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Nella mia esperienza professionale, mi è capitato spesso di assistere a discussioni aventi per oggetto la differenza che intercorre tra una muratura portante e non.
Tale differenza, purtroppo poco chiara anche a alcuni addetti ai lavori, risulta la principale causa di interventi edilizi abusivi e non solo, mal eseguiti e responsabili di danni anche gravi.
Nelle brevi note che di seguito mi appresto a scrivere, intendo fare un po' di chiarezza in merito, senza inoltrarmi in approfondimenti di natura specialistica, che non possono certamente esaurire l'argomento in questa sede.
Cominciamo subito a chiarire che non esistono murature non portanti.
Infatti, anche una muratura priva di carico sovrapposto deve in ogni caso sopportare il peso proprio. Pertanto, va calcolata adeguatamente in virtù dell'area di influenza dei carichi da sopportare, delle sue caratteristiche geometriche e dei materiali con cui s'intende realizzarla.
Alla luce di quanto sopraesposto, si comprende come tutte le murature sono di fatto portanti, anche se si distinguono tra loro principalmente per il tipo di sollecitazione a cui devono opporsi.
Esistono quindi, indipendentemente dai materiali con cui sono realizzate, murature che contrastano principalmente spinte orizzontali e carichi verticali.
A titolo di esempio, possiamo citare i muri di sostegno dei pendi, o i contrafforti di molte costruzioni creati per contenere le spinte fuori piano delle murature dissestate.
Una costruzione in muratura, è costituita da diverse parti strutturali, le quali per essere in equilibrio tra loro devono essere dimensionate in maniera opportuna, al fine di resistere ai carichi di esercizio statici, oltre che a quelli dinamici, conseguenti a sollecitazioni eccezionali come terremoti, scuotimenti, ecc.
Una volta realizzata, una costruzione in muratura, raggiunge nel tempo un suo equilibrio statico, che li permette di sopportare i carichi di esercizio, previsti in seguito al calcolo eseguito da uno strutturista.
Quando si interviene per modificare la configurazione degli spazi interni di tali costruzioni, di frequente si commette l'errore di considerare poco importante la demolizione di piccoli tratti di muratura, o peggio ancora, la sua completa demolizione.
Tale convincimento deriva dal fatto che in esperienze simili a quella da noi realizzata, tutto è andato bene e pertanto è inutile preoccuparsi come pure è inutile rivolgersi ad un professionista in materia, per poter progettare un intervento adeguato.
In tal modo, oltre a commettere un abuso edilizio, si corre il rischio di innescare l'inizio di un dissesto statico, con conseguenze anche molto gravi.
Un errore molto comune che i non addetti ai lavori commettono nel decidere se una muratura è importante dal punto di vista statico, è quello di considerare l'importanza della sua funzione statica in virtù del materiale con cui è realizzata.
Pertanto, in conseguenza di ciò, si pensa che un tamponamento in laterizio, o un tramezzo in laterizio, siano facilmente eliminabili, in quanto costruiti con materiali poco resistenti.
Tale concezione, è altresì foriera di non poche conseguenze di natura statica e giuridica, per chi senza adeguata autorizzazione e progettazione statica, proceda in tal senso.
Per chiarire meglio il concetto, occorre ricordare a chi legge che esistono delle Norme Ministeriali di natura tecnica, le quali indicano le procedure da eseguire e le relative verifiche da fare a cura di un professionista abilitato, per poter realizzare ex novo o modificare una costruzione esistente.
In tal senso si esprimono, infatti, anche le nuove norme tecniche Ministeriali del gennaio 2018, che riguardano anche le verifiche sismiche richieste per gli elementi secondari non strutturali.
Le norme suddette, hanno racchiuso principalmente in due gruppi tali elementi secondari, ai quali è comunque affidata una funzione statica, nell'ambito dell'equilibrio statico di una costruzione.
