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Le infiltrazioni d'acqua sono uno dei nemici principali della salubrità e dell'efficienza tecnologica e strutturale degli edifici. Per proteggere gli ambienti e risanare le strutture già danneggiate dalle infiltrazioni, una buona soluzione consiste nell'applicare, secondo precise modalità, un cemento osmotico sulla superficie da trattare.
Anche il calcestruzzo armato o non armato, uno dei materiali correntemente ritenuti più solidi e duraturi, in realtà risulta particolarmente sensibile all'umidità e in particolare proprio alle infiltrazioni d'acqua particolarmente prolungate che agiscono in tre modi: favoriscono la proliferazione di colonie di funghi, muffe, alghe, muschi o licheni; disgregano il calcestruzzo e corrodono l'armatura metallica del cemento armato.
Il risultato è un drastico abbassamento del comfort abitativo, la creazione di danni strutturali e nei casi più gravi anche il vero e proprio collasso dell'elemento.
Gli elementi costruttivi più vulnerabili sono ovviamente quelli più esposti all'azione dell'acqua come le fondazioni, i muri controterra, le pareti perimetrali dei piani interrati o seminterrati, vasche, fontane e piscine e infine le intercapedini degli scannafossi.
Ecco che l'impiego di una malta osmotica viene incontro alle esigenze di salubrità degli ambienti.
Ma cos'è e come funziona un cemento osmotico? Quando risulta veramente efficace e quando invece può risultare inutile o addirittura dannoso?
Vediamo alcune risposte.
Per prima cosa occorre specificare che ciò che comunemente si definisce cemento osmotico è in realtà una vera e propria malta cementizia premiscelata confezionata secondo rigorosi criteri con cemento Portland, inerti di qualità (generalmente sabbia di fiume o cava ben lavata, pulita e vagliata per togliere tutte le impurità e ottenere una granulometria omogenea) e infine speciali additivi impermeabilizzanti.
Come dice anche il nome, il funzionamento del cemento osmotico si basa sul principio fisico dell'osmosi, un processo spontaneo (la cui attivazione non richiede cioè un apporto energetico esterno) per cui, quando due soluzioni a concentrazioni diverse entrano in contatto attraverso una membrana semipermeabile, il solvente della soluzione a una concentrazione minore tende a passare in quella più concentrata per diluirla.
Ma ecco come funziona concretamente una malta impermeabilizzante osmotica.
Qualsiasi muratura di calcestruzzo gettata in opera o costruita con blocchi legati da malta possiede una certa porosità naturale, derivante sia da eventuali bolle d'aria non eliminate dalla vibratura, sia dai piccoli interstizi tra gli inerti e il calcestruzzo.
Quando la muratura è perfettamente asciutta queste cavità sono ovviamente occupate da aria, ma quando piove, si verifica un'infiltrazione o la struttura viene a contatto con l'acqua si riempiono di minuscole goccioline.
Se invece si ricopre la superficie con un sottile strato di malta impermeabilizzante, per effetto dell'osmosi l'acqua all'interno della parete tende a migrare attraverso la malta, cioè verso la soluzione a maggior concentrazione. Subito dopo i piccoli pori del calcestruzzo ormai vuoti vengono immediatamente riempiti dalla malta più fluida, che indurendosi costituisce uno strato perfettamente aderente e coeso con la muratura.
Il risultato è una barriera impermeabile all'acqua ma permeabile al vapore, in modo da consentire la traspirazione della muratura per evitare la formazione di muffe e condense.
Le caratteristiche principali di un buon cemento osmotico sono:
- ottimo potere sigillante ma allo stesso tempo buona permeabilità al vapore acqueo;
- elevata capacità di agire in costante contatto con acqua anche sotto pressione;
- ottimo potere aggrappante;
- capacità di conferire alle superfici trattate un'alta durabilità;
- resistenza meccanica;
- resistenza alle intemperie e agli agenti inquinanti;
- assoluta atossicità.
