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Le acque meteoriche durante le precipitazioni atmosferiche si depositano spesso sulla copertura di una casa e di un edificio in genere, soprattutto se di tipo piano.
Per evitare grossi accumuli di acqua che possono essere dannosi per il solaio di copertura deve essere predisposto un sistema di scarico delle acque pluviali.
Questo sistema è costituito da diversi elementi:
- i canali di gronda di raccolta delle acque meteoriche,
- le colonne di scarico o pluviali
- i collettori orizzontali
- le fosse disperdenti.
In primis però devono essere progettate le pendenze del solaio di copertura, in modo che le acque meteoriche vengano convogliate in uno o più punti di raccolta.
Quando il solaio di copertura è del tipo piano, le pendenze si possono ottenere creando un massetto di calcestruzzo leggero, dando all'estradosso l'inclinazione voluta, necessaria affinché si abbia un corretto deflusso delle acque meteoriche.
In un solaio di copertura si definiscono due punti precisi: la linea di gronda, ovvero il punto a quota più bassa verso cui defluisce l'acqua, e la linea di colmo, il punto più alto del tetto dal quale l'acqua invece tenderà ad allontanarsi.
In prossimità della linea di gronda lo spessore del massetto per piccole pendenze è di circa 1-2% e per estensioni modeste deve avere uno spessore di almeno 3 cm, valore che tenderà ad aumentare verso la linea di colmo dove raggiungerà il massimo.
Bisogna fare attenzione a non fare percorsi troppo estesi perché questo potrebbe portare a spessori troppo elevati in prossimità della linea di colmo, che andranno solo a sovraccaricare la struttura del solaio di copertura.
Infatti, quando si raggiungono pendenze elevate superiori al 2% è opportuno ridurre l'estensione delle falde creando altre linee di scolo o altri punti di scarico delle acque.
In media ogni 80-100 mq dovrà essere presente uno scarico pluviale.
Se non è possibile creare altri punti di scarico allora si potrà optare per un massetto in cls alleggerito, che prevede l'utilizzo di mattoni forati, con cui è possibile ottenere un massetto più alto e molto leggero. Questo presenta al suo interno un'ulteriore camera d'aria in aggiunta a quella già formata dalle pignatte nel solaio.
Le pendenze si possono anche formare costruendo dei muretti, fatti di mattoni forati o di tavelle di cemento pomice, al di sopra dei quali si potranno disporre dei tavelloni in pendenza, ricoperti da uno strato costante, dello spessore di 2-3 cm di conglomerato leggero.
Durante la fase di progetto o di adeguamento di un solaio di copertura, per regolare le pendenze occorre stabilire a priori:
- se si vuole raccogliere l'acqua in più punti di raccolta già esistenti- se si vuole creare un canale di gronda disposto perimetralmente all'intero solaio di copertura.Nella seconda ipotesi, il canale dovrà avere delle sue pendenze in modo da convogliare l'acqua in uno o più discendenti pluviali esterne.
Se i punti di raccolta sono prefissati, la copertura presenterà un muretto che corre perimetralmente a essa.
La stessa superficie sarà suddivisa in microaree con delle pendenze apposite in modo tale che l'inclinazione della singola falda convogli l'acqua nei punti di raccolta già esistenti.
Graficamente si rappresenteranno con una linea continua le linee di colmo, mentre la linea tratteggiata definisce le linee di impluvio. Queste ultime dovranno essere tutte convergenti verso il punto di raccolta, meglio identificato come il bocchettone.
Le frecce aiuteranno la comprensione del grafico indicando il verso di scorrimento dell'acqua.
Durante la fase di definizione delle pendenze del tetto e delle aree di deflusso, bisognerà prestare particolare attenzione al posizionamento delle linee di colmo e di gronda.
inoltre, bisognerà evitare di indivuare aree troppo piccole o troppo estese, così che l'acqua piovana possa defluire in modo omogeneo su tutte le superfici del tetto.
Quando si progetta una copertura, la fase di dimensionamento delle aree, delle pendenze, della posizione delle linee di colmo e delle linee di impluvio, nonché la scelta del il tipo di bocchettone da utilizzare, costituiscono passaggi cruciali che vanno studiati in maniera molto attenta e precisa al fine di garantire un corretto deflusso delle acque meteoriche in copertura.
L'errato progetto, in molto casi sottodimensionato, è la causa principale dei fenomeni di infiltrazione che si manifestano negli appartamenti degli stabili condominiali posti agli ultimi piani, che spesso sfociano in veri e propri procedimenti civili.
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