Con l'aiuto delle norme e di una particolare sensibilità progettuale è possibile realizzare spazi abitativi fruibili da tutti, anche dai diversamente abili.
Ambiente casa e diversamente abili
La casa è il luogo per eccellenza, dove ci sentiamo protetti e al sicuro: questo perché è conformata in base al nostro gusto ma soprattutto in base alle nostre esigenze.
Per i diversamente abili la vita quotidiana è un po' più impegnativa a causa delle defezioni fisiche che condizionano i movimenti e limitano l'autonomia.
Grazie a dei piccoli accorgimenti, però, è possibile rendere la vita più facile: scivoli, pedane elevatrici o altri dispositivi studiati in base al singolo problema possono aiutare a rendere autonomi, facilitando così movimenti e attività.
Più di ogni altro spazio, la casa deve essere quindi disegnata o meglio cucita alla perfezione su chi la dovrà abitare e dovrà essere una sintesi perfetta tra la sensibilità del progettista e le leggi in materia.
Per i diversamente abili esistono molte normative a cui far riferimento nell'atto della progettazione di uno spazio abitativo: indicazioni e prescrizioni ci indicano come dimensionare gli spazi, come distribuire l'arredo e, tra essi, come progettare un impianto elettrico in modo che sia fruibile da tutti.
L'obiettivo, infatti, come sopra descritto, è quello di renderli autonomi almeno nel proprio spazio domestico.
Impianti elettrici per diversamente abili
In Italia, all'atto della progettazione di edifici pubblici e privati, nonché della loro ristrutturazione, è necessario far riferimento a due principali normative: la Legge n. 13 del 09/01/1989 Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati e il D.M. n. 236 del 14/06/1989 Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.
In esse sono contenute, appunto, prescrizioni ed indicazioni atte a garantire la fruizione e l'uso degli spazi anche dai diversamente abili, superando così le barriere architettoniche.
Per barriere architettoniche si intendono a) gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;) gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti; c) la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi (Art. 2 D.M. n. 236/1989).
Seguendo i criteri di accessibilità, visitabilità e adattabilità si indicano quali sono le misure da adottare per rendere un ambiente fruibile a tutti.
Tra i criteri per l'accessibilità, al punto 4.1.5 si parla di terminali degli impianti: Gli apparecchi elettrici, i quadri generali, le valvole e i rubinetti di arresto delle varie utenze, i regolatori degli impianti di riscaldamento e condizionamento, nonché i campanelli, pulsanti di comando e i citofoni, devono essere, per tipo e posizione planimetrica ed altimetrica, tali da permettere un uso agevole anche da parte della persona su sedia a ruote; devono, inoltre, essere facilmente individuabili anche in condizioni di scarsa visibilità ed essere protetti dal danneggiamento per urto. In particolare al punto 8.1.5., cioè nelle specifiche, si sottolinea che gli apparecchi elettrici, i quadri generali, le valvole e i rubinetti di arresto delle varie utenze, i regolatori di impianti di riscaldamento e di condizionamento, i campanelli di allarme, il citofono, devono essere posti ad una altezza compresa tra i 40 e i 140 cm.
Quando si parla di altezze è opportuno specificare che per altezza si intende la distanza misurata in verticale dall'asse del dispositivo al piano di calpestio.
Ad aiutare ulteriormente nella progettazione c'è la Guida CEI 64-50 per l'edilizia ad uso residenziale e terziario.
Interruttori, comandi, deviatori e prese a spina, nonché apparecchi citofonici e telefonici devono essere quindi posizionati in modo da essere individuati e utilizzati facilmente anche in condizioni di scarsa visibilità.
Un'attenzione particolare va riservata alla progettazione dell'ambiente bagno: oltre alla conformazione dello spazio studiato in modo da poter permette l'ingresso, il movimento e l'uscita di una persona in carrozzella, in esso gli interruttori e i comandi devono essere posizionati non creando pericolo per l'utente.
Se tali norme vengono seguite alla lettera e, nell'atto della progettazione, si pone l'accento su determinate problematiche studiate in base all'utente che dovrà abitare lo spazio, si contribuirà in maniera attiva a rendere la vita di un diversamente abile più semplice e confortevole, almeno tra le mura domestiche.
È opportuno segnalare, infine, che per l'adeguamento degli spazi ad un diversamente abile, cioè per l'abbattimento delle barriere architettoniche, sono previsti, nella L. 13/89, dei contributi da richiedere al proprio Comune, oppure è possibile usufruire della detrazione dei lavori al 50%.