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Il degrado che si manifesta con il trascorrere del tempo sull'involucro edilizio, dipende non solamente da: caratteristiche dei materiali, fattori naturali ed esposizione diretta agli agenti atmosferici, ma anche da altri aspetti legati a determinate condizioni.
Si pone ad esempio il caso delle zoccolature dei fabbricati, realizzate non solamente per esigenze estetiche, ma anche come protezione della parte basamentale delle facciate esterne.
Per rendere maggiormente comprensibile l'importanza di quest'argomento, si espongono a seguire alcune soluzioni architettoniche dove sono evidenziate anche alcune criticità.
È indiscutibile che, fino agli inizi del secolo scorso, il traffico veicolare sia stato costituito prevalentemente da carri, piuttosto che da autoveicoli a motore.
Per queste condizioni in corrispondenza degli spigoli dei fabbricati, i costruttori erano soliti collocare degli sporti in pietra che permettevano di tenere a debita distanza la ruota e il mozzo, proteggendo di fatto la superficie muraria.
Oramai ai giorni nostri è anacronistico inserire queste protezioni nei nuovi edifici, ma rimane tuttavia la testimonianza storica di un ottimo sistema studiato per la condizione di quei tempi.
Anche se solitamente il fabbricato è delimitato da un marciapiede, non è difficile riscontrare sulla parte bassa delle macchie di sporco dovuto a schizzi di acqua e fango sollevati dagli autoveicoli, o causati dai pedoni che transitano vicino al muro.
A questo problema si associa anche un altro aspetto, piuttosto particolare, determinato dall'abitudine di certi animali di soddisfare i propri bisogni in corrispondenza di queste zone e negli spigoli.
Non è argomento di quest'articolo indagare su queste abitudini, peraltro accettate da alcuni proprietari, ma solamente sul danno che i componenti di questi liquidi provocano sulle superfici murarie.
Questi effetti sono maggiormente evidenti in materiali porosi come la pietra, piuttosto che in rivestimenti più compatti come le ceramiche.
Da queste considerazioni nasce l'opportunità di utilizzare prevalentemente materiali poco permeabili, ma rimane tuttavia da considerare un altro aspetto, derivato dalla traspirazione della muratura a seguito di risalita capillare di acqua dal sottosuolo.
Sul problema poc'anzi citato, esistono adesso diversi sistemi anche in termini di restauro edilizio, ma può essere utile descrivere un metodo utilizzato nell'area del Ragusano, fino agli inizi del 900, con l'impiego della pietra asfaltica come materiale costruttivo.
La caratteristica di questa pietra, d'origine calcarea, deriva dal fatto che, trovandosi in un territorio ricco di petrolio, si è impregnata nel corso dei secoli di bitume rendendola impermeabile.
Per tale peculiarità i costruttori dell'epoca utilizzavano questa pietra per la parte basamentale degli edifici, fino a circa un metro di altezza della quota esterna, per combattere la risalita di acqua dal sottosuolo.
Non mancava chiaramente anche un aspetto estetico determinato dalla possibilità di sagomare le superfici esterne oltre che creare un particolare gioco in chiaro scuro tra la parte bassa del fabbricato e quella alta realizzata con pietra bianca intagliata.
Giacché gli oli presenti in superficie sono soggetti a evaporazione, solitamente s'impregnava la superficie con prodotti specifici con lo scopo di mantenere questa differenza cromatica.
Ovviamente esistono altre soluzioni per realizzare la zoccolatura degli edifici, scelte in conformità a diverse esigenze personali e architettoniche.
Si va, infatti, dal tradizionale blocco rifinito a cemento e con intonaco di altro colore, fino a materiali più ricercati come pietre, marmi ed elementi ceramici.
La prima soluzione rimane ovviamente una scelta semplice e facile da eseguire, e che si compone solo di un aspetto cromatico.
Per la seconda, invece, si ha necessità di uno studio più approfondito che tiene conto delle caratteristiche architettoniche del fabbricato.
Rimane evidente la possibilità di realizzare la zoccolatura già in fase di esecuzione dell'opera, o eventualmente anche in concomitanza con lavori di ristrutturazione della facciata esterna.
Rientrano nella prima categoria le parti basamentali di edifici di notevole pregio storico, dove si possono notare delle interessanti modanature o parti murarie eseguite con sistema Bugnato, molto apprezzato in ambito architettonico.
Non è raro riscontrare in certe situazioni che, all'insorgere di macchie dovute a risalita capillare, si cerchi di eliminare la causa rivestendo la parte interessata con materiali che non permettono una naturale traspirazione della struttura muraria.
Solitamente con questa soluzione si può assistere a un altro fenomeno, ossia la ricomparsa del degrado sopra la cintura del rivestimento.
È evidente che vi sono delle cause naturali che spiegano questo evento ma, quello che deve fare riflettere è che, questa struttura edilizia, non è una soluzione puramente estetica bensì conseguente a un'analisi complessiva.
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