|
Un antico proverbio di natura popolare recita: L'acqua non ha le corna, fermarla non è semplice, non la si può infatti prendere per le corna.
Alla luce di quanto accade nella nostra vita quotidiana, credo si possa senz'altro confermare il saggio proverbio.
L'acqua ha la capacità di insinuarsi nei posti meno accessibili, per poi comparire in ambiti che nulla sembrano aver in comune con il punto di ingresso.
Per tal motivo occorre prevedere in fase di progettazione di un edificio, tutti i dispositivi di smaltimento di adeguate proporzioni, per poter convogliare le acque meteoriche, in modo tale da evitare fenomeni di infiltrazioni o allagamenti.
La soluzione meno auspicabile è rappresentata dallo scarico diretto nella rete fognaria. Infatti, gli scarichi delle acque piovane dovrebbero essere sempre separati da quelli fognari.
Affinché lo smaltimento delle acque meteoriche avvenga senza problemi, occorre che il dimensionamento degli elementi preposti a tale compito sia proporzionato nel modo più adeguato a raccogliere le acque in questione.
Il calcolo del diametro dei canali di gronda e dei pluviali, di qualunque sezione, deve tener conto della superficie servita, piana o inclinata.
Come primo dimensionamento possono essere impiegate tabelle parametriche, le quali, in base ai parametri imputati, forniscono direttamente il diametro dei canali di gronda e delle pluviali.
Ai valori della tabella si possono applicare maggiorazioni per tener conto di fenomeni di piovosità più consistenti rispetto a quelli medi, oltre alle criticità che possono sopraggiungere a causa di una cattiva manutenzione o di una accidentale occlusione dovuta a materiale di diversa natura.
Per i terrazzi piani, occorre considerare un adeguato numero di bocchettoni di scarico, ben disposti, opportunamente protetti da filtri capaci di evitare la loro occlusione. Generalmente vanno posizionati elementi da 100 mm di diametro ogni 70-100 mq di terrazzo.
Un fattore importante da considerare nel realizzare le grondaie è la loro pendenza
che non deve mai andare al di sotto di 0.5 %, a scendere verso il pluviale.
Il corretto calcolo delle dimensioni di una grondaia, rappresenta uno fattore importante nell'ambito della sua progettazione, per evitare che l'acqua non abbia mai modo di infiltrarsi in elementi diversi dai canali di scolo, a causa di fenomeni di tracimazione degli stessi per insufficiente sezione o pendenza.
Oltre ai due parametri sopra descritti, occorre prevedere un giusto numero di supporti a sostegno della grondaia, unitamente ad alcuni giunti di dilatazione, capaci di reggere alle escursioni termiche citate.
Più i canali sono lunghi e articolati, maggiore importanza assume l'azione dei giunti, la progettazione del giunto è tanto più importante quanto maggiore è la lunghezza del canale di gronda e la sua articolazione.
Ad esempio, quando siamo di fronte a canali lunghi oltre i 10 metri, è necessario inserire giunti di dilatazione sul canale ogni 7 metri circa, in particolare se consideriamo grondaie presenti su entrambi i lati di copertura dell'edificio.
Quando i canali di gronda o i pluviali si ostruiscono è bene correre subito ai ripari per evitare danni più seri, pur non riuscendo a vedere all'interno dei nostri canali, è buona norma ogni due anni effettuare la loro pulizia.
Tale operazione, può essere ripetuta più di frequente, se tali canalizzazioni sono più vicine a fonti di produzione di materiale ostruttivo, come foglie, terra, ecc.
Normalmente è necessaria una pulizia con cadenza annuale a fine autunno.
In caso di ostruzione dalle foglie, da nidi o detriti vari, l'acqua piovana fuoriesce dalle grondaie e finisce per bagnare i muri perimetrali, danneggiando così intonaco e pittura delle pareti interne ed esterne.