Le situazioni in cui il cemento osmotico risulta più efficace sono quindi l'impermeabilizzazione del piede dei plinti, delle platee o delle travi rovesce di fondazione degli edifici con struttura in cemento armato per impedire all'umidità di impregnare le murature per capillarità, la protezione delle intercapedini degli scannafossi e delle pareti controterra nei piani interrati e seminterrati e l'impermeabilizzazione di vasche, condutture, piscine e fontane.
Il suo uso è invece assolutamente sconsigliato negli edifici storici con pareti di pietra naturale, mattoni e malta di calce perché la malta osmotica, essendo a base soprattutto di cemento Portland, non risulta compatibile con i materiali tradizionali a causa del suo alto contenuto di sali solubili, che produrrebbero molto velocemente la formazione di dannose efflorescenze e sub-efflorescenze saline.
Può inoltre aggravare il problema anche in presenza di umidità di condensa, che si verifica quando il vapore acqueo proveniente da locali saturi di umidità come bagni e cucine oppure da pareti fredde esposte a nord si condensa su una superficie impermeabile. In questi casi, anche se il cemento osmotico è permeabile al vapore, è dunque opportuno aumentare il ricambio d'aria ed evitare l'applicazione di prodotti idrorepellenti.
Un ottimo esempio di malta osmotica è prodotto da KERAKOLL Spa ovvero Kerabuild Eco Osmocem keracoll un rivestimento minerale eco compatibile, monocomponente e conforme alle norme EN 1504-2, venduto già pronto per l'uso in sacchi da 25 kg e disponibile sia bianco sia grigio. Di pari qualità anche il cemento osmotico Nordcem di NORD RESINE spa
La loro applicazione è abbastanza semplice, ma per un risultato a regola d'arte bisogna affidarsi a maestranze specializzate.
Per un buon trattamento, come prima cosa occorre bonificare accuratamente la superficie dall'eventuale presenza di patine biologiche mediante l'applicazione di un prodotto biocida e la successiva rimozione manuale degli organismi morti mediante raschiatura manuale con spazzole e spatole di metallo.
Si deve anche eliminare qualsiasi traccia di depositi di polvere o di altri prodotti che potrebbero compromettere la corretta adesione della malta, come vernici, tinteggiature o protettivi idrorepellenti. Si leviga quindi la superficie con una smerigliatrice di adeguata rugosità e successivamente la si spazzola ancora una volta per pulirla perfettamente.
Si passa quindi al lavaggio con acqua ad alta pressione per favorire l'apertura dei piccoli pori che verranno riempiti dalla malta impermeabilizzante.
Tuttavia, prima di applicare la malta la superficie va lasciata brevemente asciugare ma non del tutto: una muratura satura d'acqua o viceversa troppo asciutta potrebbe infatti compromettere la corretta adesione della malta osmotica.
A questo punto si prepara il cemento osmotico aggiungendo al prodotto premiscelato il quantitativo d'acqua consigliato dal fabbricante, di solito il 18-19% del peso in volume totale, cioè circa 5 litri per ogni sacco di cemento: il consumo della malta così ottenuta è di circa 1,85 kg/mq per ogni millimetro di spessore dello strato protettivo.
In un secchio da muratore dalla capacità di 10 litri basta dunque versare il quantitativo di malta desiderato, aggiungere l'acqua e amalgamare perfettamente l'impasto con una frusta collegata a un trapano elettrico fino a ottenere una consistenza mielosa completamente priva di grumi. Per grossi quantitativi si può invece utilizzare una comune betoniera da cantiere.
L'applicazione della malta osmotica si esegue con un comune pennello di nylon da imbianchino, nuovo e perfettamente pulito. In corrispondenza dei pori si deve insistere ripassando più volte per espellere l'aria e far penetrare la malta in profondità.
Ovviamente si consiglia di proteggere le superfici non trattate con teli e fogli di plastica.
Per un risultato ottimale è sufficiente un'unica passata con spessore totale di circa 1,5 mm; l'adesione e l'essicazione sono complete dopo 14 giorni.
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