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Da diversi anni ormai si sente parlare dell'iniziativa di vendita delle case a un euro all'interno di paesi italiani che si avviano a diventare posti abbandonati perché con una popolazione molto anziana e da cui i giovani si spostano per cercare migliori opportunità di lavoro.
I sindaci di questi Comuni in Italia provano a farli rinascere creando delle opportunità nuove, regalando, così si dice, delle case abbandonate da ristrutturare e utilizzare.
In Europa ci sono casi simili di paesi abbandonati che le Amministrazioni locali cercano di salvare vendendo immobili ad un prezzo simbolico di un euro.
In Francia, ad esempio, alcuni municipi situati a nord hanno messo in campo queste iniziative, con l'obbligo per l'acquirente di ristrutturare le case acquistate e di non venderle per un periodo di cinque anni.
Molto interessante è il fatto che qui, per scoraggiare speculazioni edilizie di immobiliaristi d'assalto, è stato costituito un quadro giuridico che consentirà la vendita solo a singoli.
I nostri cugini francesi poi, oltre alle case a un euro hanno pensato anche ai terreni edificabili a un euro. Nello specifico questo succede a Champ-du-Boult, dove un euro sta per un euro al metro quadro.
Un altro Paese in cui si sta diffondendo questa pratica è la Gran Bretagna.
A Liverpool ad esempio sono state vendute ben venti case a schiera per una sterlina, sempre con l'obbligo della ristrutturazione, dal momento che lo scopo prefissato è quello di recuperare alcuni quartieri fatiscenti e quindi il centro urbano.
Molti sono i Comuni italiani che hanno aderito all'iniziativa.
Il primo in assoluto è stato il comune di Salemi in Sicilia, dove nel 2008 l'allora sindaco Vittorio Sgarbi, per porre fine al degrado seguito al terremoto del Belice del 1968, cedeva immobili in rovina in cambio della riqualificazione.
Diverse furono le manifestazioni di interesse, ma purtroppo il tutto fu bloccato perché molti immobili fatiscenti furono sequestrati e la città fucommissariata per infiltrazioni mafiose.
La vicenda si è conclusa con l'assoluzione della ex Giunta nel 2016, anno da cui sono ripartite le vendite di case a un euro.
Altri borghi sparsi in tutta Italia hanno seguito le orme della città di Salemi.
Tra questi ce ne sono in Toscana, dove troviamo il Comune di Montieri, che ha un abitato dalle atmosfere medievali circondato da tanta natura e vicino a molte attrazioni turistiche.
In Piemonte c'è Borgomezzavalle che di recente ha messo all'asta la sua prima casa a un euro, con la volontà di metterne in vendita altre.
In Sardegna abbiamo il comune di Ollolai, in provincia di Nuoro, ed altri borghi non molto distanti dalle coste. Nulvi, per esempio, è a soli 15 minuti dal mare.
Sembra un sogno quello di poter acquistare una casa ad un euro, ma lo è effettivamente?
L'obiettivo di queste iniziative è quello di ripopolare centri che stanno via via morendo, per cui si mira a fare in modo che le case vengano effettivamente utilizzate.
Non tutti i comuni, comunque, pongono il vincolo della residenza, perché un altro scopo non meno importante è quello di far rivivere il paese anche e soprattutto economicamente, per cui anche se l'acquisto fosse finalizzato ad avere una seconda casa a fini turistici, andrebbe bene ugualmente.
Non a caso molti borghi in cui questi progetti hanno preso piede sono diventati delle attrazioni turistiche e hanno conosciuto un nuovo sviluppo economico.
Le case acquistate, infatti, si possono ristrutturare per abitarle, ma anche per creare dei bed and breakfast o, meglio ancora per l'economia dell'intero territorio, degli alberghi diffusi.
In genere i proprietari di stabili abbandonati e/o fatiscenti cedono all'amministrazione comunale questi immobili ad un prezzo simbolico, felici di liberarsi di quello che per essi è solo un peso, con pagamento di tasse ed altri oneri.
Successivamente il comune inserisce queste costruzioni nel circuito delle case a un euro, mettendole all'asta in attesa di ricevere manifestazioni di interesse da parte dei potenziali acquirenti.
Una volta chiuso il bando ed assegnata la casa ad un euro, il nuovo proprietario ha l'obbligo di:
Un'altra clausola che a volte viene posta è che questi immobili non possono essere lasciati in eredità.
Non tutti i Comuni, comunque, pongono gli stessi obblighi, per cui è bene informarsi opportunamente caso per caso.
Prima di procedere alla manifestazione di interesse per l'acquisto di una casa a un euro è consigliabile rivolgersi ad un tecnico specializzato per fare un'analisi accurata dell'investimento, valutando l'impegno economico nel suo complesso.
Bisogna valutare le spese notarili e quelle tecniche per mettere in regola l'immobile, quindi le spese per la ristrutturazione, dalla progettazione alla presentazione delle pratiche burocratiche alla realizzazione vera e propria.
A queste spese si aggiungono poi quelle legate alla fideiussione da stipulare.
Infine, ci sono da valutare i recuperi, ossia, a parte la restituzione della fideiussione dopo tre anni, la possibilità di accedere a una serie di agevolazioni fiscali.
Tra questi parliamo sicuramente dei bonus per ristrutturazioni edilizie ed energetiche, che sono state prorogate fino al 31 dicembre 2019 dalla Legge di Bilancio 2019, con un recupero del 50% delle spese sostenute, fino ad un massimo di 96.000 euro e con rate annuali per dieci anni, per interventi di:
Altra agevolazione da considerare, infine, è quella sugli interessi passivi sui mutui.
Insomma, per concludere, l'acquisto di una casa a un euro può essere un valido investimento, che può aiutarci anche a realizzare il nostro sogno di avere una seconda casa in un bel posto, o la nostra prima casa in un posto nuovo dove ricominciare da zero, ma bisogna mettere sul piatto della bilancia tutti gli elementi per ottenerne reali benefici.
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