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La pietra serena è una particolare varietà di roccia arenaria di colore grigio.
Si tratta di un materiale molto apprezzato, considerato nobile e utilizzato da molti secoli soprattutto per l'esecuzione di sculture ed elementi ornamentali negli edifici di pregio.
In alcuni casi costituisce anzi il vero e proprio elemento distintivo di un certo stile o dell'opera di un grande architetto: Filippo Brunelleschi la utilizzò in numerosi edifici come l'Ospedale degli Innocenti o la Cappella Pazzi a Firenze, accostandola all'intonaco bianco per ottenere una bicromia di tono neutro ma assai suggestiva.
La sua massima diffusione si ebbe in Toscana e in particolare nella zona di Firenze, ma divenne molto popolare anche in altri contesti: gli edifici storici di Bologna conservano infatti splendide soglie e intere scale con gradini proprio di pietra serena, molto ben lavorati e rifiniti.
Fu anche il motore dell'economia di interi Paesi, dando lavoro a numerose famiglie e generando vere e proprie tradizioni locali: ad esempio gli anziani abitanti di Fiesole ricordano tuttora gli scalpellini delle cave di Montececeri.
La pietra serena è insomma un materiale antico, ricco di storia ed esteticamente affascinante, che sebbene mai caduto in disuso sta vivendo una fase di riscoperta.
Dal punto di vista estetico e materico la pietra serena si riconosce soprattutto per la grana, le venature e il colore.
A seconda della cava di provenienza la grana si presenta da medio-fine a grossolana; la tessitura è omogenea e si caratterizza per le minute pagliuzze dorate dovute a piccole scaglie di Mica.
Il colore è intenso, variabile dal grigio-azzurro al color ferro in base alla varietà.
Sono possibili ampie venature più scure o, in caso di contaminazione con l'arenaria gialla, perfino color ocra o tendenti al brunastro: in quest'ultimo caso la pietra viene però considerata di qualità inferiore.
Non è lucidabile ma può essere ben levigata. Si lavora facilmente e ha una discreta resistenza alla compressione. Molto resistente all'usura, risulta però vulnerabile alle intemperie e soprattutto all'erosione causata dal vento e ai cicli di gelo e disgelo, a cui reagisce con un degrado caratteristico: formazione e successiva caduta di scaglie piatte parallele alla superficie (esfoliazione), disgregazione e allo stadio più avanzato polverizzazione completa.
Come tutti i tipi di pietra arenaria è molto sensibile anche all'inquinamento armosferico: le piogge acide, infatti, degradano la roccia trasformandola in una matrice gessosa che ingloba le particelle di smog. Il risultato è la crosta nera, un'incrostazione dura, spessa e tenace che tende a distaccarsi polverizzando il materiale sottostante.
Si conoscono numerose varietà di pietra serena tra cui la pietra di Firenzuola e l'arenaria macigno, derivanti soprattutto da specifiche cave. Le principali zone di estrazione si trovano in Toscana, a Pescia in provincia di Pistoia, a Fiesole, Firenzuola, sul Monte Albano e nel Chianti fino al Monte Cetona.
La sua origine è sedimentaria, perché si forma per deposizione e successiva cementazione di sabbie di vario tipo, anticamente facenti parte di un deserto, del letto del fiume o dei fondali di un lago o del mare. I banchi di arenaria presentano dunque un tipico aspetto a strati orizzontali sovrapposti e sono particolarmente ricchi di fossili, soprattutto conchiglie bivalvi, ammoniti e piccoli pesci.
La pietra serena trova tutt'ora innumerevoli applicazioni nell'edilizia, nella scultura e nell'arredamento.Grazie alla sua resistenza all'usura è ad esempio molto utilizzata per le pavimentazioni da esterni: le strade dei centri storici di Siena, Arezzo e Firenze sono lastricate proprio con grossi blocchi di questa pietra, tuttora rilavorati o sostituiti una volta consumati.
Anche i cortili, i marciapiedi o i vialetti dei giardini privati sono spesso caratterizzati da pavimentazioni in pietra serena, generalmente sotto forma di schegge irregolari con dimensioni variabili o lastre rettangolari o quadrate.
Troviamo poi innumerevoli soglie di edifici, davanzali delle finestre, portali, cornici o elementi decorativi come statue, fontane, balaustre o bassorilievi: questi elementi vengono tuttora fabbricati da aziende specializzate come Raspanti o Frosini Pietre secondo antiche tecniche artigianali soprattutto per sostituire gli elementi ormai ammalorati degli edifici tradizionali.
Anche nell'architettura d'interni troviamo numerose scale in pietra serena, pregiati pavimenti di lastre o caminetti.
Molto interessanti sono infine le applicazioni nell'arredamento, soprattutto per l'esecuzione di splendidi lavandini rustici per la cucina o lavatoi di sapore decisamente retrò, per la costruzione di panche da giardino, piani di tavoli o top per cucine: in quest'ultimo caso occorre però trattare la pietra con prodotti idrorepellenti specifici e ripetere l'applicazione almeno una volta l'anno.
La lavorazione della Pietra Serena comincia con l'estrazione in cava dei blocchi grezzi, ricavati generalmente con l'uso di apposite seghe diamantate.
Successivamente, i blocchi vengono selezionati in base alle dimensioni e al loro pregio: le varietà più resistenti vengono ad esempio destinate alle pavimentazioni da esterni, mentre quelli esteticamenteperfetti, con una grana e un colore perfettamente uniformi, sono utilizzati per la creazione di statue o elementi ornamentali. Le spesse lastre per le pavimentazioni stradali possono infine mostrare anche lievi imperfezioni come le venature giallastre.
É però molto importante che il blocco grezzo sia privo di gravi difetti, come fessure o zone esfoliate.
A questo punto si passa alla sbozzatura, che può prevedere il taglio in lastre di spessore determinato o una prima sgrossatura per trasformarlo in un oggetto particolare: in queste operazioni vengono generalmente utilizzati macchinari specifici come seghe a disco per la pietra o martelli pneumatici.
La lavorazione degli elementi ornamentali viene però tuttora eseguita manualmente da esperti artigiani secondo le tecniche tradizionali: gli strumenti più utilizzati sono scalpelli e mazzuoli di varie dimensioni, subbie e mole a disco con polvere abrasiva.
Le lastre ricevono invece una finitura superficiale variabile in base al loro specifico impiego.
Sono infatti diffuse ben dodici lavorazioni diverse, in base alle quali la superficie può diventare:
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