Riscaldare meno casa: quali sono le conseguenze sulla salute?

Come evitare conseguenze sulla salute di chi vive negli ambienti domestici, in seguito alla riduzione del riscaldamento, prevista dai provvedimenti legislativi.
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Crisi energetica e provvedimenti per risparmiare


In seguito alla crisi energetica conseguente al conflitto in Europa tra Russi e Ucraini, ogni nazione ha dovuto emanare una serie di provvedimenti, con lo scopo di contenere i consumi energetici.

Tale azione è stata necessaria, vista la ridotta disponibilità di combustibili, una volta forniti dalla Federazione Russa e ormai bloccati a causa delle sanzioni imposte dalla comunità europea.

Riduzione del riscaldamento per risparmiare sui costi energetici
In Italia, il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato un Decreto, con il quale vengono definiti i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare nella stagione invernale.
In seguito al decreto citato, il periodo di accensione degli impianti, va ridotto di un'ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio.

In presenza di situazioni climatiche particolarmente severe, è concesso alle autorità comunali, di emanare un provvedimento motivato, con il quale autorizzare l'accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto.

Tale deroga è valida per una durata giornaliera ridotta, tenendo conto comunque del fatto che i valori di temperatura devono essere di 1 °C.


Conseguenze sulla salute dalla riduzione del riscaldamento


Alla luce di quanto previsto dal Decreto del ministro della Transizione Ecologica, vanno fatte alcune considerazioni, circa le conseguenze di tali restrizioni, in termini di riscaldamento, specialmente in quelle Regioni dove le temperature estremamente rigide in alcuni periodi dell'anno, condizionano non poco le attività all'interno degli ambienti riscaldati.

Per rendersi conto di come tale riduzione può influire sulla salute delle persone, occorre partire dal contenuto dei decreti legislativi 412/93 e 551/99, i quali prevedono che in Italia la temperatura ideale da mantenere all'interno degli ambienti abitati deve essere di 20 °C, con un margine di tolleranza di 2 gradi, sia per difetto che per eccesso.

Aumento delle patologie respiratorie a causa della cattiva gestione del riscaldamento domestico
Il motivo per il quale è stato fissato il margine di due gradi di escursione termica deriva dalla considerazione che non tutti gli ambienti domestici devono avere la stessa temperatura, specialmente in quando all'interno di essi sono presenti elementi che da soli provvedono in qualche modo ad innalzare con il loro uso la temperatura interna.

Pertanto, mentre in cucina, la temperatura ideale può attestarsi attorno ai 18 °C, nelle camere da letto, il problema della regolazione della temperatura è piuttosto delicato.

in quanto non tutti preferiscono temperature elevate, visto che già gli indumenti e le coperte, provvedono già a fornire un adeguato grado di calore al corpo umano.

Ambiente cucina con presenza di elementi riscaldanti come forno piano cottura ecc.
Pertanto, come valore generale viene indicata la temperatura di 16° C come ideale per consentire un sonno di buona qualità.

La regolazione del giusto grado di temperatura da mantenere in casa, unitamente al giusto grado di umidità, riguarda ogni nazione del Mondo.
Su tale argomento si é espressa anche l'Organizzazione Mondiale per la Sanità.


Il giusto grado di temperatura e la termoregolazione


L'Organizzazione ha individuato in 21 °C il valore ottimale della temperatura da tenere in casa, alla luce di quanto esposto, occorre fare delle considerazioni, dettate dal vissuto di ciascuno di noi, che spesso possono rivelarsi più utili di quelle indicate da corposi provvedimenti legislativi.

Per ragionare in tal senso occorre chiederci cosa succede al nostro corpo quando cambia la temperatura. Ebbene, nell'organismo esiste un meccanismo fisiologico di regolazione della temperatura corporea, governato dall'ipotalamo.

Tale meccanismo, noto come termoregolazione, reagisce ai fattori climatici esterni mettendo in atto i meccanismi di produzione o dispersione del calore per mantenere la temperatura corporea costante sui 36°C, indipendentemente dalla temperatura esterna.

Valvola termostatica per regolare in modo ottimale la temperatura ambiente
In virtù di tale meccanismo, se l'organismo ha bisogno di calore, quando fa freddo attiverà la sua risorsa di calore tramite l'energia derivante dalla attività muscolare e dall'alimentazione.