Per queste ragioni è importante mantenere sempre in buono stato il sistema di smaltimento delle acque meteoriche ispezionando, almeno annualmente, le grondaie e rimuovendo eventuali detriti, organici e inorganici, che possono essersi accumulati.
Oggi, grazie alla grande diffusione dei droni dotati di telecamere, acquistabili a basso costo, chiunque può effettuare un giro di ispezione sul proprio tetto, senza dover salire su di esso con tutti gli oneri che ciò comporta.
Da tali ispezioni, si possono rilevare i punti critici e fare una valutazione sulla necessità di far intervenire una ditta specializzata per effettuare la pulizia dei canali.
Ad opera ultimata, con lo stesso drone, sarà possibile verificare la correttezza dei lavori di manutenzione e pulizia effettuati.
Le grondaie esposte a nord sono quelle più a rischio poiché, godendo di meno esposizione al sole, i materiali che si accumulano all'interno rimangono umidi per molto tempo provocando anche la formazione di muschi molto tenaci.
Tale accumulo crea degli acidi dalla decomposizione delle foglie e uccelli morti, con conseguente aumento dei rischi di danneggiamento delle grondaie, pregiudicandone la tenuta stagna.
Quando si opera la pulizia delle grondaie è assolutamente buona norma aprire i pozzetti sul terreno su cui confluiscono i pluviali prima di procedere alla loro pulizia.
Quest'operazione deve iniziare partendo dall'alto, eliminando ogni forma di ostruzione, servendosi di un palo o di un apposito scovolo.
A completamento, occorrerà pulire con idoneo getto di acqua il pluviale, avendo cura di verificare il completo deflusso della stessa nel sottostante pozzetto di raccolta, precedentemente aperto.
Questo consentirà di fare defluire anche i residui di sabbia e polvere lasciando la grondaia perfettamente pulita. Generalmente tale operazione non ha bisogno di impiegare idropulitrici con getti d'acqua a pressione.
Per prevenire l'intasamento dei pluviali da foglie o da altri detriti si può posare nella bocchetta di scarico una gabbia parafoglie in filo di ferro o in plastica.
La manutenzione e pulizia dei pozzetti di raccolta delle acque pluviali è un intervento di fondamentale importanza, per mantenere o ripristinare la piena funzionalità di questo elemento. Oltre ad accogliere l'acqua piovana che, passando per il pluviale, affluisce dalle grondaie, il pozzetto ne evita l'infiltrazione verso le opere di fondazione dell'edificio.
Purtroppo, però, molto spesso accade che non sia soltanto l'acqua a giungere nel pozzetto, ma con essa anche fango e altro materiale ostruttivo, tra cui aghi di pino e fogliame vario.
Con il passare del tempo questi elementi, mescoandosi con l'acqua, danno vita ad un composto denso e melmoso che, ostruendo il pozzetto, oltre a provocare non pochi disagi, può determinare diversi danni anche di tipo strutturale.
Mantenere le caditoie in buono stato di manutenzione, rappresenta un fattore fondamentale per evitare allagamenti in seguito a piogge improvvise e consistenti.
La loro pulizia deve essere sempre preventiva e possibilmente eseguita da personale qualificato, impiegando automezzi dotati di getti idrodinamici ad alta pressione, idropulenti e aspiranti, e una cisterna di accumulo.
L'0perazione di pulizia avviene inizialmente con la rimozione del chiusino, per poi eseguire l'aspirazione del materiale presente all'interno del pozzetto e successiva pulizia e lavaggio.
Una volta risigillato il tombino fognario, occorre procedere a una verifica dei componenti come bocchette di lupo, sifoni e i tratti di collegamento alla fognatura.
La prova di funzionalità dello scarico avviene riempiendo con altra acqua il pozzetto pulito, fino a raggiungere l'altezza del sifone. In tal modo si potranno evitare improvvisi allagamenti, rendendo le strade più sicure, specialmente in vista delle precipitazioni autunnali.
|
||