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La pandemia che in questi giorni sta rivoluzionando il nostro modo di vivere, ha inculcato in tutti noi la necessità di rendere il proprio ambiente domestico quanto più sicuro dal punto di vista igienico, al fine di salvaguardare la salute di ciascuno.
Pertanto ognuno, in relazione alle proprie necessità e disponibilità, sta cercando di impiegare prodotti e sistemi igienizzanti atti a limitare la diffusione del tanto temuto virus.
Come in tutte le situazioni, in cui il panico assume il ruolo di protagonista, anche in questo caso si accavallano ad un ritmo impressionante centinaia di notizie, molte delle quali prive di ogni fondamento, relative a prodotti e sistemi sicuri per debellare la minaccia di contagio.
Purtroppo, l'uso sconsiderato di fake news, ha provocato più apprensione della stessa pandemia, generando ansie e paure ingiustificate in molti di noi.
Per questi motivi, è necessario cercare di dare delle notizie dotate di fondamento in merito alla problematica sopradescritta, in questo articolo voglio cercare di chiarire alcuni aspetti relativi all'impiego di uno dei prodotti più impiegati nelle abitazioni come i tessuti.
I tessuti hanno da sempre uno stretto rapporto con la vita dell'uomo, con essi ci si veste, si arredano le nostre case, si coprono i letti in cui dormono i nostri figli, pertanto si capisce bene quanto sia importante conoscere la possibilità di poterli proteggere in qualche modo per tutelare la salute di ognuno.
Mi riferisco in particolare ai cosi detti prodotti antibatterici con i quali vengono confezionati ogni tipo di indumento sia nel settore sanitario, oltre che in quello sportivo e dell'arredamento.Il motivo di questo approfondimento, scaturisce dalla necessità di capire se un tessuto con proprietà antibatteriche, possa rappresentare un valido aiuto nella lotta per sconfiggere la pandemia attuale.
A tal fine cerchiamo di capire cosa sono e a cosa servono realmente tali tessuti, generalmente i normali tessuti, sono l'abitazione preferita di molte colonie batteriche, le quali in presenza di particolari condizioni ambientali, si sviluppano e progrediscono, grazie a due elementi fondamentali, temperatura e umidità.
Basta osservare ciò che accade ad un nostro indumento intimo dopo averlo usato per diverse ore, per rendersi conto di come esso sia diventato la residenza preferita di tali batteri.Il contatto prolungato della pelle, con un tessuto così infestato, se protratto per molto tempo, comporta l'insorgenza di diverse patologie, anche di una certa gravità, e ciò in rapporto anche alla condizione fisica di colui che lo indossa.
La realizzazione di un prodotto antibatterico, avviene sottoponendo lo stesso ad un trattamento chimico, capace di evitare l'insediamento e la successiva proliferazione su di esso di colonie batteriche.
Quindi in pratica potenzialmente è possibile sottoporre a tale trattamento una grande diversità di tessuti, come quelli impiegati per usi sportivi, medici, per sedute, coperte, arredi, ecc.
I trattamenti possibili, vanno studiati caso per caso, in relazione all'uso specifico del tessuto mediante procedure capaci di conferire al tessuto proprietà idrorepellenti e antibatteriche.
Occorre subito fare una precisazione, in ogni caso, indipendentemente dal tipo di trattamento effettuato e del tessuto impiegato, un trattamento antibatterico non conferisce al tessuto trattato nessuna capacità di abbattere alcuna carica virale, pertanto non costituisce una protezione attiva contro l'attuale pandemia.
Per poter conferire ad un tessuto, la caratteristica di antibattericidità è necessario specificare alle aziende che effettuano tale trattamento le caratteristiche intrinseche ed estrinseche del tessuto da trattare, come quantità, tipo di tessuto, impiego, parametri da rispettare, tipo di manutenzione da applicare, durata del trattamento antibatterico.
La capacità antibatterica di un tessuto, non è uguale per tutti i tessuti, pertanto essa va misurata in relazione all'uso che s'intende farne.
Tale misurazione può essere fatta esclusivamente da laboratori specializzati dotati di idonee attrezzature, nei quali vengono effettuate delle prove circa la presenza di batteri di un determinato ceppo, sul campione esaminato oltre al grado di permanenza di tale carica batterica nelle diverse condizioni d'uso dello stesso.
Le norme Europee in materia, sono abbastanza rigide e ciò allo scopo di evitare l'uso indiscriminato dei diversi prodotti antibatterici in commercio, molti dei quali vengono continuamente testati circa la loro effettiva capacità battericida, escludendo quelli ritenuti non più sicuri.
