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Il panorama italiano dimostra una crescente sensibilità verso le tematiche di risparmio energetico applicato all'edilizia.
Le nuove costruzioni devono rispettare, con specifiche differenze regionali, determinati requisiti prestazionali.
La sfida è ottenere edifici che disperdano meno e garantiscano condizioni di comfort termico, risparmiando sulla bolletta e riducendo contestualmente le immissioni di CO2 nell'ambiente, per le nuove costruzioni ma anche per quelle esistenti grazie agli incentivi e le detrazioni fiscali vigenti.
Intervenire sull'involucro edilizio creando un cappotto esterno casa è tra i modi più efficaci per ottenere un buon risultato e l'isolamento a cappotto è tra le soluzioni maggiormente auspicabili: come il termine stesso suggerisce, si tratta di rivestire l'edificio con un ulteriore strato esterno, un cappotto termico per l'appunto. Le modalità con cui si realizza tale sistema sono molteplici.
Il sistema tradizionale prevede di incollare e tassellare pannelli di materiale coibente (polistirene, poliuretano, etc.), alle murature perimetrali esistenti per poi procedere all'intonacatura per successive rasature con l'ausilio di opportune reti portaintonaco.
Dal punto di vista estetico, il risultato è quello di una tradizionale muratura intonacata.
Tuttavia vi è ancora scetticismo circa l'eventuale ridotta resistenza all'urto, soprattutto su pareti a piano terra se non eseguito con materiali adeguati: nel caso di materiale isolante a ridotta densità lo strato protettivo di intonaco potrebbe infatti risultare insufficiente.
Trattandosi poi di una tecnologia relativamente recente, è difficile valutare la durabilità del prodotto in termini di perdita di aderenza al supporto, fessurazione e dunque contatto con l'acqua e conseguente perdita di prestazioni.
Infine, il costo è ancora piuttosto alto e verosimilmente non subirà grandi riduzioni, poiché l'incidenza della manodopera è e rimarrà comunque predominante, anche qualora si riducessero i prezzi dei componenti.
Una valida alternativa è costituita da contropareti frutto del brevetto Xella Ytong
Si tratta di pannelli isolanti che prevedono l'utilizzo di sabbia con un contenuto di silice superiore al 70%, cemento Portland come principale legante, calce e polvere d'alluminio, il tutto mescolato in acqua a formare una boiacca semiliquida che, una volta indurita, può essere tagliata e profilata secondo le forme più disparate (blocchi, pannelli, pezzi speciali).
Nella massa si formano bolle di idrogeno gassoso che causano la lievitatura dell'impasto e il conseguente aumento di volume.
Similare è il ciclo produttivo per la realizzazione di PICABLOCK®.
L'azienda PICA offre così una valida alternativa ai pannelli presentando sul mercato prodotti in calcestruzzo cellulare a base calce in blocchi, per murature, tramezzi o cappotti termici, o granuli, per massetti alleggeriti.
L'elevatissimo numero di pori, la solida struttura di silicati di calcio idrati, unitamente alla scelta delle percentuali di miscelazione dei componenti base, donano eccezionali caratteristiche al prodotto: isolamento termico, isolamento acustico, resistenza al fuoco, semplicità e versatilità di impiego e minimo impatto ambientale.
Questo calcestruzzo cellulare è infatti ottenuto da materie prime pulite, facilmente reperibili e pressoché illimitate. Inoltre, il ciclo produttivo avviene a temperature relativamente basse senza produzione di gas o vapori nocivi.
Per le costruzioni ex-novo, l'abbinamento della muratura in blocchi YTONG con il cappotto minerale in YTONG MULTIPOR garantisce le prestazioni di isolamento previste dal modello tedesco Passivhaus.
Per la riqualificazione di edifici esistenti, il cappotto esterno con pannelli YTONG MULTIPOR è in grado di correggere completamente i ponti termici, causa di muffe e umidità.
Le loro resistenze e rigidità garantiscono un montaggio facile e veloce: i pannelli vengono applicati semplicemente mediante incollaggio con malta leggera e successivo fissaggio meccanico.
Successivamente verrà applicata una rasatura armata con rete e uno strato di finitura che assicura una notevole resistenza all'urto.
Nel caso di restauro e riqualificazione energetica di edifici con valenza storico-monumentale, non è ammesso modificare le facciate esterne.
Mediante l'impiego del pannello YTONG MULTIPOR si può isolare l'edificio dall'interno senza l'impiego di barriere al vapore, indispensabili invece per i materiali isolanti tradizionali.
Questi pannelli sono minerali e privi di fibre e garantiscono pertanto un'elevata traspirabilità e igroscopicità, scongiurando il rischio della formazione di muffe e garantendo un'ottima conservazione delle murature esistenti, anche nell'eventualità di condensa interstiziale.
Il singolo pannello viene incollato direttamente alla parete con malta leggera YTONG MULTIPOR, senza ulteriori fissaggi meccanici, salvo in presenza di ulteriori rivestimenti.
Come finitura, è possibile utilizzare malta analoga o un rivestimento a secco idoneo, per procedere poi con la tinteggiatura.
Il sistema YTONG può essere applicato anche per l'isolamento degli elementi orizzontali e inclinati, come solai e falde di copertura rivolti verso locali non riscaldati (causa di notevole dissipazione del calore).
Il pannello ha elevate resistenza a pressione e inerzia termica e non si deforma.
Garantisce inoltre ottimi livelli di assorbimento acustico e di resistenza al fuoco (euroclasse A1).
La tenuta delle lastre, semplicemente incollate al soffitto, è immediata, così da rendere inutili ulteriori supporti.
La superficie può essere finita secondo le procedure descritte relativamente al cappotto interno.
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