|
Il tema dell'inquinamento ambientale ha assunto ormai il carattere di una vera e propria emergenza mondiale, unitamente alle mutate condizioni atmosferiche, che ne hanno accentuato l'intensità.
Il problema delle polveri sottili in eccesso, rilevato quotidianamente e per lunghi periodi, diventa una vera e propria minaccia per la salute pubblica in coincidenza con periodi di siccità e assenza di movimento d'aria.
Il tentativo di porre rimedio a tale criticità attraverso limitazioni del traffico nei luoghi più affollati, non rappresenta certamente la soluzione al problema, il quale, ha bisogno di una serie di interventi strutturali ben precisi per ritornare nell'ambito di una discreta normalità.
Scarichi di fumi industriali, camini, stufe a pellet, caldaie a gasolio di vecchia generazione rappresentano la maggior parte delle cause d'inquinamento.
Con riferimento alle fonti inquinanti proprie delle attività domestiche, il Governo, con la Legge N.90 del 2013, al fine di migliorare la qualità dell'aria ha reso obbligatorio lo scarico dei fumi a tetto mediante canne fumarie sia per edifici monofamiliari che per grossi condomini.
Gli unici scarichi a parete concessi sono rappresentati da quelli delle nuove caldaie a condensazione, da apparecchi convenzionali a basse emissioni di ossido di azoto, oltre che da apparecchiature a camera stagna conformi in ordine di rendimento alla normativa europea, riportata nella Direttiva Europea 200532/CE.
Per chi ha ancora a disposizione una caldaia convenzionale a camera aperta è obbligatorio convogliare i fumi fino al tetto singolarmente, o in apposite canne collettive ramificate, disposte a norma di legge.
Le deroghe a tali limitazioni, si riferiscono ad apparecchiature installate prima del 31 agosto 2013 provviste di scarico a parete, con posizionamento della parte terminale di tale tubazione conforme a quanto previsto dalle norme UNI 7129.
Inoltre, laddove specifici vincoli di tutela impediscono di portare tubazioni al di sopra del tetto, ad esempio nei casi di ristrutturazione di immobili siti nei centri storici, per derogare a ciò occorrerà l'attestazione di un professionista abilitato, il quale dimostri l'impossibilità di realizzare condotti fumari al di sopra del tetto.
Oltre alla normativa generale valida per tutto il territorio Nazionale, le diverse regioni hanno emanato dei provvedimenti tesi a limitare tali immissioni nocive, differenti per aree e zone urbane, oltre che per le diverse attività svolte.
Le Regioni maggiormente interessate al fenomeno dell'inquinamento dell'aria, come quelle del bacino padano, dal 2017 hanno sottoscritto un accordo teso all'attuazione di adeguate misure congiunte, finalizzate al miglioramento della qualità dell'aria.
Tali misure, in vigore dal 1 ottobre 2018 e previste anche per il successivo biennio, riguardano in particolar modo tutte quelle fonti di calore derivanti principalmente dalla combustione della legna.
Per tale motivo, le restrizioni previste riguardano in particolar modo stufe a legna ed a Pellet, caminetti e forni a legna. Tali limitazioni sono scaturite in seguito ai rilievi effettuati in presenza di combustione con biomasse a legna, causa rilevante di inquinamento da Pm10, meglio noto come polveri sottili.
Infatti, dai rilievi effettuati dagli organi regionali preposti alla tutela ambientale, è risultato che le emissioni di un camino aperto tradizionale, sono le principali fonti di inquinamento domestico unitamente a quelle di una tradizionale stufa a legna.
A parità di esercizio e durata, apparecchiature energetizzate a metano inquinano in maniera trascurabile rispetto alle precedenti.
Generalmente, nei periodi in cui la presenza di PM10 supera per almeno tre giorni il limite consentito dalla legge, ogni Regione può ulteriormente esercitare azioni restrittive, se quelle già normate dovessero risultare insufficienti.
Regioni come il Piemonte e l'EmiliaRomagna hanno emanato provvedimenti restrittivi per l'impiego di apparecchiature a biomassa legnosa, in particolare l'Emilia Romagna non consente più l'utilizzo dei camini aperti a legna e delle stufe a pellet, grazie alla legge regionale anti-inquinamento approvata lo scorso anno ed entrata in vigore il 1° ottobre 2019.
Questa direttiva, che avrà validità dal 1° ottobre al 31 marzo di ogni anno, si riferisce a quei Comuni che si trovano al di sotto dei 300 metri di altitudine.
