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Ogni anno i Comuni italiani bandiscono un concorso per l'assegnazione di contributi integrativi ai canoni di locazione: si tratta, in sostanza, dell'erogazione di una somma in denaro a copertura di parte della spesa sostenuta per l'affitto da famiglie a basso reddito, titolari di un contratto di locazione residenziale, non riguardante immobili di edilizia pubblica.
I comuni provvedono, esaminate le richieste pervenute, a stilare una graduatoria in base ai requisiti posseduti dai richiedenti e ad erogare i fondi agli aventi diritto.
Le somme stanziate sono in parte assegnate dalla Giunta Regionale e versate nelle casse dei comuni, in parte stanziate dai comuni stessi. Quindi, a seconda dei bilanci degli enti, le cifre possono cambiare così come le condizioni di accesso e i requisiti, pertanto si consiglia, a chi fosse interessato a richiedere il contributo, di informarsi presso il proprio Comune e procurarsi il bando.
In genere, comunque, gli adempimenti da compiere sono simili per tutta Italia, per cui possiamo descrivere a larghe linee come deve essere effettuata la richiesta.
La prima condizione necessaria per poter accedere al bando è quella di essere titolari di un contratto di locazione residenziale regolarmente registrato, non di edilizia pubblica.
Gli altri requisiti richiesti sono di solito:
- la cittadinanza italiana o di un paese dell'Unione europea, o lo status di rifugiato politico riconosciuto (in questo caso è richiesto anche l'esercizio di un'attività lavorativa);
- la residenza anagrafica o lo svolgimento dell'attività lavorativa nel territorio del comune che bandisce il concorso;
- la non titolarità di diritti reali (proprietà, usufrutto, ecc.) su un altro alloggio avente caratteristiche idonee per il proprio nucleo familiare e ubicato nello stesso comune a cui si riferisce il bando;
- la non titolarità degli stessi diritti su un alloggio ubicato anche fuori della provincia di interesse, il cui valore locativo sia pari a quello di un alloggio idoneo al proprio nucleo familiare;
- l'assenza di precedenti finanziamenti da parte dell'ente o dell'assegnazione di un alloggio realizzato con edilizia pubblica, con futuro patto di vendita.
Per quanto riguarda, invece, la situazione reddituale, viene richiesto che il rapporto tra il valore ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), il valore ISE (Indicatore della Situazione Economica) e l'incidenza su di essi del canone di locazione annuo, rientri nell'ambito di determinati valori limite.
Ai contribuenti che dichiarano un valore ISE pari a zero, viene richiesta un'autocertificazione nella quale venga indicata la fonte di sostentamento della famiglia, pubblica o privata che sia.
L'importo del contributo verrà calcolato proprio in relazione al rapporto tra tali valori e i Comuni potranno decidere, per aiutare una platea più ampia di cittadini, di assegnare ad una parte di essi una somma inferiore al 100% del contributo così calcolato.
Sulla scorta delle dichiarazioni pervenute, il Comune determinerà la graduatoria, nella quale terrà conto di una serie di priorità, per cui, a parità di punteggio, potrà accordare preferenza a soggetti:
- per i quali sia stato emesso provvedimento di rilascio dell'abitazione e che abbiano stipulato un nuovo contratto ai sensi della L. 431/98 (Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo);
- famiglie prive di reddito;
- con più di 65 anni;
- costituenti nuclei monoparentali;
- con presenza di uno o più soggetti disabili in famiglia;
- in base al numero di componenti del nucleo familiare.
Come detto in precedenza, le modalità di accesso al contributo, i requisiti e l'importo dello stesso, possono variare da Comune a Comune, per cui è necessario informarsi presso il proprio.
Molto spesso le informazioni, così come il fac simile del modello con cui compilare l'istanza, sono disponibili sul sito stesso dell'ente.
La domanda, redatta sotto forma di atto di notorietà (autocertificazione) ai sensi della L. 445/2000, va inviata in busta chiusa.
Ad essa dovranno essere allegati una serie di documenti, tra cui:
- fotocopia di un documento in corso di validità;
- copia del contratto di locazione registrato;
- copia della ricevuta di pagamento della tassa di registrazione per l'anno in corso (mod. F23);
- dichiarazione ISE dell'anno precedente;
- dichiarazione ISEE dell'anno precedente;
- autocertificazione, per chi dichiara ISE zero;
- copia dell'eventuale provvedimento di sfratto e della successiva stipula di nuovo contratto;
- documentazione attestante l'invalidità, nel caso si voglia usufruire di priorità;
- permesso di soggiorno per i richiedenti stranieri.
Le istanze saranno esaminate da una commissione tecnica appositamente istituita, che provvederà a definire la graduatoria.
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