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La presenza di muffe e fenomeni di condensa nelle abitazioni, rappresentano certamente motivo di preoccupazione per chi vive all'interno dei locali interessati da tali fenomeni.
La preoccupazione riguarda sia i rischi per la salute di chi occupa gli ambienti come i danneggiamenti che tali formazioni di muffe possono arrecare a mobili, vestiti, quadri, apparecchiature, ecc.
Immagine formazione di muffe
Il problema della muffa è conosciuto da millenni; ciò nonostante, ancora oggi lo si affronta in modo sbagliato, arrivando perfino ad aumentarne la dannosità, in seguito a metodi di interventi dannosi e non risolutivi.
Con l'avvento delle case moderne, provviste di infissi a tenuta ermetica, spesso la presenza dei fenomeni di infestazione di muffe si presenta all'improvviso, lasciando perplesso e sgomento colui che pensava di aver realizzato una casa efficiente energeticamente e dal punto di vista del comfort.
Quando ciò accade, la prima tentazione che si ha è quella di iniziare una febbrile ricerca del prodotto antimuffa più efficiente, che possa nel più breve tempo, debellare per sempre il problema.
Tale atteggiamento, è simile a colui che soffrendo di mal di testa, si imbottisce di antidolorifici, lasciando da parte la ricerca delle cause del male.
Alcuni mie conoscenti, hanno lamentato il fatto che da quando hanno sostituito i vecchi infissi, dotati dei salutari spifferi, il fenomeno della comparsa della muffa si è inaspettatamente evidenziato.
Appare pertanto evidente come una prima causa del fenomeno dannoso sia sicuramente legato alla mancanza di un idoneo ricambio di aria, all'interno dei locali interessati.
C'è comunque da rilevare che anche le infiltrazioni di aria fredda proveniente all'interno dei locali, riscaldati, provocando un improvviso abbassamento di temperatura localizzato, possono dar corso a fenomeni di condensa.
Da quanto sin qui esposto, appare evidente come il fenomeno della comparsa di muffa e condensa, non sia di facile interpretazione e di conseguenza non risolvibile con il classico spruzzo di materiale miracoloso.
Per affrontare in maniera corretta la soluzione del problema descritto, occorre partire da un concetto essenziale che è alla base del fenomeno, ossia il rapporto tra umidità relativa dell'aria interna di un ambiente e la sua temperatura.
Infatti qualunque condizione di bassa temperatura superficiale, unitamente alla presenza di umidità relativa dell'aria, favoriscono la formazione di muffe e fenomeni di condensa.
All'interno di una abitazione, i ponti termici rappresentano le zone dove si concentrano maggiori flussi di calore rispetto alle aree circostanti, un pilastro in calcestruzzo armato presenta superficialmente una temperatura più bassa, rispetto a quella della parete in laterizio laterale.
Tale situazione, in presenza di umidità relativa superiore al 65/70%, può generare le condizioni per la formazione di muffe e condense.
In virtù di quanto esposto viene subito da chiedersi cosa fare per annientare la muffa?
A tale domanda è difficile rispondere tenendo conto del fatto che in natura esistono circa decine di migliaia di muffe differenti tra loro, di cui circa 200, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità sono quelle che infestano gli ambienti domestici.
Per fortuna le specie più assidue frequentatrici degli ambienti domestici, si riducono a circa 30 e di queste un sesto rappresentano quelle più invasive.
Le spore delle muffe in questione, sono costantemente presenti nell'aria, pertanto non possono essere annientate totalmente prima che vadano a contatto con una superficie umida, le cui condizioni di acidità ed esposizione le trasformino in muffe
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In pratica le muffe si insediano per prime sulle superfici dove trovano maggior nutrimento, a titolo di esempio, è facile constatare come all'interno di un armadio le muffe di colore verdastro attaccano prima i capi in pelle rispetto ai capi in tessuto.
Tale comportamento è dovuto al fatto che i capi in pelle contengono più sostanze nutrienti rispetto a quelli in tessuto, a parità delle condizioni igrometriche e di temperatura.
Le muffe che interessano le pareti di casa o i materiali costituiti da cellulosa, come ad esempio le pareti di cartongesso, sono differenti dalle precedenti e si contraddistinguono dal loro colore tendente al nero o al marrone scuro.
