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Quando si intende mettere le mani su un mobile è necessario avere una idea abbastanza precisa dello stile secondo il quale è stato ideato e realizzato.
In questo modo si evita di compiere gravi errori o di integrare parti mancanti in modo scoordinato e ottenendo, alla fine, un mobile di... fantasia.
Di seguito vengono succintamente descritti alcuni tra i più importanti stili dei mobili classici ed alcune fondamentali tecniche di rivestimento che spesso incontrerete nella vostra attività di restauratori dilettanti.
Stile sviluppatosi in Austria, tra il 1815 e il 1848, in particolare nella capitale, Vienna. Caratteristici di questo stile sono i mobili in faggio e frassino del mobilificio Danhauser.
I mobili originali, realizzati in questo stile, nati come reazione allo stile Impero, sono oggi particolarmente ricercati sul mercato antiquario e, di conseguenza, abbastanza costosi.
Lo stile Chippendale ha preso il nome da un mobiliere di Worcester e si è sviluppato in Inghilterra tra il 1740 e il 1760.
Gli arredi più tipici di questo stile sono le sedie a forma di giogo, moderna elaborazione di motivi cinesi, la sedia dotata di dorsale e braccioli che riprende motivi gotici, gli armadi guardaroba massicci e importanti, i tavoli intagliati a smerli.
Si tratta di uno stile indubbiamente variegato che fu interpretato in modo personale da numerosi artigiani e diede luogo a molteplici tendenze.
Lo stile Coloniale fu elaborato sui modelli europei nelle diverse colonie e attraverso alcuni secoli, dal Cinquecento all'Ottocento.
Tra le sue manifestazioni più interessanti vi sono quelle che riguardano l'America del Nord, anteriori o contemporanee alla guerra d'indipendenza.
Prevalse l'influenza inglese, ed il periodo più ricco fu senza dubbio quello tra 1730 e 1760 caratterizzato dall'influenza del Palladiano e del Chippendale.
Gli arredi vennero realizzati quasi unicamente in legni pregiati quali il noce e il mogano.
Stile che prende il nome dalla magistratura che governò in Francia dal 1795 al 1799. In questa tendenza prevalgono i temi mitologici e classici, del bassorilievo romano e greco, che si impadroniscono della pittura, degli arazzi e dei tappeti.
Figure danzanti e palmette sono riportate sulle ante degli armadi, nei traversi dei letti, nelle decorazioni dei tavoli. Si tratta di uno stile neoclassico, di transizione, ma molto piacevole e di notevole ricchezza.
Col termine Georgiano vengono generalmente indicati i mobili e gli oggetti d'arredamento costruiti in Inghilterra nel 1700. I mobili, ricercati e graziosi, vennero realizzati prevalentemente in mogano e si ispirarono chiaramente al barocco francese.
Stile che si sviluppò in epoca napoleonica e vide mobili caratterizzati da decorazioni in bronzo. I letti stile Impero imitano il profilo di una barca, gli schienali di sedie e poltrone sono rovesciati all'indietro, i divani hanno lo schienale e braccioli alla stessa altezza.
Sono tipici di questo stile anche i tavoli dal piede centrale o con tre leggere colonne, sempre, tuttavia, con il piano di forma circolare.
Ovunque compaiono decorazioni a sfingi, cariatidi, amorini, vittorie alate.
Occorre sottolineare l'organicità di questo stile: fu infatti il primo a proporre m una relazione molto stretta tra i mobili e argenti, tappeti, arazzi, stoffe, lampadari e addirittura soprammobili.
Lo stile Liberty è così chiamato con riferimento ad un inglese, Thomas Liberty, che nel 1875 aprì a Londra un negozio per vendere tessuti, gioielli e piccoli mobili. Nacque con la Belle Epoque e terminò con l'inizio della prima guerra mondiale. In Italia si chiamò Floreale. È caratterizzato da mobili esili, leggeri, decorati con foglie, ghirigori, figure femminili che sorreggono lampade, abiti drappeggiati, specchiere, trespoli, e alti vasi.
Lo stile Luigi XIV si sviluppa in Francia dal 1643 al 1715, un periodo di estrema ricchezza decorativa, con il trionfo dei Gobelins, dei marmi, delle applique, delle console, dei baldacchini sui letti.
Lo stile Luigi XV, collocato tra il 1723 e il 1774, fu chiamato in Francia anche Rocaille ed in Italia Rococò. Fu uno degli stili più originali caratterizzato dalla mancanza di simmetria, dall'abbandono delle superfici piane, dal trionfo degli arabeschi e delle curve. Il suo modello fu il Barocco italiano, portato alle conseguenze più estreme.
Luigi XVI, che regnò nei seguenti venti anni (fino al 1793), con il suo stile ricondusse l'arredamento a un gusto classicheggiante, avvalendosi di una linearità studiata, e determinando una reazione al barocco che stava ormai tramontando.
