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Le murature aventi importanza strutturale rilevante, specialmente quelle realizzate molti anni fa, possono manifestare con il trascorrere del tempo delle situazioni di degrado tali da comprometterne la stabilità.
Quando le stesse murature, oltre ai fenomeni di degrado citati, denotano anche difetti di costruzione come strapiombi, dimensioni in altezza elevate e prive di elementi trasversali di rinforzo, materiali scadenti, materiali non omogenei, il rischio di un dissesto statico risulta elevato.
Le criticità sopradescritte sono frequentemente rilevabili nelle vecchie costruzioni, disposte su siti non pianeggianti in cui è necessario contenere terrapieni e strade, mediante la costruzione di muri di scarpa, la cui realizzazione materica spesso risulta l'elemento caratterizzante del paesaggio.
Gli interventi di risanamento, consolidamento, restauro di tali murature, vanno affrontati caso per caso prendendo in esame diversi fattori, come le norme urbanistiche vigenti, la tipologia del costruito, i materiali con cui sono stati realizzati, gli eventuali difetti di esecuzione rilevati, la configurazione geometrica ecc.
Escludendo dal presente articolo quelle casistiche ricadenti nell'ambito dei beni sotto tutela delle sopraintendenze competenti per territorio, oggetto di protocolli ben precisi, mi soffermerò su alcuni tipi di interventi, i quali più di frequente possono presentarsi indipendentemente dalla località geografica in cui ricadono.
Prendiamo in esame un muro di sostegno, disposto a protezione di un fabbricato confinante con un terrapieno adiacente a un vialetto pedonale, la cui struttura è costituita da pietra di tufo e malta cementizia, rifinito con intonaco .
Questo particolare tipo di muro, molte volte realizzato con sezione trapezoidale retta, più degli altri risulta esposto al degrado per diversi motivi.
Attraverso il terrapieno disposto a monte, l'acqua accumulata nel suolo, in seguito a eventi naturali tende a penetrare all'interno della parete e non trovando sfogo alcuno per mancanza di idonee opere di drenaggio, esercita un'azione di spinta.
Quest'ultima, con il trascorrere degli anni provoca diversi danni, come lo sgretolamento di malte e conci tufacei, il rigonfiamento di intonaco, ecc.
In questi casi, per poter analizzare in modo appropriato l'eventuale quadro fessurativo evidenziatosi in seguito al persistere di tali eventi, è buona regola rimuovere l'intonaco ammalorato dalla superficie del muro.
Successivamente, sarà possibile rilevare l'entità e il tipo di degrado: di frequente si rilevano perdita di consistenza dei conci murari e dei giunti di malta; possono anche manifestarsi espulsioni di parte della muratura costituita da materiale diverso rispetto a quello predominante, oppure leggeri accenni di ribaltamento di porzioni della parete, con alterazione della planarità della superficie muraria verticale.
In relazione al tipo di degrado rilevato, bisogna predisporre delle adeguate opere tese a consolidare e stabilizzare la muratura, oltre a lavori atti a proteggere le superfici nel tempo.
Per eliminare o ridurre in buona parte l'accumulo di acqua alle spalle del muro, occorre realizzare dei piccoli doccioni di sfogo, costituiti da forature circolari del diametro di 6 cm, in cui possono essere inseriti spezzoni di tubo di polivinile pesante, sporgenti almeno 4 cm dalla superficie della muratura priva di intonaco, posizionati lungo la parete a intervalli di circa 1,50 m. sfalsati tra loro.
La scelta della foratura circolare è dettata da diversi motivi, come la facilità di esecuzione mediante semplice carotaggio, nonché la maggiore resistenza del foro circolare alle spinte trasversali dei conci murari.
Dopo aver eseguito le opere di carotaggio, si può procedere con gli altri interventi, come la sostituzione di parti di muratura ammalorata e deteriorata, riempimento di cavità o altri elementi di discontinuità.
Qualora la struttura muraria dovesse manifestare un quadro fessurativo molto diffuso, conviene irrobustire la parete o mediante iniezioni di malta cementizia, dopo aver verificato la reale possibilità di riempimento delle connessure tra conci murari, oppure posizionando sulla superficie muraria delle reti di rinforzo ancorate alla muratura e successivamente annegate in uno strato di malta cementizia.
A tal proposito, nel caso in cui si volesse impiegare della rete per rinforzare il muro, è importante la scelta della stessa; infatti, in commercio esistono diverse tipologie di reti costituite da materiali come acciaio, fibra di vetro e altri, per cui in rapporto al tipo di rifinitura a cui si ricorrerà è bene scegliere la rete più adatta.
