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Le coperture piane, destinate a terrazzo, per essere efficienti dal punto di vista idraulico, devono essere provviste di un adeguato sistema di smaltimento delle acque derivanti dalle precipitazioni atmosferiche.
Le modalità di progettazione di tali sistemi idraulici è indicata nella norma UNI EN 12056-2001, pertanto nel progettare una copertura nuova occorrerà tener conto delle modalità di dimensionamento prescritte.
Terrazzi piani - Foto Pixabay
Il rispetto di tali criteri spesso non si ritrova in molte realizzazioni di terrazzi esistenti, pertanto per poter rientrare nella condizione di efficienza e sicurezza di un terrazzo, occorrerà provvedere alla realizzazione di altri condotti pluviali capaci di far defluire le acque piovane.
La realizzazione di nuovi condotti pluviali dipende da diversi fattori, come il tipo configurazione della pendenza del solaio, il tipo di protezione perimetrale, la possibilità di creare dei nuovi pozzetti di raccolta etc.
Di seguito illustro alcuni esempi di interventi mediante i quali è possibile regolarizzare lo smaltimento delle acque.
Il primo segnale di inadeguatezza del sistema di smaltimento delle acque è rappresentato dal ristagno d'acqua, a seguito di una precipitazione atmosferica o di altra attività in cui l'acqua abbia coperto il terrazzo.
Tracimazione dalla grondaia - Foto Pixabay
Il ristagno d'acqua, oltre a essere un problema per l'utilizzo del terrazzo, rappresenta anche una fonte di problemi per l'integrità della copertura e degli eventuali elementi di arredo del terrazzo stesso.
Pertanto occorre intervenire con il sistema più rapido e meno invasivo possibile, tenendo conto della geometria del solaio e alle sue caratteristiche (pendenza, superficie, tipo di pavimentazione, ecc.), oltre che delle sue condizioni al contorno.
Il caso più semplice di potenziamento è rappresentato dalla possibilità di creare nuove uscite attraverso forature disposte lungo la stessa linea di pendenza là dove il terrazzo è provvisto di parapetto esterno.
In tal caso è possibile realizzare una nuova canalina di raccolta delle nuove aperture, convogliando così il liquido verso la pluviale più prossima.
Moderno tipo di pluviale - Foto dal catalogo ditta PREFA
Pertanto, non occorrerà creare nuovi pozzetti di raccolta, non sempre possibili anche per ragioni di spazio, con un conseguente notevole risparmio economico.
Se l'immobile in questione, dispone di spazi verdi privati, l'intervento sopra descitto può essere semplificato realizzando dei doccioni esterni con versamento delle acque direttamente verso gli spazi disponibili.
Tale situazione, anche se di immediata realizzazione, va inquadrata nel contesto decorativo e funzionale dell'immobile.
Quando il terrazzo manifesta grosse criticità circa il corretto smaltimento delle acque, a causa di un'errata configurazione delle pendenze, è possibile impiegare diversi sistemi correttivi, i quali, a seconda dei casi, possono avere funzioni e caratteristiche differenti, come quelle descritte in seguito.
Se ci troviamo di fronte a un solaio con gravi problemi di smaltimento, in cui non è possibile realizzare gli interventi sopradescritti, con abitazione sottostante bisognevole di un buon isolamento termico.
Nel caso specifico è consigliabile un intervento di riconfigurazione senza demolire l'esistente utilizzando una copertura su quella esistente, che racchiuda in sé una nuova riconfigurazione delle pendenze, unitamente a un ottimo potere isolante.
Un sistema del genere è rappresentato dall'isolamento termico pendenzato, un sistema molto più leggero rispetto agli altri metodi convenzionali e che non ha bisogno di asciugarsi.
Questo non solo fa risparmiare tempo, ma è anche un metodo alternativo più economico ed efficace per garantire la pendenza necessaria all'elemento di tenuta in una copertura piana.
Applicazione sistema pendenzato Stiferite - foto da Associazione Imprese Edili
Il sistema pendenzato può essere realizzato con una base in polistirene espanso sagomata e da pannello isolante in poliuretano all'estradosso.
La realizzazione del sistema pendenzato, va progettata con precisione per adattarla a qualsiasi condizione di cantiere.
A seguito del progetto esecutivo, l'azienda fornitrice del prodotto provvede a consegnare i pannelli in cantiere su bancali con numerazione dei singoli elementi sulla base della distinta di produzione e installazione.
Nel caso di un solaio di copertura non praticabile, è possibile realizzare una struttura leggera da sovrapporre a quella esistente, realizzando una geometria capace di convogliare le acque verso le direttrici necessarie.
Indipendentemente dal tipo di intervento prescelto, affinchè il sistema di smaltimento delle acque possa essere funzionale, occorre rispettare le norme previste dal Codice di Pratica delle coperture continue I.G.L.A.E..
Intervento con sistema pendenzato modificando pendenze e n°pluviali - foto arch.Oliva
Tali norme stabiliscono, tra l'altro, le pendenze idonee a consentire un corretto deflusso delle acque verso i punti o linee di scarico, contemporaneamente al dilavamento ciclico.
Il dilavamento ciclico, deve provvedere a eliminare il pulviscolo atmosferico e altri eventuali elementi provenienti a seguito del primo periodo d'esercizio, tenendo conto anche del materiale di cui è composta la copertura.
Sulle coperture impermeabilizzate, è sempre consigliabile inserire sistemi di scarico dotati da un dispositivo di troppopieno, capace di provvedere a smaltire il deflusso delle acque a seguito di intasamento delle bocche di scarico.
Il troppo pieno può semplicemente essere realizzato con uno scarico a doccione, il cui imbocco viene posizionato a pochi cm oltre il livello di scorrimento delle acque, in modo che entri in funzione solo in caso di reale necessità.
Gli interventi sin qui illustrati, vanno comunque calcolati tenendo conto del tipo di copertura, della sua estensione, della località geografica e relativo grado di precipitazioni annuali.
Come criterio generale, si può ritenere che un pluviale di 80 mm di diametro per ogni 50 m2 di tetto, può essere sufficiente ad assicurare un buon smaltimento delle acque piovane, in zone a precipitazioni normali.
Tale proporzionamento, va sicuramente rivisto in zone a forte piovosità, condizione che comporta sicuramente l'aumento delle sezioni dei pluviali ed il loro numero.
Gli interventi sin qui descritti, possono essere realizzati sotto forma di edilizia libera quando non comportano aumento della volumetria e cambiamento sostanziale della sagoma del piano di calpestio.
Diversamente, per ogni situazione progettuale, andrà richiesta la necessaria autorizzazione alle autorità competenti.
Creazione nuovo doccione che provoca stillicidio in proprietà altrui - foto arch. Oliva
Occorre comunque tener presente che indipendentemente dal tipo di intervento prescelto, va sempre rispettato l'art. 908 c.c. intitolato "scarico delle acque piovane".
L'articolo citato impone al proprietario che esegue la realizzazione dell'intervento di smaltimento delle acque, di evitare che esse vadano a cadere in proprietà aliena, costituendo così uno stillicidio.
Il rischio che tale situazione possa manifestarsi, ricorre specialmente nella realizzazione di doccioni esterni prospettanti su poco spazio privato e quindi a minima distanza dal confine.
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