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I recenti provvedimenti di agevolazione fiscale introdotti dal Governo per le opere di riqualificazione energetica, comprendono anche la sostituzione degli infissi quale intervento trainato di quello principale, così come prevede l'articolo 119 comma1 del Decreto Legge 19 maggio 2020 N. 34, meglio noto come Decreto Rilancio.
I provvedimenti sopra citati consentono, a determinate condizioni, la possibilità di sostituire gli infissi i quali nel caso di riqualificazione energetica, devono possedere determinati requisiti di trasmittanza da comunicare entro 90 giorni dalla fine dei lavori all'ENEA.
Oltre al suddetto provvedimento, la sostituzione degli infissi è consentita in maniera agevolata, utilizzando altre misure, come quelle previste dall'art. 16-bis del DPR n. 917/1986 (c.d. TUIR) e dall'art. 14 del D.L. n. 63/2013.
I provvedimenti sopra citati consentono, a determinate condizioni, la possibilità di sostituire gli infissi i quali nel caso di riqualificazione energetica, devono possedere determinati requisiti di trasmittanza da comunicare entro 90 giorni dalla fine dei lavori all'ENEA.
Senza inoltrarmi nelle diverse casistiche per accedere ai vari provvedimenti agevolativi in materia, voglio attirare l'attenzione del lettore su un aspetto spesso trascurato circa la realizzazione di nuovi infissi da sostituire o realizzare ex novo, ossia la corretta posa in opera.
Il motivo di tale scelta risiede nella considerazione che dalla corretta posa in opera di un infisso deriva in seguito il reale benessere abitativo richiesto.
Quindi, affannarsi per scegliere il miglior infisso presente sul mercato, in termini di prestazione energetica, può trasformarsi in un inutile impegno, nel momento in cui la posa di tali infissi non venga eseguita in modo corretto.
Eseguire una posa corretta garantisce che le prestazioni certificate da prove eseguite in laboratorio nella realizzazione dell'infisso, non vengano alterate in seguito al montaggio in opera dello stesso.
Purtroppo, nel corso della mia attività professionale, ho constatato che la maggior parte delle operazioni di posa in opera si limitano di frequente all'impiego di schiume poliuretaniche oltre ad esagerare con l'impiego di silicone.
Tale procedimento non consente all'infisso di svolgere al meglio la sua funzione che deve consiste nel garantire una tenuta efficace contro acqua, spifferi, oltre che un buon isolamento termico e acustico, senza permettere la comparsa di muffe e condense attorno a essi e in prossimità delle spallette laterali.
Tra le anomalie che spesso si riscontrano anche dopo il montaggio di infissi certificati, si possono citare, comparsa di muffa o condensa, sensazione di freddo o movimenti d'aria appena percettibili.
Tali eventi rilevati dal committente, di frequente non vengono riconosciuti da chi ha eseguito i lavori di fornitura e posa in opera, adducendo la comparsa di tali fenomeni al cattivo modo in cui viene gestito l'ambiente domestico, mediante scarso arieggiamento, insufficiente riscaldamento, ecc.
Il perdurare di tale situazione, senza poter trovare un accordo tra le parti, inevitabilmente sfocia in una controversia legale, mediante la quale, il giudice è costretto a nominare un perito specializzato, al quale affidare il compito di verificare se i lavori siano stati eseguiti in maniera conforme alle normative del settore, vigenti all'epoca della posa in opera.
Al fine di non arrecare disagio alla committenza, attraverso indagini più o meno invasive, mirate ad individuare i punti deboli dell'intervento, oggi sempre più spesso si ricorre a indagini non distruttive, attraverso le quali è possibile rilevare i difetti di posa in opera degli infissi.
La termografia, rappresenta insieme a Blower door e test A-Wert, l'indagine più accurata per poter risolvere la controversia in questione.
