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Terminata la scuola superiore, molti ragazzi nel valutare la sede universitaria più consona al proprio percorso formativo, optano per facoltà anche distanti dal luogo di residenza, essendo così costretti a spostarsi in un'altra città e prendere una casa in affitto.
Ciò comporta una serie di oneri di carattere economico, tra i quali certamente figura quello connesso alla stipula di un contratto di locazione, ovvero il pagamento di un canone.
Per gli studenti universitari fuori sede solitamente viene utilizzato il contratto di locazione ad uso transitorio.
Affitto studenti fuori sede - foto Getty Images
Esso consente di ottenere agevolazioni fiscali sia a vantaggio del proprietario che dell'inquilino. Il proprietario potrà infatti optare per la cedolare secca al 10%, oltre che a una deduzione del reddito imponibile del 30%.
L'inquilino potrà portare in detrazione il 19% del canone di locazione.
Per avere accesso alla detrazione, tra il Comune di residenza dello studente e la sede universitaria la distanza deve essere di almeno 100 km, oppure superiore a 50 km per i comuni montani.
Per gli studenti universitari alla ricerca di un alloggio temporaneo per i quali l'interesse alla locazione è strettamente connesso alla durata del periodo di studi, la tipologia di affitto più idonea, perché in grado di soddisfare esigenze temporalmente limitate, è il contratto transitorio.
Affinché possa essere sottoscritto, è necessario il rispetto di alcuni requisiti:
Per la sua validità il contratto deve essere sottoscritto avvalendosi dell'apposito modulo ministeriale identico in tutto il territorio nazionale.
Viste le esigenze transitorie che sono sottese a questa tipologia di contratto, esso è caratterizzato da una durata limitata. Essa va da un minimo di 6 mesi a un massimo di 3 anni, con rinnovo automatico per altri 24 mesi, una volta giunti alla prima scadenza contrattuale.
Un aspetto negativo di questo schema contrattuale è costituito, per il locatore, dai vincoli che devono essere rispettati in merito all'ammontare del canone applicato.
Il padrone di casa non può infatti scegliere liberamente il canone da far pagare agli studenti in quanto deve essere concordato.
Esso, infatti, viene definito negli accordi locali stipulati dalle organizzazioni territoriali entro specifici limiti massimi e minimi.
In caso di affitti a studenti fuori sede stipulati mediante contratto transitorio è possibile fruire di importanti vantaggi fiscali.
Gli studenti potranno infatti portare il canone in detrazione nella dichiarazione dei redditi relativa all'anno di imposta nel quale la spesa è stata sostenuta.
Essendosi ormai avviata la stagione del 730 è bene conoscere quelle che sono le modalità e le condizioni per poter portare in detrazione il canone versato.
L'agevolazione fiscale sarà consentita anche nel caso ci si avvalga del modello 730 precompilato che sarà online a partire dal 30 aprile 2024.
Ricordiamo che il modello 730/2024 deve essere presentato entro il 30 settembre 2024.
Da rispettare alcune regole per poter ottenere il rimborso fiscale del 19% sull'affitto.
La detrazione spetta a favore di chi frequenta atenei sia pubblici che privati, indipendentemente dal tipo di percorso di studio prescelto.
Esclusa unicamente l'università telematica. La detrazione non è tuttavia prevista quando si frequentano corsi post laurea.
Quanto alla tipologia di spese che possono essere portate in detrazione, si specifica che sono escluse le spese di condominio, il deposito cauzionale o eventuali spese di riscaldamento.
La stipula di un contratto di affitto per studenti dà diritto alla detrazione Irpef pari al 19% del canone annuo, entro il limite pari a 2633 euro l'anno.
In sostanza, l'importo che si potrà richiedere a titolo di rimborso sarà dunque pari al massimo a 500 euro.
Locazione contratto transitorio - foto Getty Images
Quando non si possono beneficiare delle detrazioni sul canone, ricordiamo che sono comunque previsti dei bonus in riferimento ai mezzi di trasposto nonché delle detrazioni relative alle spese universitarie.
Cosa succede se il contratto di affitto è cointestato a più studenti?
Il costo del canone potrà essere portato in detrazione pro quota da ciascun soggetto interessato e il limite della detrazione resterà sempre pari a 2633 euro, in riferimento a ciascun inquilino, purché sussistano i requisiti per poter beneficiare della detrazione.
È esclusa la detrazione fiscale in caso di contratto di sublocazione.
Si ricorda, inoltre, che il costo del canone può essere sostenuto anche da un familiare del quale lo studente universitario sia fiscalmente a carico.
In tal caso sarà il familiare a dover riportare la spesa sul modello 730 ai fini della detrazione fiscale.
Restano fermi i limiti di spesa sopra citati anche in presenza di più figli.
Qualora il genitore ad esempio abbia due figli studenti a carico, per ciascuno di essi avrà a disposizione un limite di spesa pari a 2633 euro.
Non tutti gli studenti che decidono di affittare una casa per proseguire gli studi possono beneficiare dell'agevolazione fiscale. Occorre il rispetto di alcune condizioni.
Per quanto concerne i requisiti necessari per poter ottenere la detrazione dell'affitto per gli studenti fuori sede si deve segnalare che è necessaria la presenza di una distanza minima per avere accesso al rimborso Irpef.
Tra il Comune di residenza dell'inquilino e la sede dell'Università la distanza deve essere di almeno 100 km.
In caso di Comune di residenza situato in una zona disagiata o comunque di montagna vi è un'eccezione alla regola per cui si può ottenere l'agevolazione fiscale anche qualora la distanza sia inferiore a 100 km ma comunque superiore ai 50 km.
Affitti studenti tassazione - foto - Getty Images
La detrazione è prevista per contratti stipulati o rinnovati ai sensi della legge 431 del 1998 regolarmente registrati, aventi uso abitativo, redatti mediante contratti ad uso transitorio.
I quali possono essere conclusi anche in riferimento a un singolo posto letto.
Si potrà altresì fruire dei vantaggi fiscali in caso di contratto di ospitalità o l'atto di assegnazione in godimento o locazione che venga stipulato con enti per il diritto allo studio, università, collegi, enti senza fine di lucro e cooperative.
Non viene invece riconosciuta in caso di sublocazione.
I vincoli sul canone applicabile propri del contratto di locazione ad uso transitorio sono compensati dai vantaggi sulla tassazione a beneficio del proprietario dell'immobile.
Egli, infatti, potrà optare per il regime fiscale della cedolare secca con aliquota al 10%, in sostituzione della tassazione ordinaria Irpef, con possibilità di evitare anche il pagamento delle imposte di bollo e di registro, sia in fase di prima registrazione che per le proroghe o la risoluzione del contratto.
È evidente come l'imposta dovuta sarà nettamente inferiore.
Ricordiamo che il contratto transitorio a canone concordato non deve essere obbligatoriamente utilizzato per gli affitti agli studenti fuori sede in quanto, rinunciando alla tassazione di favore, sarà comunque possibile avvalersi del contratto a canone libero.
La possibilità di optare per la cedolare secca non è l'unica agevolazione fiscale.
Il proprietario potrà altresì aver diritto a una deduzione Irpef del 30% sui redditi imponibili dei fabbricati locati.
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