|
I lavori di ristrutturazione di un'abitazione, comportano una serie di interventi tesi a migliorare le condizioni di comfort e sicurezza.
Tra gli interventi più ricorrenti, la sostituzione dei vecchi infissi con nuovi tipi più performanti dal punto di vista energetico, rappresenta ormai una prassi consolidata.
La sostituzione degli infissi interni, generalmente non comporta particolari problemi, in quanto si tratta di rimuovere dal telaio esistente il vecchio infisso, lasciando in sito il controtelaio su cui posizionare il nuovo infisso, qualora quest'ultimo abbia le stesse caratteristiche geometriche del precedente.
In caso di lievi differenze geometriche del vano, conseguenti a lavori come sovrapposizioni di pavimenti, un primo problema può presentarsi quando la misura del controtelaio esistente non risulti adatta ad alloggiare il nuovo infisso.
Se la larghezza del controtelaio risulta in linea con la larghezza del nuovo infisso e non con l'altezza, è possibile comunque procedere all'inserimento dell'infisso.
Generalmente, basta smontare il traverso superiore del controtelaio ed effettuare le modifiche opportune, rimuovendo parte della muratura, inserendo un nuovo traverso ancorato nella parte superiore.
Quando le differenze del vano in larghezza risultano notevoli, conviene rimuovere il vecchio controtelaio e sostituirlo con uno nuovo di idonee dimensioni.
Mentre all'interno le sostituzioni di infissi risultano più semplici, la sostituzione di quelli esterni non risulta altrettanto semplice come quella sopradescritta, per una serie di motivi che di seguito illustro.
Per rimuovere un infisso esterno si inizia con lo sfilare le ante dalle cerniere che lo ancorano al telaio. Di solito tale fase non comporta particolari difficoltà.
Il successivo smontaggio del telaio nella maggior parte dei casi necessita di un preliminare intervento sulle pareti del vano, al fine di creare un distacco tra l'intonaco e la parte strutturale del telaio.
L'importanza di tale operazione è più delicata, specialmente quando gli infissi vengono sostituiti in ambienti abitati, nei quali non si intende procedere con ulteriori lavori.
In ogni caso, è bene sapere come la rimozione del telaio comporta inevitabilmente la rottura di parti di intonaco, oltre alla necessità di dover rimuovere le parti di battiscopa laterali al vano.
Quest'ultima operazione, spesso crea problemi, quando non si dispone di battiscopa idonei per sostituire quelli rimossi.
In tal caso occorre procedere con particolare perizia nella rimozione di tali battiscopa, cercando di recuperarli al meglio.
L'ultima operazione, comporta la rimozione dell'esistente controtelaio, per potervi alloggiare quello nuovo. Questa fase può essere sorvolata quando è possibile utilizzare il vecchio controtelaio, cosa che spesso ricorre quando si sostituiscono infissi in alluminio.
Quando la sostituzione degli infissi è conseguente alla realizzazione di un cappotto termico, al fine di contenere i consumi energetici, le problematiche da risolvere sono diverse.
Esse scaturiscono in rapporto al tipo di struttura perimetrale in cui gli infissi sono allocati, alla tipologia d'infisso, al materiale con cui sono realizzati.
Di seguito illustro le casistiche più comuni, iniziando da un edificio con struttura in muratura in cui gli infissi esterni sono costituiti da due parti, ossia una interna costituita da infisso in legno e vetro e una esterna costituita da persiane in legno.
In questo caso occorre valutare se sostituire totalmente gli infissi esistenti o se migliorarne l'efficienza termica. Tale condizione ricorre spesso negli edifici più antichi in cui le dimensioni degli infissi esterni e il loro pregio impongono una scelta oculata.
Dovendo optare per un miglioramento dell'efficienza termica, è possibile procedere con l'applicazione di doppi vetri, realizzando dei telaietti in legno da inserire all'interno dei vani occupati dai vetri semplici.
