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Circola da qualche giorno la notizia di una nuova tassa sui condizionatori approvata dal governo Renzi che peserà circa 200 euro a famiglia. Ma quanto c'è di vero?
A lanciare l'allarme sono state soprattutto due importanti associazioni di consumatori, Federconsumatori e Adusbef, che hanno annunciato l'arrivo, proprio nei giorni di afa quando la colonnina di mercurio ha registrato picchi anche fino a 40 gradi, di questa fantomatica tassa sull'aria condizionata, una stangata da 200 euro per famiglia.
Da dove avrebbe origine questa nuova tassa? Secondo Federconsumatori l'esigenza di introdurre il balzello sui condizionatori, alleati insostituibili di questa afosa estate 2015, deriva dalla necessità per l'Italia di adeguare la propria legislazione a una direttiva europea che ha sancito lo scopo primario di tutelare l'ecosistema, limitando l'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera.
La direttiva in questione infatti paragonerebbe i condizionatori agli impianti di riscaldamento, obbligando così i proprietari a possedere un libretto di impianto e a effettuare controlli ogni 4 anni sull'efficienza degli stessi. Nulla in contrario - sottolinea l'associazione - anzi ben vengano misure in tal senso, ma non si capisce però perché tutto questo debba ricadere sui cittadini, già vessati da una situazione di grave difficoltà economica.
Tutto ciò si tradurrebbe in una spesa non indifferente per i cittadini: per il rilascio del libretto e del primo bollino per i condizionatori si stima una spesa complessiva compresa tra 180 e 220 euro, che sale a circa 300 se gli apparecchi presenti in casa sono più di uno.
A questi costi inoltre, conclude l'associazione, si aggiungono le ricadute indirette. Non dimentichiamo, infatti, che i condizionatori si trovano anche e soprattutto negli esercizi commerciali, nei ristoranti, negli studi di professionisti... la maggiore spesa a carico di questi ultimi sicuramente troverà modo di ripercuotersi sulle tasche dei cittadini.
Inoltre ci sarebbero multe salate per chi non è in regola: dai 500 ai 3mila euro per il proprietario dei condizionatori che non si adegua a queste nuove imposizioni. Ci chiediamo – conclude la nota dell'associazione - se, invece di tassare ulteriormente le tasche già vuote dei cittadini, non sarebbe stato opportuno stanziare incentivi per l'acquisto di condizionatori a basso impatto energetico e per la rottamazione di quelli che consumano di più. In questo modo i benefici per l'ambiente sarebbero stati salvi e anche le tasche dei cittadini che non si possono permettere tali aggravi. Inoltre tale operazione avrebbe dato un buon impulso al mercato, quanto mai necessario in questo momento di crisi.
Ebbene nei fatti non esiste alcuna tassa sui condizionatori a carico delle famiglie.
Il caos è stato creato proprio dalla normativa europea sulla tutela dell'ambiente, recepita anche dal nostro Paese, che prevede la creazione di un unico libretto di manutenzione per caldaie e climatizzatori, ma non è una novità del governo Renzi ed è già nota da tempo sia agli installatori che alle aziende che si occupano di climatizzatori in Italia.
Non è una nuova tassa per le famiglie quindi, ma si tratta di adempimenti che riguardano solo ed esclusivamente installatori e aziende e non certo i cittadini. Infatti tali adempimenti valgono solo per grossi impianti, ossia per condizionatori con potenza maggiore o uguale a 12 kW.
La normativa di riferimento è il Decreto del Presidente della Repubblica 74/2013 per la cui attuazione è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 7 marzo 2014 il Decreto ministeriale 10 febbraio 2014 con cui vengono definiti i nuovi modelli per il libretto di impianto per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per il rapporto di efficienza energetica.
Così a partire dal 1° giugno 2014 gli impianti termici devono essere muniti del nuovo libretto e per i controlli di efficienza energetica devono essere utilizzati dei nuovi modelli, reperibili sul sito del Mise (Ministero Sviluppo Economico).
In particolare vengono introdotti:
-obbligo del libretto di impianto per la climatizzazione
-controlli periodici ogni 4 anni al fine di valutare sia l'efficienza del sistema sia eventuali perdite di gas ritenuti nocivi per l'ambiente.
In particolare i controlli di efficienza energetica (riguardanti il sottosistema di generazione, la verifica della presenza e della funzionalità dei sistemi di regolazione della temperatura centrale e locale nei locali climatizzati e della presenza e della funzionalità dei sistemi di trattamento dell'acqua, dove previsti), come si legge nel decreto, devono essere eseguiti in occasione degli interventi di controllo ed eventuale manutenzione su:
-impianti termici di climatizzazione invernale di potenza termica utile nominale maggiore di 10 kW
-impianti di climatizzazione estiva di potenza termica utile nominale maggiore di 12 kW.
Come detto quindi l'obbligo dei controlli periodici ogni quattro anni riguarda solo ed esclusivamente i sistemi di climatizzazione con potenza nominale minima di 12 kilowatt, equivalenti a circa 43000 BTU, sistemi di climatizzazione non certo tipici di un ambiente domestico, ma sistemi più complessi composti da almeno 4 o 5 unità per ambienti superiori a 150 mq.
Ne consegue che non esiste alcuna nuova tassa sull'aria condizionata di casa, visto che i condizionatori tradizionali, sistemi split a una o due unità e sistemi monoblocco non rientrano nei nuovi adempimenti previsti dal DM 10.02.2014. Insomma, tanto rumore per nulla!
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