Per una parete trattata a intonaco civile con un suo spessore minimo, è consigliabile evitare la successiva formazione di fenomeni di ossidazione della rete sottostante, per cui, risultano di certo più adeguate le reti in fibra di vetro.
Quando occorre creare un vero materassino armato da sovrapporre al muro molto deteriorato, conviene impiegare, unitamente ad adeguate malte cementizie, reti specifiche capaci di evitare lo scorrimento all'interno dello strato di malta cementizia applicato sia nella fase di rinzaffo sia in quella di finitura.
Le reti più adatte sono quelle con funzione antifessurativa e antiritiro, costituite da fili di acciaio capaci di sopportare carichi elevati, aventi una superficie dotata di nervature, uniformemente distribuite sull'intera lunghezza. Tali nervature, impediscono lo scorrimento reciproco fra acciaio e cemento e pertanto migliorano l'aderenza tra la rete e lo strato di malta o altro legante impiegato per le opere di consolidamento.
Nel caso occorra aumentare la base di fondazione, al fine di migliorare la resistenza complessiva della parete, è possibile unire aspetti statici ed estetici in un unico intervento.
Le forature precedentemente descritte, utili a far defluire l'acqua di accumulo dietro il terrapieno, produrranno lo stillicidio dell'acqua sulla pavimentazione del cortile o viale adiacente al muro da sistemare.
Per cui, se tale pavimentazione è organizzata in modo da disporre di un'adeguata pendenza e di un numero sufficiente di caditoie, non sarà certo un problema smaltire l'acqua in più prodotta, ma se ciò non si verifica, allora occorre pensare a un sistema di smaltimento delle acque mediante lavori adeguati a risolvere il problema, unitamente al miglioramento del decoro e funzionalità dell'esistente.
Nel caso in questione, si può creare un basamento lungo la parete, costituito da una parte di fondazione, ampliando quella esistente. Su tale zoccolo in calcestruzzo si può realizzare un cavedio longitudinale in cui disporre del terriccio, unitamente alla messa a dimora di essenze di verde ornamentale.
Il basamento costituirà nello stesso tempo una fioriera ornamentale, un elemento di assorbimento di buona parte dell'acqua di dilavamento, e un miglioramento della staticità dell'intero muro.
Per quelle murature il cui sviluppo in lunghezza si estende per oltre 20 metri, prive di giunti (cosa frequente nelle vecchie murature), può capitare di rilevare delle lesioni a sviluppo verticale sulla parete; in tali circostanze non è opportuno procedere con sarciture o altri tipi di interventi ma conviene favorire il completamento della esione rendendola più evidente.
Quest'operazione, non rappresenta altro che la realizzazione di un giunto tecnico, di cui la struttura del muro ha bisogno per assorbire la spinta del terrapieno senza alterare l'equilibrio statico della struttura. Ricordo, infine, qualora si intenda mettere a dimora nella fioriera citata, piante da annaffiare frequentemente, di impermeabilizzare adeguatamente la parte interna del muretto prospettante verso l'abitazione.
In commercio, vi sono diversi prodotti molto validi, da impiegare per l'impermeabilizzazione; aziende come Weber, Mapei, DiaSen, mettono a disposizioni prodotti specifici in relazione al tipo di supporto da trattare. In particolare la Diasen, con Aquabit ha messo in commercio un prodotto monocomponente particolare.
Si tratta di un rasante impermeabilizzante monocomponente bituminoso, pronto all'uso, caratterizzato dalla presenza di sfere di polistirene che permettono un'applicazione a spessore e conferiscono al prodotto elevate capacità coprenti e riempitive, oltre a un'ottima lavorabilità. L'applcazione si esegue con l'ausilio di una spatola americana liscia; in tal modo si riesce a ottenere uno strato coprente di circa 3 mm di spessore.
Quest'operazione consente di riempire e regolarizzare eventuali irregolarità, fessure o lesioni del supporto, realizzando di fatto una vera e propria rasatura impermeabile.
Il prodotto, normalmente è pronto all'uso e può essere riutilizzato anche a distanza di tempo dall'apertura della confezione.
Una volta protetto l'invaso della fioriera realizzata con l'impermeabilizzante citata, è possibile installare anche un impianto di irrigazione a goccia e porre a dimora essenze non troppo invasive, caratterizzate da una crescita lenta, come viburni, pyracanhta e cotonastri.
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