Da quanto esposto, si comprende come sia necessario rivolgersi a strutture sicure e certificate quando s'intende realizzare dei rivestimenti dotati di caratteristiche antibatteriche, oltre a prendere sempre in esame l'etichettatura dei prodotti già confezionati.
L'Unione Europea, con il Regolamento n. 528/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 maggio 2012, ha stabilito gli obblighi relativi all'immissione sul mercato dei prodotti trattati con sostanze antibatteriche, specificando come tali prodotti possono essere immessi sul mercato esclusivamente se trattati con biocidi iscritti nell'elenco conforme all'Art.2, paragrafo 2 del citato regolamento.
A tutela del consumatore, le norme in materia hanno imposto che sui prodotti trattati con sostanze battericide, vengano apposte delle apposite targhette descrittive.
In esse vanno riportati la proprietà biocida, il nome di tutti i principi attivi e le prescrizioni d'uso relative al particolare impiego a cui il tessuto è destinato.I prodotti, realizzati secondo le normative in materia, hanno il grande vantaggio di limitare ed in alcuni casi annullare la presenza di microrganismi, con grande efficacia.
Basti pensare alla grande azione protettiva che svolgono in campo igienico sanitario, scongiurando l'aumento di infezioni, salvaguardando così la salute pubblica.
Ma come tutte le cose al mondo, anche per tali tessuti esistono delle limitazioni e delle problematiche da tener ben presente per evitare danni alla salute.
Infatti i trattamenti di abiti, tessuti da rivestimento per realizzare coperte, tappeti, sedute, ecc. con la maggior parte delle sostanze antibatteriche, contengono ioni argento o altre sostanze come il triclosan, un composto aromatico che ricorda vagamente il DDT.
Tali sostanze, in funzione dell'uso e dell'usura dei tessuti trattati, vengono rilasciate gradualmente nell'ambiente e sulla pelle di chi ne viene a contatto, perdendo buona parte della loro efficacia aumentando contemporaneamente l'inquinamento ambientale.
Proprio il triclosan, come molti altri fenoli clorurati, può accumularsi nei tessuti degli organismi viventi e nel latte materno, andando a costituire un grave rischio per la salute dei neonati.
Con il tempo, l'accumulo di tale sostanza, provoca patologie anche gravi, che vanno dall'alterazione della funzionalità epatica e polmonare, oltre ad indurre sterilità ed un abbassamento delle difese immunitarie.
Per risolvere il problema descritto, sono in corso di sperimentazione degli studi per stabilizzare gli agenti antibatterici, impiegando strutture polimeriche capaci di rendere stabile la loro funzionalità, senza il rischio del rilascio di sostanze nocive.
Nel settore dei prodotti più specifici nel campo dell'arredamento, si stanno sviluppando dei test utilizzando il chitosano, un polisaccaride ricavato dall'esoscheletro dei crostacei dimostratosi privo di tossicità, sottoposto ad una serie di test specifici.
Durante le prove in laboratorio, il polisaccaride in questione, ha dimostrato di possedere la capacità di annientare alcuni ceppi batterici, come l'escherichia coli ed altri, in maniera così efficace, da risultare più potente di molti antibiotici di largo uso.
Questa molecola, potrebbe quindi dare origine a una nuova classe di polimeri, in grado di inibire o rallentare la proliferazione batterica, gli sviluppi di tali ricerche potranno essere impiegati per trattare oltre alle protezioni per alimenti, anche la realizzazione di indumenti e tessuti.
Relativamente ai tessuti, si è riscontrato una ottima compatibilità con ogni tipo di fibra naturale e sintetica, con le quali è possibile realizzare la maggior parte dei rivestimenti impiegati nel settore dell'arredamento.
Parati, tappeti, moquette, fodere per divani, poltrone, potranno essere realizzati senza alcun pericolo per la salute di chi ne venga a contatto e con grande beneficio per la salubrità ambientale.
Alla luce di quanto esposto, credo sia importante mettere in evidenza l'attenzione che bisogna mettere qualora si decida di utilizzare un prodotto tessile sicuro.
La scelta dell'azienda a cui affidare il trattamento di un tessuto, va effettuata con molto rigore, soffermandosi sulle specifiche dei trattamenti utilizzati, esaminando eventuali pubblicazioni in merito, oltre a verificare il grado di certificazione di cui dispone.
Per quanto riguarda la qualità del prodotto, una certificazione ISO9000, rassicura sulla sicurezza nel tempo del prodotto trattato.
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