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Quando circa 200.000 anni fa comparve sulla terra il primo essere umano, le cui caratteristiche si differenziavano dalle specie a esso affini non solo fisicamente ma in particolar modo per lo sviluppo del sistema nervoso e di tutte le facoltà intellettive, la necessità di progettare e realizzare oggetti e attrezzature per la sopravvivenza ha indotto l'uomo a cimentarsi con il problema del dimensionamento relazionato all'uso.
La relazione che lega il dimensionamento allo spazio dipende dalle dimensioni degli oggetti e degli arredi in esso collocati e dall'ingombro necessario alla gestualità di colui che li usa.
Il concetto mi sembra fondamentale per poter avviare una breve discussione sui criteri di dimensionamento degli spazi abitati in rapporto all'uso e ai gesti che l'utente compie durante le normali attività.
Indipendentemente dalla cultura e dal luogo dove occorre progettare, bisogna partire sempre da quelle che sono le minime misure d'ingombro capaci di consentire una agibilità sicura e razionale nello spazio abitato.
Il parametro al quale occorre far sempre riferimento è rappresentato dalla figura umana, con le dimensioni, abitudini, necessità, oltre alla sua disponibilità economica la quale limita o amplia il numero di soluzioni per risolvere l'organizzazione di uno spazio abitato.
Volendo fare degli esempi pratici per illustrare il concetto sopra espresso, prendiamo in esame il caso in cui occorre organizzare l'ambiente soggiorno e la zona notte in un unico ambiente, inevitabilmente occorrerà scegliere degli arredi tali da soddisfare entrambe le esigenze, senza penalizzarne nessuna dal punto di vista ergonomico.
Il divano trasformabile in letto come elemento più ingombrante, diventa l'elemento indispensabile a cui far riferimento, per cui la sua dimensione deve riferirsi a quella massima necessaria a soddisfare ambedue le necessità esposte.
Mi riferisco in particolare alla lunghezza netta interna e allo spessore del materasso, le cui dimensioni devono essere almeno 180 cm di lunghezza per 15 cm di altezza affinchè si possa parlare di divano trasformabile in un letto vero e proprio.
In questo caso l'importanza della disponibilità economica è rilevante, infatti vi è una bella differenza di costo tra un divano letto economico e un vero divano letto trasformabile, dotato di rete e materassi adeguati movimentati da congegni robusti e di facile manovrabilità.
Oltre alle considerazioni relative alle misure intrinseche del complemento di arredo descritto, va considerata un'altra serie di misure legate all'ergonomia, ossia ai gesti e alle posizioni che occorre assumere per poter utilizzare senza fatica l'oggetto.
Se si ha difficoltà a rendersi conto di come lo spazio disponibile può essere condizionato dalla molteplicità d'impiego dello stesso complemento di arredo, prima del suo acquisto, consiglio di simularne la sua presenza, mediante la realizzazione di semplici sagome bidimensionali costituite da strisce di cartone assemblate, le quali seguendo il perimetro d'ingombro dell'oggetto da acquistare rendono una idea delle varie possibilità di posizionamento nello spazio.
L'impiego di tali sagome, unitamente a semplici scatole di cartone risulta molto utile, in particolare quando gli ambienti da arredare hanno piante molto irregolari, infatti in questi casi, solo con la verifica in sito è possibile per chi non è esperto in materia rendersi conto, una volta inserito l'oggetto, dello spazio disponibile.
Nella stessa maniera, si potranno simulare le posture da assumere in relazione all'uso di mobili contenenti ante o altri elementi d'ingombro e verificare di conseguenza se le diverse posture possono andare in conflitto tra loro.
Risulta utile inoltre consultare le prescrizioni riportate nei regolamenti comunali in materia edilizia, circa le dimensioni minime che ogni ambiente domestico deve possedere tenendo conto, salvo diversa prescrizione locale delle dimensioni minime che ordinariamente un locale deve possedere e precisamente:
- Soggiorno 14mq
-Cucina 8-9 mq
-Camera da letto matrimoniale 14 mq
- Camera doppia 14 mq
- Camera letto singolo 9 mq
- Bagno 2-3,5 mq
oltre a tutte le pubblicazioni relative all'ergonomia domestica e alle dimensioni minime degli ambienti abitati, ormai largamente diffuse sulla rete.
Oltre alla progettazione e organizzazione degli spazi tridimensionali, vi sono molte situazioni nelle quali è necessario stabilire le giuste misure di un decoro, di una cornice, ecc., da inserire in un contesto abitativo. In queste situazioni non sempre si è sicuri di agire nel modo giusto, per cui si va alla ricerca di una regola ordinatrice a cui far riferimento.
