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Tecniche di lavorazione del marmo artificiale

Si descrivono le tecniche di lavorazione del marmo artificiale, cioè di un particolare intonaco molto liscio trattato a imitazione delle tipiche venature del marmo.
Pubblicato il

Cos'è il marmo artificiale


Elementi architettonici con rivestimento in marmo artificiale.Come già ampiamente spiegato in un precedente articolo, con il termine - a mio parere abbastanza improprio - di marmo artificiale si intende un sottile rivestimento (un centimetro o meno) dalla superficie estremamente liscia e levigata, realizzato in cemento, gesso da presa oppure colla porcellanina per simulare alla perfezione l'aspetto di un elemento architettonico completamente di marmo: spesso l'illusione è talmente perfetta, che solo la presenza di una lacuna o l'uso di colorie e/o texture inesistenti in natura rendono evidente l'artificio.

Inoltre, a differenza dei normali intonaci a finta pietra - cioè trattati a imitazione più o meno fedele di una muratura in elementi di materiale lapideo - il finto marmo viene colorato in pasta attraverso opportuni sistemi di modellazione.


Lavorazione del marmo artificiale


Di seguito descriverò quindi per sommi capi le tecniche di lavorazione di questo materiale, consigliando per una trattazione più ampia e approfondita l'ottima pubblicazione Pietre & Marmi Artificiali - Manuale per la realizzazione e il restauro di decorazioni plastico-architettoniche di esterni e interni di Marco Cavallini e Claudio Chimenti, pubblicata dalla casa editrice Alinea.


Materiali


I marmi artificiali possono essere eseguiti con i seguenti materiali:

A ogni colore del materiale da imitare corrisponde un impasto diverso.- Qualsiasi cemento grigio oppure bianco (da scegliere in base al colore del marmo da imitare) con dosaggio non inferiore a 450, adatto per marmi artificiali all'esterno;
- Gesso da presa, riservato ai manufatti all'interno degli edifici (il gesso è infatti un materiale fortemente igroscopico, che esposto all'umidità si deteriora velocemente);
- Colla porcellanina: si tratta di un materiale originariamente studiato per riparare la porcellana, che una volta indurito diventa bianco: come il gesso, è adatto solo alla decorazione di interni.

Il gesso da presa e la colla porcellanina, essendo perfettamente bianchi, risultano particolarmente indicati per l'imitazione di marmi con colori molto vivaci e brillanti.

Per conferire le tinte volute al materiale prescelto, sono molto importanti anche gli inerti (generalmente costituiti dal marmo che si vuole imitare finemente macinato) e i pigmenti, cioè gli ossidi o le terre utilizzati nella confezione di intonaci colorati in pasta o nella tinteggiatura delle facciate.


Preparazione dell'impasto


Lo spessore di un rivestimento in marmo artificiale è molto sottile.Le ricette per la preparazione della malta per la confezione del marmo artificiale variano in base al materiale utilizzato e alla pietra da imitare.

Per prima cosa, bisogna esaminare alcuni campioni del marmo da riprodurre per copiarne fedelmente la texture, perché a ogni colore del materiale lapideo deve corrispondere un impasto diverso. Inoltre, per ogni colore alcuni vecchi manuali per artigiani consigliano anche il corretto dosaggio dei vari pigmenti: tuttavia, poiché la quantità del pigmento varia in base all'intensità della tinta voluta (mai uniforme nelle pietre naturali) e i colori tendono leggermente a schiarirsi con l'indurimento della malta, per evitare sgradite sorprese è opportuno procedere ad alcune prove preliminari.

Gli impasti più comuni sono i seguenti:

- una boiacca di gesso e/o porcellanina (cioè una malta costituita da acqua, legante ed eventuali additivi) con l'aggiunta dei pigmenti e colla per una maggior resistenza;
- una malta di cemento, polvere di marmo e acqua.

Prima di confezionare l'impasto, tutti i materiali (legante, pigmenti ed eventuali inerti) vanno accuratamente setacciati per evitare macchie o altri difetti estetici, mentre l'acqua dev'essere pura e pulita. Inoltre, per coloritura uniforme è consigliabile sciogliere i pigmenti nell'acqua usata per l'impasto della malta.

La malta va lavorata fino a conferirle una consistenza simile a quella della pasta del pane, anche se in estate - per evitare un indurimento troppo veloce - è preferibile una consistenza leggermente più morbida.


Come ottenere le venature


A questo punto si miscelano i vari impasti per imitare accuratamente l'aspetto del marmo prescelto: a ogni tipologia di texture corrisponde infatti una lavorazione diversa. Anche in questo caso, è opportuno fare alcuni campioni di prova.

