|
Le pietre naturali sono comunissime in edilizia e architettura per numerose applicazioni.
Si pensi ai materiali per la costruzione di pareti portanti e muri controterra in edifici o infrastrutture, l'esecuzione di pavimentazioni esterne (anche stradali), rivestimenti e pavimenti interni e infine in elementi ornamentali come statue, vasi e fontane.
Recentemente si è diffusa anche nell'arredo urbano (soprattutto in panchine e paracarri) e nell'arredamento di interni, venendo impiegata per la costruzione di veri e propri mobili e complementi.
Naturalmente per tutti questi scopi si usano molti tipi di pietre differenti.
Ciascuno di essi ha specifiche caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche, un pregio variabile e un aspetto differente.
Una cava di pietra naturale
La loro classificazione risulta perciò fondamentale.
Esistono più sistemi di classificazione della pietra naturale, ciascuno dei quali assolve a una specifica esigenza.
La prima è la classificazione petrografica, usata soprattutto dai geologi.
Blocchi grezzi di pietra appena cavata, by Zenith C
Basata sul tipo di minerale costitutivo e sull'origine dei vari tipi di pietra, distingue le rocce in:
Una seconda distinzione, contenuta nelle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2018, si basa invece sulle caratteristiche di resistenza meccanica.
Blocchi grezzi di pietra appena cavata, by Zenith C
I muri di pietra vengono perciò catalogati sia in base al tipo di materiale, sia alle caratteristiche dell'apparecchio murario, distinguendo ad esempio tra muri di conci squadrati e muri in pietrame a tessitura disordinata.
Il terzo tipo, fondamentale per chiunque si occupa di edilizia, è la classificazione commerciale.
L'alabastro, commercialmente classificato come marmo, by Marmi ZEM
Ovviamente, essendo state create per scopi diversi, queste classificazioni hanno molte differenze. Parlando di pietra naturale, bisogna perciò specificare molto bene a quale tra esse ci si riferisce.
La classificazione commerciale della pietra è contenuta nella Norma UNI 8458/1983.
Le tipologie di pietre usate in edilizia sono distinte in quattro categorie:
Ciò in base all'origine, composizione, durezza e lucidabilità della superficie: quest'ultimo aspetto è fondamentale.
Secondo la Norma UNI 8458/1953, ogni pietra cristallina, compatta e lucidabile formata da minerali con durezza di grado 3 o 4 della scala Mohs è classificata come marmo.
Marmo giallo di Siena, by Zenith C
Vi appartengono perciò rocce assai diverse per origine, aspetto e pregio ornamentale.
Infatti, oltre a tutti i litotipi che dal punto di vista petrografico costituiscono i marmi propriamente detti, vi rientrano anche numerosi calcari, brecce e puddinghe, tutte rocce sedimentarie.
Marmo verde Alpi, by Zenith C
Le brecce e le puddinghe sono infatti formate da depositi di ghiaie o clasti di grosse dimensioni, compattati e cementati fino a formare un materiale unitario.
La loro differenza risiede nella forma dei clasti, a spigoli vivi nelle brecce e arrotondati nelle puddinghe. Dal punto di vista commerciale sono classificabili come marmi se la loro superficie è lucidabile, come pietre negli altri casi.
Calcare ammonitico rosso, detto Marmo di Verona, by Zenith C
Sono inoltre considerati marmi anche molte varietà di calcari tra cui ad esempio:
Marmo cipollino verde, by Marmi ZEM
Perciò, molti dei marmi colorati attualmente in commercio, visibili ad esempio sul catalogo dell'azienda Marmi ZEM, dal punto di vista petrografico sono in realtà altri litotipi.
Secondo la Norma UNI 8458/1953, i graniti sono invece tutte le rocce fanero-cristalline, compatte e lucidabili, formate da minerali con durezza 6 o 7 sulla scala di Mohs.
Granito bianco della Sardegna, by Zenith C
Anche in questo caso, la classificazione commerciale differisce da quella petrografica.
Infatti, oltre a tutte le varietà di granito vero e proprio, comprende altre rocce magmatiche come i gabbri, la sienite e i porfidi: il catalogo di Zenith C ne offre una buona casistica.
Rientra inoltre nella classificazione commerciale dei graniti anche lo gneiss, una roccia metamorfica.
La classificazione commerciale del travertino coincide invece con quella petrografica.
Infatti, secondo la Norma UNI 8458/1953, esso è una roccia calcarea sedimentaria di deposito chimico con struttura vacuolare.
Travertino classico, by Zenith C
Ne esistono numerose varietà, tutte caratterizzate dalla tipica texture con il fitto reticolo di piccole cavità, ma differenti per il colore (bianco, giallo, beige, arancione, rosso o bruno) e il grado di lucidabilità della superficie.
La definizione commerciale di pietra si riferisce, infine, a tutte le rocce non lucidabili che non rientrano nelle altre tre categorie.
Si tratta perciò di materiali con caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche diversissime.
Blocchi di basalto nero, by Marmi ZEM
La classificazione comprende infatti sia le pietre da costruzione dure e compatte come il basalto e la trachite, sia le rocce da spacco come l'ardesia, comunemente impiegate sotto forma di lastre per pavimenti esterni o coperture negli edifici tradizionali delle zone montane.
Vi rientrano inoltre alcune rocce meno compatte come l'arenaria gialla, il macigno e la pietra serena, usate per le pavimentazioni stradali, la costruzione di muri portanti o come pietra ornamentale grazie alla loro buona lavorabilità.
Le ultime due famiglie di litotipi appartenenti a questa categoria sono le brecce e puddinghe non lucidabili, e infine i tufi, una famiglia di rocce vulcaniche formate dall'accumulo e successiva compattazione delle ceneri e lapilli emessi da un'eruzione.
|
||