Viceversa, se l'organismo deve perdere calore, quando fa caldo attiverà il processo di sudorazione e minzione.

Alla luce di quanto sopra esposto, si comprende come sia difficile per il corpo umano adattarsi repentinamente agli sbalzi di temperatura sempre più elevati conseguenti alle variazioni climatiche estreme di questi ultimi anni.


Il corpo umano risente di tale situazione perché il meccanismo di termoregolazione in poco tempo non riesce ad adattarsi.

Si capisce come una riduzione di temperatura anche di soli due gradi, può avere delle conseguenze sulla salute dei più deboli, specialmente quando già le temperature esterne raggiungono livelli bassi fuori dalla norma.


Come gestire al meglio l'ambiente da riscaldare


Le conseguenze di tali fenomeni sulla salute delle persone più deboli come bambini, anziani e malati, sono rappresentate da patologie che interessano principalmente l'apparato respiratorio, oltre ad accentuare tutti i dolori a carico dell'apparato osseo articolare.

Per evitare di esporre il nostro organismo a tali sbalzi di temperatura, occorre adottare delle norme comportamentali pratiche, dettate più che altro dal buonsenso:
Dunque, quando si soggiorna in un ambiente con 20 °C di temperatura, occorre evitare di uscire direttamente all'esterno quando fuori sono presenti - 2 °C.

Edificio isolato termicamente con la posa di cappotto termico
La prima regola è quella di far adattare l'organismo a una graduale riduzione di temperatura, trattenendosi ad esempio sul pianerottolo per qualche minuto, per poi uscire all'aperto ad affrontare il freddo intenso.

Oltre a quanto esposto, è bene tener presente l'importanza della gestione del riscaldamento in casa, evitando grossi scompensi di temperatura.

Pertanto, gli ambienti abitati vanno sempre tenuti a una temperatura minima di esercizio, per evitare l'eccessivo raffreddamento delle pareti sulle quali possono formarsi muffe dannose alla salute di chi vi abita.

Per tal motivo la riduzione a 18 °C può andare bene per quelle costruzioni dotate di cappotto termico, provviste di infissi a taglio termico, mentre per le abitazioni più datate,mal isolate e dotate di infissi termicamente non isolanti, è bene mantenere almeno i 20 °C stabili.


Modifiche interne e criticità conseguenti


Particolare attenzione va posta quando si modifica l'organizzazione degli spazi interni, senza tener conto delle conseguenze dal punto di vista termico che possono manifestarsi.

A titolo di esempio, riporto un caso di un'abitazione disposta su due livelli costituita da un piano rialzato destinato a soggiorno cucina, pranzo oltre bagno, collegato al piano notte da una scala priva di chiusura, riscaldate da due caldaie separate ciascuna per ogni livello, stante la grande dimensione dei due livelli.

Scala interna che collega due livelli zona giorno e zona notte
In seguito alla chiusura della scala per evitare che il cane potesse raggiungere facilmente il piano superiore, dopo un po' di tempo sono cominciate a comparire sulle pareti delle camere da letto delle formazioni di muffa , mai presenti prima.

Tale situazione è stata provocata da una cattiva gestione dell'abitazione, infatti nel quotidiano per risparmiare, sulla bolletta era attivata solo la caldaia del primo livello, mentre veniva spenta quella della zona notte.

Formazione di muffa a causa della cattiva gestione del riscaldamento interno
La conseguenza di tale gestione dell'impianto di riscaldamento ha provocato, una volta aperta la porta della scala per accedere al piano notte, l'immissione di una grossa quantità di aria calda, mista a una buona percentuale di umidità.

Quest'ultima, a contatto con le pareti fredde della zona notte, ha trovato terreno fertile per lo sviluppo di muffe.

Il caso esposto dimostra come l'uso scorretto del riscaldamento di una abitazione, possa compromettere la salute di chi ci abita.
Per evitare tali situazioni, si consiglia di monitorare con attenzione le condizioni climatiche interne in modo tale che la temperatura venga opportunamente regolata tra 18 °C e i 20 °C insieme al grado di umidità mai superiore al 60%.

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Riscaldare meno per risparmiare, quali rischi per la salute?
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