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I mobili antichi o mobili di antiquariato, cioè appartenenti a epoche passate e vecchi di almeno cent'anni, donano un grande fascino a qualsiasi dimora e possiedono anche un valore economico non indifferente.
Richiedono tuttavia una grande attenzione sia nell'uso quotidiano, sia durante la pulizia e manutenzione ordinaria, perché l'applicazione di prodotti e procedure non adeguate possono facilmente alterare, sporcare o danneggiare irreparabilmente i legni antichi.
Cure simili richiedono anche i mobili in stile antico, cioè le repliche moderne e fedeli di mobili antichi eseguite da esperti artigiani, e i mobili anticati, attuali creazioni di design che reinterpretano in chiave più contemporanea materiali, finiture e forme tradizionali: un esempio di questa tendenza è lo stile shabby.
Anche gli oggetti e i mobili di modernariato, sebbene di produzione più recente (tipicamente compresa tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli anni ‘70) e di produzione industriale, richiedono alcune attenzioni per non essere danneggiati.
La varietà e quantità di materiali reperibili sui mobili antichi varia considerevolmente in base allo stile, al pregio decorativo, alla funzione e all'epoca di costruzione di ciascun pezzo.
Il materiale più diffuso è ovviamente il legno in numerose essenze, sia nostrane (ad esempio quercia, castagno, ulivo o ciliegio), sia esotiche e preziose come ebano, teak o rosa.
La superficie può apparire semplicemente lucidata; intarsiata con motivi anche molto complessi in legni di vari colori e/o materiali preziosissimi quali avorio o madreperla, o infine essere trattata con lacche, smalti e dorature. In altri casi le superfici lignee sono state invece rasate con un prodotto a base di gesso e successivamente dipinte o dorate, oppure, nei mobili un po' più modesti, decorate con inserti a decoupage.
Sono frequenti anche i piani di tavoli, scrivanie, panche e consolle realizzati in pietra sotto forma di lastre massicce o di raffinatissime tarsie, come succede ad esempio nel commesso fiorentino.
Anche il vetro è comune soprattutto nelle ampie specchiere del XVIII secolo e nelle ante a vetri di credenze e cristalliere, appositamente progettate per esporre l'argenteria o le stoviglie di porcellana: in quest'ultimo caso si utilizzavano sottilissime lastre di cristallo con decorazioni realizzate a sabbiatura o vetri piombati e dipinti simili alle vetrate delle chiese medievali.
Non mancano inoltre pelle, cuoio e tessuti pregiati quali seta, velluto e broccato, tipici delle imbottiture di sedie, poltrone e divani in stile rococò, o i metalli come ferro, rame, bronzo e ottone. Il primo era impiegato specialmente per la produzione di letti e tavolini da giardino, mentre le leghe più pregiate comparivano sotto forma di accessori come serrature con relative chiavi, cerniere, pomelli, maniglie, borchie e inserti ornamentali.
Maiolica e porcellana hanno infine un ruolo decisamente più marginale, essendo utilizzati esclusivamente per la realizzazione di pomelli e maniglie.
Tutti questi materiali manifestano ovviamente patologie e forme di degrado caratteristiche, e richiedono specifiche accortezze per la pulizia e manutenzione.
La conservazione dei mobili antiquariato e in particolare dei mobili restaurati, normalmente più delicati, passa per un uso attento ed educato.
Per non danneggiare le fodere e i cuscini di sedie, poltrone e divani, o i piani in legno di tavoli, consolle, comodini e scrivanie occorre innanzitutto non appoggiare direttamente sulle superfici piatti, bicchieri e tazze (specialmente se molto calde), che potrebbero creare aloni circolari, macchie d'unto o vere e proprie bruciature.
Occorre dunque dotarsi di vassoi o sottobicchieri, mentre nel caso dei tavoli da pranzo è consigliabile inserire un mollettone di tessuto pesante tra la tovaglia e il piano del tavolo, e munirsi di sottopentola per le vivande molto calde. La stessa cautela è necessaria anche con candele ornamentali, sigari e sigarette, perché la cenere o le gocce di cera possono causare bruciature irreversibili.
