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In un edificio, il sistema di smaltimento delle acque piovane è fondamentale per motivi sia funzionali sia di protezione degli elementi costruttivi da forme di degrado anche assai gravi.
Infatti, oltre a proteggere i passanti dallo scroscio delle acque piovane in corrispondenza degli sporti di gronda nei tetti a falde, questo sistema impiantistico raccoglie, convoglia e allontana le acque piovane dalle parti più delicate degli edifici.
Queste sono generalmente costituite da:
- facciate, particolarmente esposte ai danni da percolazione di acqua piovana se in muratura faccia a vista, di pietra molto porosa (ad esempio tufo o arenaria) oppure di intonaco decorato;
- le fondazioni e il piede delle murature, molto sensibili alle infiltrazioni d'acqua per risalita capillare;
- gli sporti di gronda, spesso nell'edilizia storica costituiti da elementi ornamentali di legno intagliato, da modanature di intonaco sagomato o da semplici stuoie di canniccio ricoperte di intonaco.
Un sistema di smaltimento delle acque piovane come quelli dell'azienda Rheinzink è formato da:
- grondaie vere e proprie, generalmente montate esternamente in corrispondenza dello sporto di gronda nei tetti a falda e costitute da canaline parzialmente o completamente incassate nei tetti piani e/o lastrici solari;
- calate di gronda o pluviali, anche in questo caso posti esternamente alla facciata o incassati all'interno della muratura;
- pozzetti di raccolta alla fine di ciascuna calata collegati alla pubblica fognatura o a un'apposita cisterna nel caso di recupero e riuso delle acque bianche; oppure cunette o fossi a cielo aperto, soluzione possibile ad esempio negli edifici rurali.
Ciascuno di questi elementi può essere di varie forme e materiali; quando possibile è inoltre consigliabile realizzare un sistema di grondaie esterno sia per la maggior semplicità di realizzazione e manutenzione, sia per limitare i danni all'edificio in caso di perdite, rotture o temperature particolarmente rigide.
Nelle strette strade dei centri storici è tuttavia molto comune una soluzione intermedia che prevede pluviali esterni fino a circa 2,5-3 metri dalla pavimentazione stradale e incassati da tale quota fino al livello del suolo.
In questo modo è possibile evitare che la parte bassa dei pluviali possa rompersi o danneggiarsi in seguito agli urti occasionali con i veicoli.
Un metodo alternativo consiste invece nel realizzare i terminali delle calate di gronda con materiali molto resistenti come la ghisa o la lamiera di acciaio di spessore elevato.
Solitamente, le grondaie e i pluviali prefabbricati vengono tagliati a misura direttamente in cantiere e montati secondo una precisa sequenza: le grondaie dopo la posa della guaina di impermeabilizzazione ma prima della sistemazione del manto di copertura, mentre, i pluviali dopo la tinteggiatura della facciata.
Questo è ovviamente dovuto a precise esigenze funzionali, come non avere ostacoli durante la tinteggiatura finale o consentire un corretto posizionamento di tegole e coppi.
Le grondaie possono avere profilo semicircolare, quadrato che è anche il più diffuso ed economico, oppure rettangolare, più costoso perché richiede una quantità maggiore di materiale.
Analogamente, anche i pluviali sono a sezione circolare o scatolare.
Il montaggio comincia posizionando per prima cosa le cicogne di fissaggio allo sporto di gronda con un passo di circa 50 cm. In questa fase è necessario prevedere una pendenza di circa lo 0,5-1%, perché la grondaia non va mai montata perfettamente orizzontale per favorire il deflusso dell'acqua.
Successivamente, si passa alla sistemazione della grondaia tagliando gli elementi con un angolo di circa 45° in corrispondenza degli spigoli dell'edificio: tali giunti vanno accuratamente sigillati con mastice isolante o preferibilmente saldati a stagno.
Si passa quindi al montaggio delle calate e all'installazione dei pozzetti: in corrispondenza dell'imbocco dei pluviali si deve praticare un ampio foro nella grondaia e quindi sistemare un'apposita reticella di protezione per impedire che foglie o detriti otturino la grondaia.
Queste operazioni vengono tuttavia semplificate notevolmente ricorrendo a sistemi modulari e prefabbricati come Montafacile dell'azienda Artegronda
In ogni caso, la realizzazione delle grondaie in coperture curvilinee risulta particolarmente laboriosa, perché occorre dividere la curva in numerosi piccoli segmenti rettilinei che richiedono complesse operazioni di taglio e saldatura dei pezzi.
Naturalmente, per garantire un corretto smaltimento delle acque piovane, le grondaie e i pluviali vanno dimensionati in base alle precipitazioni medie della zona in cui si trova l'edificio, alla forma e pendenza della copertura e ovviamente al numero di calate previste.