Tali murature si distinguono tra elementi che influenzano il comportamento globale della struttura grazie alla loro rigidezza, massa e resistenza, e murature che non influenzano la risposta strutturale, ma che comunque devono essere tenute in conto nell'analisi della struttura con la loro massa, ai fini della corretta determinazione dei carichi gravitazionali e sismici.
Come si può ben comprendere, anche i trascurati tompagni e aggiungo anche alcuni tipi di tramezzi, fanno parte, secondo le nuove norme tecniche delle parti strutturali da considerare.
Cosa comporta in pratica quanto sopra descritto, qualora siano stati effettuati dei lavori senza le dovute autorizzazioni, che abbiano interessato spostamenti di tamponamenti e tramezzi?
Ebbene, se l'edificio in cui è avvenuta la modifica, è stato realizzato considerando nel calcolo il contributo di tali elementi, per poter sanare l'abuso occorrerà anche una nuova verifica strutturale dell'intera struttura.
Occorre considerare comunque come il sistema strutturale, in cui le murature di tompagno influenzano la risposta strutturale, non rappresenta un sistema molto ricorrente, specialmente nelle costruzioni non recenti, anche per il fatto che difficilmente è possibile trovare tali murature prive di bucature e altri elementi di interruzione di continuità che ne alterano la resistenza.
In virtù delle suddette considerazioni, la normativa in materia di costruzioni, consente al progettista di tener conto in maniera più semplificata di tali elementi, una volta che gli stessi vengano distribuiti in maniera differente rispetto all'originaria impostazione.
In relazione alla loro funzione dal punto di vista dell'importanza statica, le modifiche da apportare su tali murature comportano una serie di adempimenti da parte di chi le voglia realizzare.
Pertanto, per poter spostare o modificare la geometria di un tramezzo, occorrerà produrre una CILA ossia una semplice comunicazione inizio lavori asseverata, a cui far seguire un aggiornamento catastale dell'unità abitativa.
Per interventi su parti strutturali portanti, occorrerà tener presente anche altri aspetti al fine della richiesta autorizzativa.
Infatti, una modifica strutturale all'interno di un edificio condominiale, non può essere richiesta senza il consenso degli altri condomini.
Tale fattore è di frequente trascurato, pensando che intervenire all'interno della propria abitazione non richieda altro consenso.
Pertanto, la presentazione della SCIA unitamente alle dovute autorizzazioni con a seguire verifica strutturale e aggiornamento catastale, rappresenta l'iter indispensabile per poter realizzare quanto necessario nel rispetto delle leggi in materia.
Voglio richiamare l'attenzione del lettore su alcune situazioni presenti di frequente nelle vecchie costruzioni, che mettono in risalto anche l'importanza dei tramezzi quali elementi di stabilizzazione dei solai soprastanti.
Il caso è frequente in presenza di solai aventi luci piuttosto grandi con relativi spessori ridotti. Tale condizione, specialmente per i solai realizzati con poutrelles di acciaio e laterizi, risentirebbe non poco della rimozione dei sottostanti tramezzi, specialmente se effettuata in corrispondenza della parte centrale di tali ambienti.
La rimozione dei tramezzi, che non tenga conto di tali situazioni, può comportare danni nella parte estradossale del solaio soprastante, il quale flettendosi più del solito, può produrre fessurazioni nelle pavimentazioni, distacco di battiscopa, malfunzionamento delle aperture, ecc.
Alla luce di quanto esposto, si capisce come non sia assolutamente consigliabile, agire senza prima aver fatto esaminare attentamente lo stato dei luoghi da un professionista del settore. Questi potrà predisporre gli atti tecnici necessari a garantire la fattibilità dell'intervento senza provocare danni altrui.
Ricordo, inoltre, l'importanza delle cordolature da eseguire in sommità dei tramezzi, specialmente nelle costruzioni in muratura, le quali, oltre a costituire un elemento di unione delle parti verticali, risultano estremamente utili quando occorre spostare vani o parti di tramezzature, senza provocare dissesti nelle pareti.
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