Dalle considerazioni sin qui esposte, appare evidente che per eliminare il fenomeno della formazione delle muffe, occorre fare due cose principali e cioè creare un ambiente a esse sfavorevole oltre a eliminare le sostanze nutrienti di cui si cibano.
Pertanto, mantenere l'ambiente domestico con una umidità relativa minore del 65% unitamente ad una temperatura attorno ai 18 °C, ventilando più volte al giorno i locali.
Ciò rappresenta un buon sistema per evitare che le spore circolanti nell'aria, si trasformino in muffe colonizzatrici, le quali ben presto possono infestare altri ambienti e suppellettili.
Dopo aver descritto le condizioni generali in cui il fenomeno di formazione di muffe e condense può generarsi, nasce il problema di individuare cause e responsabilità di tali infestazioni, tale quesito è richiesto dall'autorità giudicante, qualora nasca un contenzioso tra le parti.
In pratica occorre sapere se la formazione di muffe e condense è dipendente da difetti di costruzione o da una cattiva gestione dell'ambiente abitato.
Prima di affrontare tale quesito, occorre tener presente che il D.M. 26 giugno 2015 definisce i requisiti minimi per l'efficienza energetica degli edifici, la norma in vigore dal 1° ottobre 2015 riporta all'allegato 1 art. 2.3 comma 2 le seguenti prescrizioni:
Nel caso di intervento che riguardi le strutture opache delimitanti il volume climatizzato verso l'esterno, si procede in conformità alla normativa tecnica vigente (UNI EN ISO 13788), alla verifica dell'assenza di rischio di formazione di muffe, con particolare attenzione ai ponti termici negli edifici di nuova costruzione e di condensazioni interstiziali.
Alla luce della normativa sopracitata, sarà cura del tecnico incaricato dal Giudice, verificare se la costruzione presenta delle criticità rilevanti dovute a difetti di costruzione, come ponti termici, difetti di isolamento, difetti di posa infissi, ecc., o a cattiva gestione degli ambienti abitati.
L'indagine sulle condizioni strutturali dell'abitazione, trova come grande ausilio, l'impiego della termografia, indagine non invasiva, mediante la quale è possibile verificare in determinate condizioni ambientali, l'eventuale formazione dei fenomeni critici descritti.
La verifica della gestione dell'abitazione da parte degli occupanti, viene effettuata, monitorando almeno per una settimana, l'andamento della temperatura e umidità degli ambienti, mediante installazione di più datalogger.
Mediante tali rilevatori, posizionati nei vari ambienti, è possibile rilevare come viene riscaldato l'ambiente, il grado di umidità relativo e il numero di ricambi d'aria durante la giornata.
Attraverso l'impiego della termografia, è anche possibile effettuare delle simulazioni delle condizioni ambientali, in cui è possibile la formazione di muffa, per i periodi dell'anno più critici, previsti per ogni località geografica.
In ogni caso, una volta che la muffa si è formata, occorre provvedere alla bonifica dei locali, indipendentemente da chi ne ha provocato la formazione.
Tale operazione, deve avere come obiettivo la non propagazione delle spore, impiegando aspirapolveri provviste di filtro HEPA.
Per disinfettare le superfici contaminate, esistono in commercio numerosi prodotti, a a base di ossigeno attivo, candeggina, bicarbonato, ecc. il cui uso va effettuato seguendo scrupolosamente le indicazioni riportate sulla scheda di applicazione del prodotto.
È bene ricordare comunque che i prodotti citati nella loro totalità, hanno un effetto sanificante, il quale ha una durata limitata nel tempo, oltre a possedere un diverso grado di nocività per l'ambiente in cui vengono applicati.
Pertanto la soluzione del problema della formazione di muffe, va ricercata attraverso tutti quegli interventi che possono garantire un giusto isolamento termico dei ponti termici, un buon ricambio d'aria, unitamente a un grado di temperatura interna costante.
Un consiglio pratico, per prevenire il fenomeno di formazione di muffe, consiste nel monitorare attraverso un semplice termoigrometro le condizioni ambientali, facendo si che in presenza di umidità relativa superiore al 60%, vengano aperte le finestre e regolata la temperatura in modo adeguato.
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