La domanda nasce dunque spontanea: esiste una regola mediante la quale è possibile proporzionare un soggetto in maniera armoniosa? A questa domanda hanno tentato nei secoli di rispondere illustri matematici, filosofi e esperti di diverse scienze, ad oggi possiamo dire che forse la regola più applicata fin ai nostri giorni è quella della sezione aurea, in termini molto semplificati il rapporto tra due misure rappresentato da un numero pari a 1.618.
Così se ad esempio, volendo stabilire le misura di un trompe l'oeil rettangolare la cui dimensione minima misura 1 metro, avremo bisogno di una misura massima di 1,618 metri per ottenere una immagine ben proporzionata.
La regola semplificata applicata precedentemente è ancora oggi utilizzata in molti campi da progettisti, artigiani, artisti, ecc, pertanto nulla vieta di applicarla per le nostre esigenze compositive più disparate, confortati anche dalla sua applicazione da parte di uno dei padri dell'architettura moderna, come l'architetto Le Corbusier il quale usò il principio della sezione aurea per definire proporzioni e funzionalità degli spazi abitati dall'uomo, impiegando quest'ultimo come parametro di misura. Nell'immagine riportata, è indicato come costruire un rettangolo aureo ABCD, partendo dalla misura del lato AD.
Anche se diversi studi hanno messo in discussione l'applicazione delle regole auree descritte, resta il fatto che con esse sono state progettate opere di grande prestigio e importanza architettonica in ogni parte del mondo dagli albori della civiltà Greca, fino ai nostri giorni.
Cucina e bagno rappresentano due ambienti della casa, in cui è necessario organizzare in maniera più precisa la distribuzione degli spazi e le relative misure di ingombro tra un volume e l'altro, al fine di rendere i due ambienti comodi e sicuri nell'uso quotidiano.
Senza voler aver la pretesa di esaurire in un solo articolo la complessa materia, è bene tener presente alcune regole fondamentali, circa le distanze minime da lasciare tra gli elementi che compongono tali spazi.
In cucina, indipendentemente dalla sua configurazione, per poter inserirvi un tavolo è necessario lasciare una distanza di almeno 120 cm. tra il tavolo e l'ostacolo più prossimo, al fine di poter permettere il transito alle spalle di chi è seduto.
Tale distanza deve aumentare almeno a 135 cm., quando l'ostacolo più prossimo è rappresentato da un contenitore munito di cassetti o ante.
Particolare importanza va posta al posizionamento della lavastoviglie, di fronte alla quale occorrono almeno 100 cm, per poter svolgere senza problemi le operazioni di carico e scarico.
L'ambiente comunemente identificato come bagno, ha diverse possibilità di organizzazioni interne in seguito alle quali assume l'identificativo di wc, toilette, bagno con doccia, bagno con vasca.
A prescindere da tali organizzazioni e dalla geometria in pianta del locale, occorre rispettare delle misure minime da lasciare tra un sanitario e l'altro, affinchè il luogo diventi sicuro e funzionale.
Prendendo a riferimento Bidet e wc. di dimensioni standard, la distanza minima da lasciare lateralmente tra loro e le pareti laterali deve essere di 25 cm., mentre quella rispetto alla parete frontale, non dovrebbe mai scendere sotto i 60 cm.
Ovviamente quando occorre ricavare un bagno in pochissimo spazio, alcune deroghe alle distanze citate possono essere concesse, a condizione che le distanze laterali tra sanitari, non scendano mai al di sotto di 20 cm.
Personalmente ritengo l'uomo contestualizzato nella sua realtà, il vero riferimento a cui rapportarsi in ogni atto progettuale, le sue dimensioni, l'ingombro delle sue posture durante lo svolgimento delle sue necessità primarie e secondarie, dettano utili informazioni su come procedere.
Non molti anni fa, chi studiava materie artistiche e tecniche utilizzava il tavolo da disegno (meglio conosciuto come tecnigrafo) per poter progettare e definire le sue idee.
La presenza di un elemento come il tecnigrafo, capace di assumere e far assumere posture diverse in relazione alle diverse fasi di studio dell'idea progettuale, richiedeva il doppio dello spazio che oggi una moderna postazione grafica occupa per far svolgere in modo ancora più preciso lo stesso lavoro.
Quest'ultimo esempio dimostra come ci sia uno stretto rapporto tra l'ergonomia e lo spazio in ogni attività umana, in cui l'uomo rappresenta, e spero rappresenterà sempre, il riferimento principale.
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