Questo stile ha assunto negli anni aspetti diversi e difficilmente catalogabili. Il suo nome deriva dal latino rus (campagna) ed è certamente uno stile poco impegnativo. Sono in questo stile la maggior parte dei mobili dei nostri nonni e si differenzia notevolmente da regione a regione ma anche da paese e paese.
Si tratta di mobili semplici, robusti e lineari, senza decorazioni e con finitura quasi sempre a cera. Sono la palestra ideale per il restauratore dilettante e forniscono ottima materia prima per riparare mobili di qualità più elevata.
Si tratta di uno stile inglese, sviluppatosi nel periodo tra il 1795 e il 1837, e corrispondente al continentale stile Impero. È caratterizzato da intarsi metallici, intagliati dorati, mogano e bois de rose. Tipici furono anche gli elementi egizi di decorazione, sempre in metallo.
Stile francese che si sviluppò durante il periodo di reggenza di Filippo d'Orléans. Non va confuso col Regency, inglese. È uno stile collocabile tra il Luigi XIV e il Luigi XV, molto elegante, caratterizzato da curve aggraziate. Impose inoltre l'uso delle specchiere sui camini, del legno sulle pareti a creare boiserie, delle cineserie. Più che di un vero e proprio stile si può parlare di un periodo tipico fra due stili ben più caratterizzati e riconoscibili.
È uno stile sviluppatosi in Francia dal 1820 al 1830, durante il regno di Carlo X. Fu una sorta di revival del barocco e del gotico, caratterizzato dall'uso di legni come il noce, l'acero, il pero, il faggio. Nacquero inoltre i primi mobili di legno e di radica chiari, bordati e decorati di amaranto (Carlo X).
Negli anni Sessanta ebbero un successo di proporzioni mondiali i mobili creati in Svezia, Danimarca e Finlandia. Il legno maggiormente usato per realizzarli era il teak, chiaro o scuro, accoppiato al ferro verniciato nero. Tipici dello stile Svedese i tavoli e le sedie dagli angoli smussati (queste ultime con sedile in pelle nera), le librerie pensili, le panchette da ingresso.
Con questo termine si indica un rivestimento in legno, a riquadri o a listelli più o meno larghi, destinato a ricoprire le pareti di un certo ambiente.
Particolarmente famose sono le boiserie francesi, in stile.
Nell'arredamento italiano la boiserie ha avuto una certa fortuna soprattutto negli anni Cinquanta, mentre oggi è usata prevalentemente nelle abitazioni di montagna.
Solitamente si tratta di doghe o di pannelli, non più lavorati, in noce o palissandro.
Si tratta di un elemento decorativo che è in grado di nascondere difetti strutturali delle abitazioni, pareti che soffrono di umidità, nicchie antiestetiche, soffitti troppo alti e così via. In Italia la boiserie in interni attualmente trova impiego solo in abitazioni di grande lusso.
La laccatura è un tipo speciale di verniciatura sviluppatasi in Oriente.
La superficie del legno da laccare, opportunamente levigata, coperta da una tela speciale e passata con la pietra pomice, veniva lavorata da specialisti che stendevano 30/50 strati per le lacche piane, mentre per le lacche scolpite si arrivava a 400/500 strati, con un lavoro di anni e anni.
La preziosità delle laccature (i disegni venivano addirittura eseguiti con pennelli le cui setole erano derivate da capelli) ha reso famosi i mobili orientali e l'industria europea ha cercato di imitare questi risultati producendo lacche che sono costituite da vernici a base di formaldeide o poliesteri, per poter realizzare produzioni industriali.
Di mobili laccati opachi ne esiste una grande quantità ed i colori più venduti sono stati, in passato, l'arancio e il blu; oggi, invece, vengono preferiti il bianco e il nero.
I mobili laccati presentano alcuni inconvenienti: la loro superficie si macchia quando viene toccata con le dita, gli oggetti e i soprammobili la rigano facilmente; i colori scuri, inoltre, richiedono arredamenti appositamente studiati; ma, certamente, dal punto di vista estetico i mobili laccati, lucidi, in belle tinte, rappresentano un valido contributo a un arredo elegante.
Un mobile viene detto impiallacciato quando la sua struttura è costituita da un legno in genere non molto pregiato ricoperto da una lamina sottile di legno pregiato (piallaccio).
Osservando lo spessore dell'impiallacciatura (il rivestimento in piallaccio nel suo complesso) si può risalire all'epoca in cui il mobile è stato costruito: lo spessore del piallaccio, infatti, diventa minore via via che si avanza nei secoli, in quanto le tecniche di taglio moderne consentono di realizzare piallacci sempre più sottili.
Gli interventi nei confronti del piallaccio possono andare dal suo recupero fino alla sostituzione totale. Se il piallaccio è spesso oltre i 2 mm il rivestimento prende il nome di lastronatura.
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