Marmo artificiale con macchie e venature.Marmi a macchie - Per prima cosa, è necessario spianare ciascun impasto con una cazzuola su un piano liscio e compatto, fino a ridurlo ad uno spessore di 1,5-2 cm, e successivamente tagliarlo in tanti cubetti. Per ottenere macchie contornate da una tinta contrastante, si possono cospargere i cubetti con una tinta a secco del colore voluto, mentre lo sfondo si può ottenere con questo spolvero o con una tinta liquida.

A questo punto, i cubetti vanno mescolati casualmente, e successivamente posati su un piano oppure inseriti in uno stampo lubrificato con una soluzione ottenuta sciogliendo a caldo della cera naturale nel petrolio o nell'olio minerale molto fluido: ovviamente, la dimensione delle macchie è proporzionale a quella dei cubetti iniziali.

Per una migliore lavorabilità si possono spruzzare i cubetti troppo duri e compatti con un po' d'acqua. Lo spessore dello strato finale (cioè del marmo artificiale vero e proprio) dev'essere di circa 5-6 millimetri: per formare un adeguato supporto per questo strato, è necessario scalfire il retro della lastra, cospargerla di un sottile strato di boiacca di cemento, e poi predisporre un ulteriore strato di calcestruzzo leggermente armato di spessore prestabilito, normalmente pari a quello dello stampo (circa 3-5 cm).

Marmi con venature - Per simulare le venature, è necessario sovrapporre gli strati precedentemente spianati con la cazzuola uno sull'altro: anche in questo caso, lo spessore di ciascuno strato è funzionale alla larghezza delle venature desiderate.
Successivamente, con un coltello si taglia la lastra così ottenuta in fette sottili, che vanno poi ripiegate in vari modi e posizionate nello stampo: le venature possono essere infatti orizzontali, verticali, inclinate, ondulate, a spirale, eccetera.
A questo punto la procedura per foggiare il marmo artificiale è identica a quella sopra descritta.

Marmi con macchie e venature - Per ottenere un marmo artificiale con macchie e venature, è sufficiente predisporre la lastra definitiva alternando opportunamente fette e cubetti.

Marmi con venature in direzioni prestabilite - Se invece le venature devono seguire uno schema prestabilito, si può spianare la lastra di fondo nel solito modo, e successivamente incidere le venature con una spatola in legno: variandone l'andamento, la dimensione e l'inclinazione si ottengono molti effetti diversi. Le venature vengono successivamente riempite con il colore prescelto ed eventualmente il materiale sottratto con le incisioni preliminari. Il tutto viene infine spianato e lisciato ancora una volta.


Applicazione del rivestimento


Due tipi di marmo artificiale a macchie.Una volta indurite (cosa che richiede da 5 a 10 giorni per il cemento e circa 16 -17 ore per la porcellanina), è necessario staccare le lastre di marmo artificiale dal piano lubrificato su cui sono state tirate: l'operazione risulta possibile semplicemente infilando in corrispondenza di ogni spigolo una sottile spatola da stuccatore, e contemporaneamente battendo le lastre con un martello da stuccatore.

A questo punto, è possibile passare all'applicazione sul supporto da decorare.

Per prima cosa, è necessario stendere ciascuna lastrina di marmo artificiale (con dimensioni ottimali di circa 25x35 centimetri) su una superficie di tela umida, e successivamente trasportarla su una tavoletta di legno munita di manici e con la stessa forma dell'elemento da decorare, cioè piana per una parete liscia, semicircolare per una colonna e a forma di C oppure di L per una lesena: in questi due ultimi casi la tavoletta può anche essere dotata di cerniere apribili per facilitarne il disarmo.

Nel frattempo, il supporto da decorare - la cui superficie deve essere scabra - va pulito alla perfezione, per eliminare qualsiasi traccia di depositi pulverulenti che potrebbero compromettere la corretta adesione del marmo artificiale.

Successivamente, il marmo artificiale viene premuto con forza sulla superficie da decorare, dapprima servendosi della tavoletta (o stampo) di legno, e quindi direttamente con le mani attraverso lo strato di tela: ovviamente, date le dimensioni ridotte di ogni lastrina, è necessario ripetere il procedimento fino a ricoprire tutta la superficie.


Tecniche di finitura


Marmo artificiale a macchie.A questo punto, prima che il rivestimento di marmo artificiale si indurisca completamente, si devono pareggiare gli eventuali avvallamenti dovuti alla compressione manuale sul supporto con spatole o cazzuole, riempire le eventuali mancanze e giunzioni tra le varie lastrine con gli impasti avanzati e lisciare tutta la superficie con una pialla e una lama di acciaio.

Infine, si lucida l'intera superficie usando della carta vetrata per il marmo artificiale a base di gesso e la pomice artificiale per la porcellanina e il cemento, esaltandone ulteriormente la brillantezza con spalmature di olii o cere.

riproduzione riservata
Lavorazione del marmo artificiale
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