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I pavimenti per esterni in sampietrini, cioè costituiti da una serie di cubetti in pietranaturale a spacco, sono un'ottima alternativa a materiali più moderni come il gres porcellanato da esterno.
Si tratta infatti di una soluzione di uso plurisecolare, attestata fin dal '600 per pavimentare spazi urbani di grandissimo pregio come Piazza San Pietro a Roma: il nome sampietrino deriva proprio da questo fatto. Costituisce una variante più regolare e raffinata dei tradizionali acciottolati, risultando meno pericolosa per i pedoni soprattutto in caso di pioggia e più agevole per il traffico veicolare.
I sampietrini sono perciò diffusi in tutta Italia, con alcune leggere varianti relative alla dimensione dei blocchetti, al materiale utilizzato, alle modalità di posa in opera e alla loro denominazione: a Bologna sono ad esempio detti bolognini.
I sampietrini sono molto utilizzati ancora oggi per i loro innegabili vantaggi: sono infatti relativamente economici, resistenti, duraturi,facilmente reperibili in caso di necessità, piacevoli esteticamente e compatibili con qualsiasi contesto ambientale; garantiscono inoltre una buona permeabilità e un buon drenaggio del terreno in caso di pioggia o accumuli di neve.
Si caratterizzano inoltre per una buona elasticità e resistenza alle vibrazioni, ma la superficie irregolare li rende inadatti al passaggio di veicoli veloci per la loro rumorosità.
Le migliori applicazioni per i sampietrini sono dunque:
I materiali più adatti per i sampietrini per esterno sono le rocce particolarmente dure, non porose, caratterizzate da un'ottima resistenza meccanica e all'usura e generalmente di origine vulcanica: a seconda delle zone troviamo infatti porfido, forse il più utilizzato in assoluto, gneis, granito, trachite e basalto. Assai più rari sono invece i cubetti di selce, calcare o altre rocce sedimentarie.
Anche le dimensioni sanpietrini possono variare. I formati più comuni proposti dalle aziende del settore come Pavimentazioni Avi Porfidi sono: cubetti 4/6, 6/8, 8/10 e 10/12; tozzetti 6/8 bassi e 8/10 bassi; e infine cubetti a testa quadrata con lato di 10 cm e spessore di 4/6, 6/8 o o 8/10 cm.
Si tratta però di dimensioni puramente indicative, perché i cubetti, essendo spaccati manualmente con un colpo secco, non hanno lati perfettamente rettilinei e dimensioni standard.
Date tuttavia le modalità di posa, tali differenze non influiscono negativamente sulla resa estetica della pavimentazione.
Anche lo schema di posa influenza la forma dei blocchetti, perché le tessiture secondo direttrici curvilinee richiedono elementi di forma leggermente trapezoidale, mentre i cubetti a testa quadrata vengono prodotti appositamente per la posa in file rettilinee.
I pavimenti da esterno in sampietrini presentano infatti un'ampia gamma di possibili disposizioni:
Si tratta spesso di soluzioni assai decorative, che con l'uso di cubetti di varie tipologie di pietra danno risultati estetici di grande qualità: una pavimentazione per esterni realizzata dall'azienda Avisio Porfidi prevede ad esempio una rosa celtica o fiore della vita a sei petali in cubetti di pietra gialla bordati da elementi in marmo verde a sua volta racchiusi da una serie di cerchi intrecciati gialli, grigio chiaro e verde scuro.
In altri casi, come testimonia la produzione dell'azienda Porfidi Roberto si può invece realizzare un lastricato in porfido con inserti decorativi di ciottoli e lastre di pietra oppure ampi settori quadrati o circolari con i sampietrini delimitati da bordure o fasce di masegni, lastre irregolari o vere e proprie piastrelle da esterno in pietra naturale.
La realizzazione delle pavimentazioni per esterni in cubetti di porfido non risulta particolarmente complessa ma richiede molta cura per ottenere un piano di calpestio perfettamente complanare, stabile, resistente, duraturo e piacevole alla vista.
Come nell'esecuzione delle altre pavimentazioni esterne a secco la prima fase è la predisposizione del sottofondo, che normalmente è formato da numerosi strati e risulta molto simile a quello adottato per gli autobloccanti. Dal basso verso l'alto abbiamo dunque:
La lavorazione vera e propria si articola invece in diverse fasi: per prima cosa occorre infatti rimuovere la pavimentazione preesistente o preparare il terreno asportando i sassi, le radici, la vegetazione infestante e il primo strato del terriccio, battendo il piano risultante per ottenere una superficie piana, orizzontale e costipata.
Si passa quindi alla stesura dello stabilizzato, generalmente a sua volta suddiviso in uno strato inferiore a pezzatura molto grossolana e uno strato superiore con granulometria di circa 1 cm.
É consigliabile livellare e costipare anche questo strato con un rullo compressore meccanico o manuale e quindi proteggerlo con uno strato di tessuto non tessuto.
Il vero e proprio sottofondo per i sampietrini è invece formato da un ulteriore strato di sabbia grossolana (sabbione), sabbia mista a calce o pozzolana oppure malta di calce addittivata con caolino: quest'ultima soluzione, nota come malta porcellana e diffusa nella zona di Genova, costituiva il tradizionale sottofondo dei rissêu o acciottolati liguri a disegni.
La fase successiva consiste nella vera e propria sistemazione dei cubetti, che vengono posizionati manualmente uno per volta secondo un disegno prefissato, normalmente aiutandosi con delle guide costituite da fili ben tesi e regoli di legno.
Ogni sampietrino viene infisso saldamente nel sottofondo fino alla quota di calpestio battendolo leggermente con un martello o un mazzuolo in legno.
Una volta completata l'intera pavimentazione si passa alla stuccatura delle fughe, che può essere eseguita con semplice sabbiella fina o con boiacca di cemento: la prima soluzione è preferibile, perché la boiacca di cemento è poco flessibile e, in caso di assestamento della pavimentazione o in seguito alle vibrazioni del traffico, potrebbe facilmente lesionarsi.
Inoltre, la sabbia risulta maggiormente permerabile e garantisce quindi un miglior drenaggio delle acque.
Per lo stesso motivo la pavimentazione non deve mai essere perfettamente orizzontale, ma presentare un andamento trasversale a schiena d'asino o viceversa una leggera pendenza centrale per convogliare l'acqua nei tombini o caditoie; la pendenza minima consigliata di almeno l'1-1,5%.
L'ultima fase di lavorazione è il lavaggio mediante la spruzzatura di acqua per eliminare la sabbia o il cemento in eccesso.
Un'azienda specializzata nella realizzazione di questo tipo di pavimenti e rivestimenti in pietra naturale per esterno è Castelli Romani, che oltre a lavorare un materiale delicato ma molto diffuso come il porfido, vanta anche una grande esperienza nella lavorazione di altre pietre naturali come la pietra di Trani , la quarzite etc.
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