In generale è consigliabile:
- prevedere una calata di gronda almeno ogni 70-100 m2 di superficie sia nei tetti piani che a falda;
- nei tetti a falda, prevedere almeno una calata ogni due falde, da collocare in corrispondenza dello spigolo dell'edificio;
- usare pluviali con diametro non inferiore a 8-10 cm e grondaie con sviluppo lineare di almeno 33 cm;
- prevedere una pendenza delle grondaie dello 0,5% per evitare il ristagno di acqua piovana con possibile formazione di ghiaccio nella stagione fredda.
Le lattonerie hanno ovviamente dimensioni standardizzate: le calate e le grondaie più diffuse sono a sezione circolare con diametro di 10, 13 o 17 cm.
Uno dei materiali più comuni per la fabbricazione di grondaie e pluviali è il pvc, disponibile in numerosi colori.
Particolarmente economico, versatile e leggero presenta tuttavia alcuni svantaggi, come la maggior facilità di rottura in caso di urti accidentali, assestamenti dell'edificio o formazione di ghiaccio e un aspetto estetico non eccezionale.
Questo materiale rappresenta quindi la soluzione ideale per gli edifici non di pregio come i capannoni industriali, i garage o le pertinenze.
In contesti monumentali come i centri storici o gli immobili antichi è dunque preferibile installare della lattoneria in lamiera metallica, in genere rame, alluminio o acciaio zincato, come spesso viene esplicitamente prescritto dai regolamenti edilizi o dalla Soprintendenza.
Le grondaie di rame sono esteticamente molto gradevoli e ormai tradizionali; tuttavia, hanno un costo elevato e negli edifici incustoditi sono spesso oggetto di furto.
Appena installate presentano il tipico aspetto caldo e brillante del rame, ma dopo qualche tempo si ossidano assumendo un colore brunito decisamente gradevole.
La lattoneria di alluminio o acciaio zincato è quindi un'alternativa più economica, sicura ma allo stesso tempo compatibile anche con gli edifici di pregio.
I prodotti attuali sono infatti molto versatili grazie a una gamma di finiture praticamente illimitata: l'azienda Grondeinrame propone ad esempio una linea di grondaie e pluviali in alluminio con una verniciatura protettiva nei colori rame, grigio antracite e testa di moro oppure una finitura anticata.
Il catalogo di Artegronda comprende invece un'ampia collezione di lattoneria prefabbricata verniciata a colori brillanti come rosso, giallo, verde o azzurro, ideali per edifici contemporanei.
In alcune zone d'Italia, come certi paesi della Sicilia, sono invece tuttora diffuse le grondaie di cotto, costituite da una fila di comuni coppi da copertura o elementi semicircolari appositamente studiati, fissati allo sporto di gronda con apposite mensoline fittili o comuni cicogne, le calate formate da una serie di tubi connessi con giunti a bicchiere e infine pezzi speciali come curve o raccordi.
Per i restauri degli edifici tradizionali o ubicati nei centri storici alcune aziende locali come la Fornace d'Elia producono tuttora questi elementi, fabbricati a mano da esperti artigiani.
La serie comprende le vere e proprie grondaie, i discendenti, i collettori a catinella per convogliare l'acqua da gronde a quote diverse e i giunti a gomito per collegare lo sporto di gronda alle facciate dell'edificio.
Per non comprometterne l'efficienza, grondaie e pluviali vanno ispezionati regolarmente e riparati velocemente in caso di malfunzionamento o rottura.
Per prima cosa occorre procedere periodicamente a un'accurata pulizia, soprattutto nel caso di coperture sovrastate da alberi con foglie decidue: in autunno l'accumulo di foglie secche, rametti e detriti portati dal vento può infatti intasare le grondaie o i pluviali, facilitandone la rottura.
La principale causa di rottura vera e propria è invece la formazione di ghiaccio e accumuli di neve.
Gli accumuli di neve tendono infatti a scivolare verso il basso, deformando o addirittura strappando violentemente le grondaie con in loro peso; mentre il ghiaccio che si forma all'interno dell'elemento, più voluminoso dell'acqua, può lesionare la lamiera, deformare i pezzi o aprire i giunti tra i vari pezzi.
Nei giorni piovosi le rotture e i punti intasati sono facilmente individuabili semplicemente osservando i punti in cui l'acqua trabocca o passa dal fondo della grondaia.
La riparazione delle lattonerie risulta abbastanza semplice, ma per un lavoro a regola d'arte occorre rivolgersi ad artigiani qualificati.
Alcune volte la geometria originale delle grondaie deformate può venire ripristinata, ma nei casi più gravi è necessario tagliare la parte danneggiata e sostituirla con una nuova.
É invece possibile ripristinare la sigillatura dei giunti non a perfetta tenuta con appositi prodotti.
Se infine la grondaia risulta parzialmente o totalmente staccata è necessario controllare ed eventualmente sostituire le cicogne di fissaggio rotte o ammalorate.
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