismico e la riqualificazione energetica dell'edificio.
Tuttavia, la pratica dell'autorecupero richiede alcune accortezze.
Per prima cosa, essere contemporaneamente i committenti e gli esecutori delle opere non solleva gli autorecuperatori dal rispetto di tutti gli adempimenti di legge.
Prima di cominciare i lavori è perciò necessario presentare la pratica edilizia richiesta dalla tipologia delle opere, l'eventuale progetto esecutivo strutturale e, in caso di edificio vincolato, il nulla-osta della Soprintendenza e/o l'Autorizzazione Paesaggistica.
Ovviamente, il progetto dovrà essere firmato e timbrato da un tecnico abilitato, che per le parti strutturali dev'essere obbligatoriamente un architetto o un ingegnere iscritto all'albo.
Successivamente, prima di impiantare il cantiere si deve nominare il direttore dei lavori architettonici e, se richiesto, delle opere strutturali, e inoltre inviare al Comune la Comunicazione di Inizio Lavori e all'ASL la notifica di avvio del cantiere.
Se inoltre sono previste lavorazioni pericolose (ad esempio operazioni in quota o la demolizione di murature), oppure operano anche in tempi diversi almeno due imprese diverse risulta necessario il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), che dev'essere predisposto da un tecnico in possesso di una specifica abilitazione. Gli autorecuperanti sono perciò considerati a tutti gli effetti l'impresa esecutrice delle opere.
Nell'esecuzione degli interventi dovranno poi essere rigorosamente seguite tutte le normative in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro, e perciò l'uso dei dispositivi di protezione individuali (guanti, scarpe da lavoro, caschetti di protezione, imbragature) e collettivi (parapetti e tavole fermapiede sui ponteggi, parasassi, barriere, recinzioni e cartelli di avvertimento) è quanto mai raccomandabile. Inoltre, gli autorecuperanti possono utilizzare macchinari o eseguire lavorazioni per le quali è prevista una specifica abilitazione soltanto se in regola con i requisiti di legge.
Poiché in Italia si tratta di una pratica ancora abbastanza marginale, chi intende dedicarsi all'autorecupero dovrebbe innanzitutto iscriversi a una delle tante associazioni specifiche sorte sul territorio, in grado di fornire utili consigli o aiuto concreto, per il disbrigo di tutte le pratiche burocratiche necessarie per accedere ai finanziamenti stanziati da alcune Regioni o Province Autonome.
Queste associazioni, dedite anche (e sopratutto) all'autocostruzione, sono inoltre molto attive anche nell'organizzazione di corsi per aspiranti autocostruttori e autorecuperatori, e nell'organizzazione di campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e delle amministrazioni locali sull'argomento.
Uno dei maggiori successi di queste associazioni, o più precisamente della Rete Toscana per l'Autocostruzione e Autorecupero, è stato infatti l'aver creato in quella regione un clima molto favorevole a tali attività, portando la Giunta Regionale all'emanazione delle Linee di indirizzo per la sicurezza nei cantieri di autocostruzione e di autorecupero, che dovrebbero contribuire a una decisa semplificazione burocratica della materia.
Infatti, anche se le Linee di Indirizzo non contengono ancora precisi criteri tecnici per la gestione dei cantieri di autorecupero, si tratta comunque di un'importante iniziativa pilota, con l'indiscusso merito di aver inserito nell'agenda politica alcune pratiche costruttive che potrebbero aiutare lo sviluppo di una forte coscienza orientata all'ecosostenibilità e alla salvaguardia del territorio.
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