|
Arrivano le prime giornate calde e molti pensano di utilizzare un climatizzatore o un condizionatore, oppure ad acquistarne uno se ancora non ne sono dotati. Per quanto riguarda la terminologia di riferimento per i climatizzatori, una specifica direttiva europea fornisce precise indicazioni.
In primis, i parametri generali da tenere in considerazione per la valutazione di un climatizzatore sono: la temperatura, il grado di umidità, la circolazione dell'aria, la purezza ed il livello sonoro prodotto dall'unità interna ed esterna.
Relativamente all'impostazione della temperatura interna, le norme indicano un valore di riferimento per la stagione estiva di 26 °C, con un'incertezza di più o meno 1 o 2 gradi, ed una differenza, dalla temperatura esterna, di circa 5 o 6 gradi centigradi, valori, quest'ultimi, generalmente diversi da quelli poco salutari adottati dalla maggior parte delle persone.
Per quanto riguarda l'umidità, il valore di percentuale relativa dovrebbe essere compreso fra il 40% e il 60%. Il controllo dell'umidità può essere ottenuto utilizzando umidificatori e deumidificato ri. È bene evidenziare che, riducendo l'eccesso di umidità nell'aria, migliorano le condizioni di abitabilità della casa, diminuendosi anche la percezione del calore, che viene più facilmente smaltito dal corpo umano.
Le norme indicano valori di riferimento anche per quanto riguarda l'impostazione della velocità dell'aria e, in ogni caso, occorre evitare di direzionare i getti di aria sulle posizioni occupate da persone, quali divani, letti o punti di passaggi frequenti. I getti d' aria dovrebbero essere costanti ed uniformi, con velocità generalmente inferiori al metro al secondo.
Per quanto riguarda la rumorosità, essa costituisce una delle principali fonti di disturbo della quiete nelle moderne abitazioni, sia per gli ambienti interni sia per quelli esterni. La tranquillità delle zone esterne potrebbe essere lesa dai rumori della classica moto condensante.
La purezza dell'aria è un aspetto che ha assunto un'importanza crescente negli anni, non trascurabile se si considera che un climatizzatore lavora sempre sulla stessa aria presente in una camera, aria che generalmente deve essere fatta circolare sulla batteria cinque o sei volte per essere abbassata di qualche grado.
Esistono attualmente in commercio una vasta gamma di prodotti per la filtrazione dell'aria, dei quali segue una breve descrizione relativa alle tipologie di filtri più diffusi per le più comuni esigenze. I filtri elettrostatici, costituiti da lamine caricate alternativamente con cariche positive e negative, attirano e trattengono la polvere in sospensione e gli allergeni, sono lavabili e non vanno sostituiti.
I filtri ai carboni attivi, grazie alla loro porosità, assorbono sia le molecole organiche provenienti dal corpo umano sia organismi presenti nell'ambiente, sono in grado di eliminare i cattivi odori ed hanno una durata limitata, ragione per cui vanno periodicamente sostituiti.
Per chi soffre di allergie o di asma, sono particolarmente indicati i filtri al plasma che deodorano l'aria e sono riutilizzabili più volte dopo essere stati puliti.
Come ormai noto a tutti, sono tre le tecnologie di riferimento per i climatizzatori: quella delle pompe di calore, la tecnologia on/off e la tecnologia ad inverter. I climatizzatori a pompa di calore, oltre alla produzione del freddo in estate, possono anche riscaldare in inverno.
Il vantaggio fondamentale di tale tecnologia è il recupero di calore dall'ambiente esterno anche quando ci sono pochi gradi centigradi, utilizzati per l'evaporazione del fluido frigorigeno nel ciclo di lavoro della macchina.
La tecnologia on/off è quella più datata, il climatizzatore funziona alternando periodi di attivazione a periodi di disattivazione: quando l'ambiente comincia ad essere troppo freddo, il compressore si arresta, superata una determinata temperatura in ambiente, invece, il climatizzatore riparte.
I consumi e le sollecitazioni elettromeccaniche delle macchine on/off sono ridotti nel caso della tecnologia ad inverter perché quest'ultima fa lavorare in modulazione il compressore per almeno 6 od otto ore senza spegnerlo, variando la frequenza di compressione con le variazioni dei carichi termici.
|
||