Anche nei casi più restrittivi, comunque sono state previste diverse condizioni in cui è possibile impiegare tali camini, come nel caso di abitazioni sprovviste di altri sistemi di riscaldamento o nei casi di impianti già preesistenti appositamente certificati.
I sindaci dei Comuni interessati da tali provvedimenti restrittivi hanno manifestato il loro disappunto, adducendo a sostegno di tale atteggiamento la complessità dei provvedimenti da adottare e la difficoltà di poter controllare in maniera radicale tali emissioni.
Ma come è logico aspettarsi, sicuramente nei primi periodi di applicazione delle leggi verrà concessa più tolleranza, per dare modo alla popolazione di provvedere ad adottare le adeguate misure antinquinamento.
Alcuni Comuni hanno comunque deliberato, nei casi più critici di inquinamento, provvedimenti che impongono l'impiego di abbattitori di fumo sulle canne fumarie di camini e stufe di vecchia generazione.
A tal proposito, occorre fare un po' di chiarezza circa l'impiego di queste apparecchiature; queste vanno scelte con molta attenzione, dopo aver valutato con personale competente il tipo di dispositivo da applicare, in ragione della potenza della fonte di combustione oltre che del tipo di attività a cui è preposta.
In commercio sono disponibili dei dispositivi da applicare in sommità della canna fumaria, costituiti da un contenitore a tenuta riempito d'acqua, con il compito di abbattere l'immissione di polveri, odori, ecc.
Tali dispositivi nella loro forma più semplificata non riescono ad abbattere più del 30-40% di immissioni nocive, oltre a comportare problemi di manutenzione per lo svuotamento della vaschetta contenete acqua e fuliggine disciolta.
Proprio la fuliggine costituisce il pericolo maggiore per la sicurezza del camino oltre che per l'ambiente. Infatti, essa è composta da microparticelle di carbonio che si depositano sulle pareti delle canne fumarie, costituendo nel tempo un vero e proprio strato incrostante, provocando malfunzionamento e rischio di incendio derivante da un tiraggio di fiamma improvviso capace di accendere le incrostazioni.
Per rimediare a tale situazione, occorre dunque impiegare degli abbattitori capaci di neutralizzare circa il 100% delle polveri prodotte dalla combustione, unitamente agli odori conseguenti. Pensare di risolvere il problema con poche centinaia di euro, risulta uno spreco di denaro: occorre spendere molto di più, nell'ordine di 2000-3000 euro per raggiungere lo scopo.
Ovviamente, tali costi tengono anche conto del relativo impianto idraulico da affiancare all'abbattitore per renderlo capace di purificare i fumi.
I costi variano anche in virtù del tipo di apparecchiatura a cui si applica e delle quantità di emissioni da trattare.
Generalment,e la struttura di un buon abbattitore di fuliggine ad acqua è costituita da un involcro in acciaio inox (che custodisce al suo interno una torre di lavaggio), da un motore elettrico e da una serie di raccordi disposti per il carico dell'acqua pulita e per lo scarico dell'acqua sporca.
L'installazione di un abbattitore può essere effettuata all'interno, superiormente alla fonte di emissione dei fumi. Normalmente si preferisce una superficie piana disposta sul tetto; quando ciò non è possibile si può interporre l'abbattitore all'interno del percorso della canna fumaria.
Occorre tener presente che le tubazioni di raccordo con la canna fumaria devono necessariamente essere in acciaio inox. Inoltre, va disposto un idoneo collegamento di messa a terra, oltre a un magnetotermico in dotazione.
Il consumo giornaliero di acqua per il lavaggio varia a seconda delle dimensioni dell'impianto e della durata dell'esercizio, ma comunque la sua incidenza in termini economici risulta di pochi centesimi di euro.
Dopo aver chiarito le caratteristiche dell'abbattitore, è bene porre attenzione ad alcuni elementi fondamentali prima di procedere all'acquisto di tale dispositivo.
Per prima cosa, consiglio di farsi affiancare da un tecnico del settore o da un venditore competente per acquisire i dati fondamentali necessari, come il diametro della canna fumaria, la portata d'aria dell'apparecchio a cui si dovrà applicare l'abbattitore. Ciò è fondamentale, in quanto, l'abbattitore da impiegare dovrà avere una portata uguale o maggiore di quella dell'apparecchio di cui si vogliono abbattere i fumi.
Per quanto riguarda la manutenzione di un abbattitore, dipende ovviamente dal tipo di esercizio e dal numero di ore dello stesso. In linea di massima una puliziamensile può essere sufficiente per avere sempre un apparecchio riscaldante efficiente, con un miglior tiraggio e una migliore resa termica e soprattutto senza immissioni nocive nell'ambiente.
|
||