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Stucchi o decorazioni plastiche

Gli stucchi, cioè le decorazioni plastiche in rilievo tra cui modanature, simulazione di materiali nobili, fregi e scene figurate, sono diffusissimi fin dall'antichità.
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Stucchi o decorazioni plastiche


Ambiente romano decorato con stucchi policromi.Lo stucco è un tipo particolare di finitura superficiale degli edifici, costituito da qualsiasi decorazione parietale in rilievo, realizzata con un materiale plastico bianco (eventualmente anche tinteggiato o dorato) che indurisce all'aria, senza quindi alcun riferimento a un materiale preciso, perché gli stucchi possono essere realizzati con una malta di calce, di gesso o bastarda (cioè con due leganti).

Dal punto di vista storico e tecnologico, il loro uso è antichissimo e documentato in quasi tutte le civiltà storiche: troviamo infatti colonne rivestite di stucco già nei templi dell'antica Grecia e perfino presso alcune civiltà precolombiane, mentre gli antichi Romani applicarono queste decorazioni su vasta scala, rasentando la perfezione (negli edifici termali, nelle grandi ville - tra cui ad esempio la Domus Aurea - e perfino nel Colosseo sono infatti ancora visibili gli splendidi resti di stucchi anche policromi, comprendenti cornici, motivi vegetali e anche scene figurative).

Troviamo un uso massiccio degli stucchi anche nell'architettura sia dell'Alto che del Basso Medioevo: particolarmente degni di nota sono ad esempio i fregi con motivi vegetali del Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli.

Infine, sebbene gli stucchi abbiano continuato ad essere molto diffusi anche in epoca rinascimentale (anche - ma non esclusivamente - come surrogato molto economico degli elementi ornamentali in pietra o marmo), il periodo della loro massima diffusione coincide però con il Barocco e il Rococò, perché la loro facilità di lavorazione, economicità e versatilità si prestava egregiamente a realizzare i complessi apparati decorativi tipici di questi stili.


Repertorio figurativo degli stucchi


Il campo di applicazione - e di conseguenza il repertorio figurativo - degli stucchi è perciò molto esteso, e comprende sia decorazioni prettamente architettoniche (come ad esempio i motivi a bugnato e le modanature), sia fregi (geometrici o con motivi figurativi come elementi vegetali, trofei di armi e putti/amorini) e intere scene figurative, particolarmente diffuse ad esempio negli edifici di epoca romana (negli ambienti termali, le volte erano infatti quasi sempre realizzate in stucco policromo), barocca e rococò.


Lavorazione degli stucchi



Materiali


Decorazioni in stucco bianco con motivi vegetali.Gli stucchi sono sempre costituiti da una malta di colore bianco, il cui legante può variare in base sia alle epoche storiche (nell'architettura romana e durante il Medioevo si preferivano ad esempio gli stucchi a base di calce, mentre nel Rinascimento e nel periodo barocco sembra prevalere l'uso del gesso), che dalle caratteristiche e collocazione della decorazione: ad esempio una malta costituita da gesso, acqua e additivi (colle, caseine, gomma arabica), pur essendo molto adatta alla realizzazione di decorazioni plastiche, perché grazie all'assenza del ritiro non bisogna aggiungere nessun aggregato (e quindi si possono realizzare particolari anche molto minuti), se collocata all'esterno risulta poco durevole, perché il gesso è fortemente igroscopico. Per stucchi da esterno si preferiva quindi una malta di calce o bastarda (solitamente di gesso e calce).

Il gesso più diffuso era quello cotto o da stuccatori, ottenuto cuocendo a una temperatura di circa 160° le rocce gessose (come ad esempio la selenite). È inoltre documentato l'uso della scagliola, costituita da una miscela di gesso da stuccatori, selenite macinata molto finemente e colla animale: l'aggiunta di simili additivi era raccomandata non solo per rendere lo stucco più lavorabile (aumentando la plasticità e la velocità di presa e rallentandone invece l'indurimento), ma anche per migliorarne la resistenza meccanica.

Per quel che riguarda gli stucchi a base di calce, le fonti consigliano invece una malta formata da calce aerea di ottima qualità e accuratamente setacciata per eliminare ogni tipo di impurità, acqua, sabbia fine e polvere di marmo (meglio se di Carrara).

Per la preparazione di malte bastarde, infine, le regole dell'arte prescrivono di iniziare l'impasto unendo calce e sabbia fine su una tavoletta o in un mastello, dando alla malta così ottenuta la forma di un bacino in cui aggiungere il gesso in quantità sufficiente ad assorbire tutta l'acqua in eccesso: il risultato finale dev'essere infatti una pasta uniforme e compatta da utilizzare al momento, perché una volta indurita risulta inservibile.


Tecniche di esecuzione


Stucco romano con motivi decorativi simili agli affreschi in IV stile pompeiano.Oltre ai metodi normalmente impiegati per gli elementi di intonaco sagomato (bugnati e modanature), per gli stucchi sono possibili due ulteriori sistemi di esecuzione, eventualmente combinati nella stessa decorazione. Le parti più complesse, a tutto tondo o con zone in sottosquadro, erano formate fuori opera con l'uso di appositi stampi in legno o gesso, divisi solitamente in più parti da incastrare fra loro con apposite tacche e accuratamente lubrificati con olio e sapone di Marsiglia per consentirne la rimozione a lavoro finito.

Anche nella lavorazione in opera si usavano gli stampi, che in questo caso erano costituiti da grosse matrici simili a timbri premute sullo stucco ancora fresco, permettendo di modellare in pochissimo tempo elementi complessi e seriali come greche, festoni di foglie o piccoli putti. Il metodo più comune per la lavorazione in opera è però la modellazione a mano con spatole o stecche, indispensabili per realizzare scene complesse e motivi figurativi.

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