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22 Giugno 2014 ore 02:04 - NEWS Piano casa |
Il Piano Casa è stato introdotto per la prima volta nella normativa italiana dal governo Berlusconi nel 2008.
Si tratta di una legge che consente l'ampliamento di edifici esistenti, in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, con lo scopo di favorire la ripresa economica attraverso l'attività edilizia.
Da allora, però, il termine Piano Casa è stato utilizzato per indicare tutti quei pacchetti normativi che racchiudono diversi provvedimenti riguardanti il mondo della casa, ingenerando in tal modo un po' di confusione.
Ultimo ad essere stato ribattezzato in tal modo è il D.L. 47/2014, messo a punto dal Ministro delle Infrastrutture Lupi e di recente approvato.
Cinque sono gli elementi fondamentali che il testo racchiude e che qui analizziamo più nel dettaglio.
Il principale obiettivo del decreto è quello di aumentare l'offerta di alloggi popolari disponibile sul mercato, attraverso il recupero e la ristrutturazione di quelli esistenti, che spesso sono fatiscenti e quindi inutilizzabili. Si punta, in tal modo, a recuperare circa 12.000 alloggi.
Per favorire questo obiettivo è prevista l'erogazione di fondi per i Comuni che si attivano in tal senso, con un investimento dello Stato di circa 568 milioni di euro.
È previsto anche il recupero di ulteriore liquidità attraverso la vendita degli alloggi agli stessi inquilini delle case popolari, con il meccanismo del Rent to Buy, cioè un sistema che consente di considerare i canoni di locazione già pagati come una sorta di anticipo da scontare sul prezzo finale della casa.
L'inquilino avrà però la possibilità di posticipare il riscatto dell'alloggio al settimo anno e, nel frattempo, le spese per la sua gestione, resteranno in capo all'ente responsabile.
In cambio non potrà però rivendere la casa prima di 5 anni.
Mentre da un lato il decreto punta a dare una risposta alla richiesta di accesso alla casa da parte della fascia di popolazione più a basso reddito, dall'altra mira anche a contrastare il fenomeno dell'occupazione abusiva di alloggi.
A questo scopo, infatti, impedisce l'accesso alla residenza e l'allaccio delle utenze agli inquilini che occupino abusivamente un alloggio.
Più precisamente, è il discusso art. 5 che he vieta l'allaccio di acqua, luce e gas a chi occupa abusivamente un'abitazione, sia pubblica che privata, nonché la concessione della residenza da parte dei Comuni.
Il Piano introduce una nuova aliquota per quel che riguarda la cedolare secca.
L'aliquota viene infatti ridotta al 10%, per gli immobili affittati a canone concordato, ma in zone considerate ad alta densità abitativa o colpite da calamità naturale e fino al 2017.
Un successivo decreto stabilirà qual è l'elenco dei Comuni ammessi.
Il Piano Casa Lupi introduce anche la possibilità, per gli inquilini con reddito inferiore a 15.000 euro, di detrarre fino a 900 euro del canone di locazione pagato, raddoppiando quindi, in tal modo, la soglia precedente, che era pari a 450 euro.
Una importante novità riguarda poi il Fondo per le morosità incolpevoli. Grazie a uo stanziamento di 241 milioni di euro da aggiungere ai 140 già previsti, il Piano Casa consente direttamente a i Comuni di versare ai proprietari le somme che non hanno potuto riscuotere dagli inquilini, perché, ad esempio, hanno perso il lavoro.
In tal modo i proprietari potranno essere immediatamente pagati, rilasciando ricevuta direttamente al Comune. Il provvedimento si presenta quindi favorevole sia a loro, che agli inquilini.
Il riferimento al bonus mobili è stato inserito nel decreto in un secondo momento, per porre una pezza alla questione del vincolo di spesa introdotto dalla Legge di Stabilità.
Riassumendo:
la Legge di Stabilità aveva introdotto per il bonus mobili un vincolo di spesa per cui, anche se il tetto massimo per l'acquisto dei mobili era di 10.000 euro, le spese per questo acquisto non potevano essere superiori a quelle per i lavori.
La norma aveva subito diverse vicissitudini ed era stata più volte introdotta e poi cancellata, a causa della mancata conversione in legge di qualche decreto.
Occorreva pertanto una parola definitiva e, per questo, il Piano Casa cancella definitivamente il vincolo di spesa: in poche parole, si possono acquistare fino a 10.000 euro di mobili, anche se la spesa per la ristrutturazione è stata solo di qualche centinaio di euro.
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