Inoltre, se i bambini hanno l'abitudine di scrivere, disegnare o praticare lavoretti creativi su un ripiano in legno antico, è consigliabile proteggerne la superficie con un piano da ritaglio o una lastra di compensato da rimuovere alla fine del lavoro.
Le ante di credenze e cristalliere vanno aperte e chiuse con delicatezza, e non dimenticate aperte per non romperle in caso di urti accidentali o improvvise folate di vento.
I tessuti antichi, se esposti alla luce solare diretta, manifestano invece la tendenza a ingiallire e scolorirsi.
Le pietr,e e in particolare il marmo, sono infine molto sensibili alle sostanze acide come aceto, coca cola o succo di limone.
Il mobile antico richiede però anche specifiche accortezze nella pulizia e piccola manutenzione, che può essere eseguita di persona. Per i mobili da restaurare o bisognosi di interventi più massicci e trattamenti antitarlo occorre invece avvalersi di professionisti e botteghe specializzate come ad esempio Restauro Art.
Per la pulizia dei ripiani in pietra bisogna evitare i detergenti a base acida o caustica come ammoniaca o candeggina, che potrebbero causare vere e proprie corrosioni con conseguente sbiadimento dei colori o formazione di aloni indelebili, ripiegando su prodotti neutri e delicati da applicare con panni o spugne morbide. Spatole e pagliette metalliche vanno infatti escluse per non graffiare la superficie.
I mobili antichi intarsiati, dipinti, dorati, laccati o decorati a decoupage vanno invece semplicemente spolverati con un panno in lana naturale e privo di sfilacciature, che potrebbero impigliarsi in piccole soluzioni di continuità causando il distacco di minuscole schegge di legno.
Le decorazioni più minute e le zone in sottosquadro possono essere invece pulite con un pennello asciutto e perfettamente pulito.
Troppa acqua causa impregnazioni con conseguenti deformazioni del legno, mentre solventi come alcol, trementina o acqua ragia possono rimuovere le finiture superficiali e sciogliere le colle o resine naturali impiegate anticamente per applicare le tarsie e unire i vari pezzi.
Per la pulizia periodica, da ripetere due o tre volte l'anno e soprattutto in inverno, si devono invece adottare prodotti naturali comunemente utilizzati anche nel restauro, evitando le cere sintetiche e i detergenti industriali per i mobili moderni.
Esistono tuttavia anche prodotti appositamente studiati per la pulizia e il trattamento dei mobili antichi, acquistabili anche via internet presso siti specializzati in materiali per il restauro come ad esempio Restauro Online
Per i mobili con finitura a gommalacca il prodotto più idoneo è costituito dall'olio paglierino neutro, un olio di origine minerale usato per la lucidatura: si applica a pennello fino a rifiuto, rimuovendo gli eccessi con un panno di lana che può essere impiegato anche per la spolveratura.
I mobili vecchi lucidati a cera devono essere invece trattati con lo stesso materiale.
A tale scopo si può scegliere la cera d'api naturale allo stato solido in piccole perle, oppure ripiegare sulla specifica cera per mobili.
Si tratta di una miscela di cera d'api e cera carnauba appositamente formulata per nutrire, uniformare e ravvivare la tinta naturale del legno.
Un'altra ottima alternativa è appunto la cera carnauba, una pregiata cera vegetale ricavata dalla Copernicia cerifera, una palma che cresce in Brasile e altre zone tropicali.
Con i fogli di carta Varese, caratterizzata da un'interessante texture a gigli stilizzati di colore verde, rosso o azzurro, si possono infine rinnovare o sostituire le fodere dei cassetti di consolle, comodini , credenze e scrivanie.
Basta infatti ritagliarla a misura e incollarla con il Tylose o Metylan, una colla reversibile solubile in acqua: quando la fodera è consunta o strappata può essere dunque rimossa semplicemente bagnandola con acqua tiepida.
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