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Un noto restauratore di mobili antichi era solito raccontare: Io vendo un mobile restaurato per una certa cifra, poi, dopo qualche anno mi viene rivenduto ad una cifra superiore. Dopo un po' di tempo lo vendo ad una cifra un poco maggiorata... In pratica, io restauro un mobile una volta e lo vendo tre o quattro volte.
In queste parole c'è tutta la filosofia del piccolo restauro, anche se vista esclusivamente da una angolazione commerciale: un mobile restaurato ritorna in vita e, a differenza di quando è nuovo, aumenta di pregio man mano che passa il tempo. Il mobile nuovo invecchia, il mobile restaurato no. Vi pare poco?
Ma c'è anche un altro, potente, motivo che ci spinge a restaurare un mobile: è la conservazione dei ricordi. Anche se non sempre ce ne rendiamo conto noi siamo il prodotto culturale di una società di grandi tradizioni che ben si trovano riunite nei mobili.
La storia, le fasi sociali, l'opulenza e la miseria sono tutte ben impresse nei legni, nelle strutture e nelle finiture dei mobili antichi. Restaurare un mobile vuol dire immergersi nella vita di chi lo ha costruito o lo ha posseduto. È un andare indietro nel passato con amore e rispetto, per riportarlo a vivere e a raccontarci le nostre radici.
È, infine, un viaggio eccitante tra gli stili, le lavorazioni artigianali, le tecniche e i metodi di restauro in una ricerca continua, e... infinita perché ogni regione, ogni stile e ogni restauratore hanno peculiarità e segreti che meritano di essere scoperti.
Eccoci quindi all'inizio del nostro viaggio che comincia col trovare il mobile.
Il nostro consiglio è di iniziare con i mobili che già abbiamo. Nella vostrasoffitta, in casa dei genitori, in casa di amici, quasi sempre è possibile trovare un vecchio mobile tarlato e pieno di polvere: può essere il vostro primo obiettivo. Su di esso farete i primi passi, i primi errori, magari gravi. Ricordate: il legno perdona tutto, fuorché l'incuria. Pertanto, qualsiasi errore farete nel restaurarlo farà sempre meno danni che lasciare il mobile a se stesso.
Poi potrete passare a qualche mobiletto acquistato presso i rigattieri nei mercatini.
È consigliabile iniziare con mobili piccoli (comodini, sedie, ecc.) che esigano un lavoro limitato per poter vedere qualche risultato senza aspettare molto e ricevere fiducia e voglia di continuare.
Quando sarete un po' più esperti potrete ricercare presso i commercianti di mobili vecchi e antichi i pezzi su cui intervenire. In questa fase fate molta attenzione perché non è infrequente prendere delle “cantonate” ed acquistare un mobile che è tutto fuori che antico.
Per questo motivo è utile informarsi sugli stili e sulle tecniche di lavorazione (materiali compresi) che venivano adottate nei tempi passati.
Per mobile vecchio si intende un mobile costruito non oltre i 120-150 anni fa (ma vanno fatte ovvie distinzioni) magari con tecniche artigianali oggi non più utilizzate per gli arredi moderni.
Tali mobili sono facilmente reperibili presso i mercati di brocantage e i piccoli antiquari che li offrono a prezzi accessibili rispetto alle migliaia di euro necessarie per acquistare mobili antichi. Anche chi è poco esperto, ma è dotato di buon gusto, conoscenza degli stili e di qualche nozione di restauro, può acquistare un vecchio mobile per pochi soldi e riportarlo a nuova vita.
Per mobile antico si intende un mobile che sia stato costruito, genericamente, prima della metà del secolo scorso.
Si tratta di una distinzione un po' artificiosa e comunque ricca di eccezioni anche in funzione della qualità del mobile, del suo grado di finitura e dello stato di conservazione. Il restauratore “fai da te” dovrebbe lavorare su mobili vecchi e mettere le mani su mobili antichi solo dopo aver acquisito una buona sicurezza tecnica e una approfondita conoscenza degli stili e delle loro numerose variazioni.
Girando per i mercati dell'usato e gli antiquari può essere utile stabilire con una certa sicurezza se un mobile è veramente originale o è un... incrocio.
Tenete presente che fino a 80-90 anni fa le lavorazioni meccanizzate erano estremamente rare, per cui la maggior parte del mobile veniva realizzata e rifinita a mano.
Perciò le parti non a vista non erano ben rifinite e molto spesso erano grezze.
Pertanto è una buona abitudine esaminare le parti interne, il fondo e il retro dei mobili che ci vengono proposti: se sono ben lisce, piallate e regolari conviene essere scettici ed esaminare il mobile con maggiore pignoleria.
I mobili del passato (almeno fino agli inizi dell'800) presentano una ferramenta (chiodi, viti, cerniere, toppe, ecc.) fatta esclusivamente a mano.
Le viti, ad esempio, hanno il corpo cilindrico e non conico, il filetto è poco rilevato e sono molto diverse da quelle di oggi. I chiodi hanno il gambo irregolare, a sezione quadrata, generalmente a sviluppo piramidale. Nei mercati dell'antiquariato è reperibile ferramenta originale, prelevata da mobili irrecuperabili.
Ma sono anche reperibili vari accessori antichizzati che possono essere egregiamente applicati a mobili restaurati di valore non elevato.
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