Mediante la termografia, è possibile individuare le aree di dispersione del caldo e del freddo, interpretando le immagini termografiche dello stato di fatto, oltre a individuare spifferi e altre anomalie come condensa interstiziale, muffe ecc, derivanti dal cattivo isolamento dell'infisso mal posato.
L'analisi termografica è utile per verificare in inverno le dispersioni di calore dall'interno verso l'esterno, causate dalla presenza dei ponti termici e dai difetti di tenuta degli infissi.
Tale problematica si ripresenta anche durante il periodo estivo, quando i condizionatori interni lavorano maggiormente per raffrescare gli ambienti a causa dei difetti di tenuta degli infissi.
Oltre alle analisi termografiche, la corretta posa degli infissi la si può valutare impiegando Il Blower door, ossia uno strumento in grado di generare e misurare delle variazioni di pressione all'interno di una abitazione, in cui è posizionato un ventilatore incorniciato in una tenda, fissato alla porta di ingresso dell'abitazione.
Appena il flusso d'aria entra in circolo, è possibile misurare la permeabilità all'aria degli infissi esterni, oltre a poter rilevarne di tale fenomeno mediante l'ausilio della termocamera.
Qualora occorra un ulteriore test per verificare la tenuta degli infissi esterni, è possibile impiegare dei prodotti Nebbiogeni, con i quali effettuare il Test del fumo.
Questa tecnica prevede l'insufflaggio di fumo all'interno dell'abitazione, in seguito al quale si creerà una pressione capace di spingere il fumo, facendolo uscire dai punti non correttamente isolati, permettendo così di individuare le zone dell'infisso che non sono a tenuta.
Quest'ultimo metodo, ha il pregio di convincere anche visivamente i più scettici, quando la controversia sembra arenarsi sulle metodiche d'intervento, pertanto il più delle volte si rivela efficace.
Un altro aspetto da verificare con attenzione quando si installano infissi ad alte prestazioni energetiche, è rappresentato dalla effettiva capacità isolante delle parti vetrate.
Infatti, come per le pareti, il vetro è soggetto a uno scambio termico con l'esterno, mediante tre tipologie di propagazione: conduzione, convezione e irraggiamento.
Questo scambio di calore, si misura attraverso la trasmittanza termica del vetro. Pertanto, più alto risulta il valore di tale trasmittanza, peggiori saranno le prestazioni del vetro montato sugli infissi e di conseguenza peggiori saranno le prestazioni termiche dell'intero infisso.
Le vetrate isolanti sono normalmente costituite da una stratificazione composta da due vetri separati da una camera d'aria, in cui è racchiuso un gas nobile come l'Argon più pesante dell'aria, il quale si stratifica creando un ponte termico con l'esterno, ciò consente di ridurre la trasmittanza della vetrata arrivando in maniera ottimale a raggiungere il valore di trasmittanza pari a 1,1 W/m2K.
Ma stante l'invisibilità del gas in questione, non è possibile verificare a occhio nudo se all'interno della vetrocamera, la presenza di tale gas sia completamente diffusa in maniera omogenea in tutti gli elementi che compongono le parti vetrate.
Per verificare tale presenza in maniera concreta occorre impiegare ancora una volta la termografia, la quale consente di verificare il reale grado di isolamento della parete vetrata, restituendo una immagine termografica significativa, circa il reale grado di isolamento dell'infisso.
Tale indagine, diventa ancora più importante, quando la parte vetrata è di dimensioni considerevoli, in rapporto alla superficie opaca totale dell'involcro edilizio, come ad esempio, in presenza di vetrate scorrevoli a tutta altezza, prospettanti verso l'esterno.
Dal punto di vista pratico, una verifica termografica risulta sempre conveniente, al fine di assicurarsi la qualità di quanto installato, indipendentemente dalle certificazioni prodotte dalla casa costruttrice degli infissi.
Occorre, infatti, tener presente che la spesa occorrente per effettuare tale verifica, spesso è ampiamente recuperata dall'impiego di infissi nella loro piena efficienza termica, nel corso dell'intero anno solare.
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