Per quanto riguarda l'applicazione del cappotto, occorre necessariamente smontare le persiane, al fine di applicare lo strato isolante in facciata come sulle spalle laterali degli squarci.
Per fissare nuovamente le persiane, sono possibili fondamentalmente due sistemi di ancoraggio:
Nel primo caso, il foro va realizzato perforando con precisione lo strato isolante, unitamente alla sottostante muratura, per poi inserirvi della resina ancorante per alloggiarvi il cardine.
L'operazione sopradescritta, apparentemente semplice, comporta diversi problemi legati alla difficoltà di eseguire con una certa precisione tali fori, oltre a correre il rischio di favorire la penetrazione dell'acqua battente, all'interno dello strato isolante.
Un sistema più sicuro per sistemare le persiane, consiste nel realizzare un controtelaio perimetrale sempre in legno, da ancorare nella muratura sottostante, e inglobare all'interno dello strato isolante esterno.
Tale operazione, comporta diversi vantaggi, come mantenere inalterate le dimensioni del vano di apertura, oltre a eliminare il problema dei ponti termici.
Per gli infissi in alluminio, nel caso di sostituzione dell'intero infisso, vale la pena prendere in considerazione l'impiego di controtelai termici coibentati.
I controtelai isolanti prefabbricati costituiscono dei veri monoblocchi coibentati, i quali vanno semplicemente inseriti, allineati, fissati e sigillati nel foro predisposto nella muratura di tamponamento.
In tal modo, con una sola operazione, si riesce a completare il vano con tutti i suoi elementi come le spalle, tapparelle, ecc. oltre a realizzare anche un valido alloggiamento per soglie e controdavanzali.
La convenienza a impiegare tali sistemi coibentati, deriva dalla buona riduzione dei consumi energetici rispetto ai sistemi tradizionali, che può arrivare fino a circa il 45%.
Oltre ai vantaggi energetici, con un sistema così realizzato è possibile ridurre altresì la percezione dei rumori esterni.
Nel realizzare un cappotto esterno, procedendo con la sostituzione degli infissi mediante l'impiego di tali monoblocchi, occorre tener conto dell'applicazione della coibentazione esterna, in modo da far sporgere il monoblocco della misura che avrà lo spessore dell'isolamento sulla facciata.
Così facendo, tutte le spallette del foro murario risulteranno isolate e non occorrerà più far rigirare lo strato isolante nella mazzetta, cosa che invece risulta necessaria quando si utilizzano nuovi controtelai per la posa dei nuovi infissi.
È bene ricordare come l'impiego di tali sistemi, sortisce effettivamente una riduzione dei consumi energetici, a condizione che il montaggio degli stessi, avvenga secondo le modalità indicate dalla ditta costruttrice.
Spesso varianti in opera, come tagli di parti isolanti, modifiche dei materiali di fissaggio, eliminazioni di parti apparentemente non necessarie, comportano nel tempo dei malfunzionamenti.
Questi, oltre a manifestarsi sotto forma di infiltrazioni, presenza di muffe o cattivi odori, rendono l'intero monoblocco più vulnerabile all'usura.
Per evitare che ciò accada, occorre una fase di progettazione esecutiva, molto accurata, che tenga conto delle caratteristiche strutturali e architettoniche dell'edificio su cui si dovrà intervenire.
Lo studio preliminare può consentire la realizzazione anche di particolari strutture, da inserire in vani di forma irregolare, senza dover modificare sul posto e spesso in maniera errata, un monoblocco già assemblato.
Lo studio serio e qualificato della riduzione dei consumi energetici a monte dell'intervento, è fondamentale per stabilire con precisione le caratteristiche dello strato isolante in termini di materiale e spessore.
Da tale studio è possibile trarre soluzioni alternative, circa l'impiego di differenti materiali isolanti. Spesso la riduzione di pochi centimetri di tale materiale semplifica la sostituzione degli infissi, e la conseguente scelta del sistema di chiusure perimetrali, senza stravolgere l'aspetto architettonico e il decoro delle facciate.
|
||