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La scelta del tipo di pavimentazione per la propria casa rappresenta uno dei momenti più importanti per definire il tipo di ambiente desiderato.
Da essa dipendono il prestigio, la praticità, la sicurezza, l'igiene dell'ambiente, indipendentemente se tale scelta venga fatta per la prima volta, al momento della realizzazione della casa, o in seguito, quando per diversi motivi si ritiene necessario sostituire la pavimentazione esistente.
Nel primo caso, sapendo già con precisione la destinazione di ciascun ambiente della nuova abitazione, è più semplice decidere.
Caratteristiche come tipo di materiale, formato, resistenza allo scivolamento, resistenza alle sollecitazioni meccaniche, fisiche o chimiche, colori, ecc., rappresentano i fondamentali elementi da prendere in considerazione, al fine di garantirsi la buona riuscita dell'intervento di rivestimento, senza trascurare altresì la scelta di un buon posatore e di collanti idonei al tipo di posa prescelta.
Gli elementi sopradescritti, oltre a essere importanti per i motivi sopra esposti, lo sono anche in considerazione del fatto che i pavimenti rappresentano le superfici più grandi da pulire e da sottoporre a manutenzione, all'interno di ogni abitazione.
Ciò premesso, di seguito intendo affrontare il tema più oneroso della sostituzione di una pavimentazione esistente, con particolare riferimento alle problematiche specifiche di tale operazione.
Il tutto, cercando di rispondere alle domande che più di frequente vengono rivolte a noi professionisti in tali circostanze.
È questa la fondamentale domanda a cui rispondere.
Ovviamente un pavimento può essere cambiato per diversi motivi: per rinnovare un ambiente, per renderlo più luminoso ecc. Ma la domanda nasconde spesso un altro quesito, ossia, quando è necessario cambiare un pavimento esistente?
La risposta tira in ballo la verifica di diversi fattori, il cui esito condizionerà la scelta circa il tipo di materiali da impegare e la relativa posa in opera.
Uno dei principali fattori da tener presente, è rappresentato dalla vetustà di un pavimento, tenendo in conto il tempo trascorso da quando è stato realizzato e l'uso che ne è stato fatto.
Tale fattore non riguarda solamente l'aspetto estetico della pavimentazione, ma principalmente le condizioni di sicurezza, igienicità che esso deve garantire.
Alterazione dello strato di protezione, con conseguente accentuazione della porosità superficiale, accentuazione del fenomeno di scivolamento in piano, presenza di sconnessioni, causa di fenomeni di inciampo, sollevamenti per perdita di adesione, rappresentano sicuramente giuste motivazioni a favore di una sostituzione della pavimentazione.
Voglio precisare come tale decisione abbia la sua validità in presenza di pavimentazioni ordinarie e non certamente in presenza di pavimentazioni di pregio storico.
Tale aspetto, di manutenzione e conservazione, va affrontato con metodiche differenti, in rapporto alla tipologia della pavimentazione ai materiali ecc. Aspetti che non possono trovare spazio in questa breve trattazione.
Altri fattori da tener presenti nella valutazione dello stato di fatto di una pavimentazione, sono rappresentati dall'alterazione della sua percezione visiva, conseguenti a modifiche dello strato di lucentezza, stante il diverso grado di usura di alcune parti, come spesso accade in prossimità di scalini e pianerottoli.
Tale condizione, oltre a compromettere l'aspetto estetico della pavimentazione, in molti casi ne può compromettere anche la sicurezza, specialmente quando in particolari condizioni di luce, le superfici deteriorate, non possono venir percepite in maniera precisa.
Stabilito di dover cambiare la pavimentazione le domande successive si riferiscono ai materiali più adatti da impiegare, al sistema di posa se ex novo o in sovrapposizione del pavimento esistente.
Una prima risposta scaturisce subito, dopo aver esaminato le condizioni del pavimento esistente. Infatti, se la pavimentazione è interessata da fenomeni di rigonfiamento, con sconnessioni di diversa entità, consiglio sempre di sostituire la pavimentazione con una nuova.
Tale indicazione deriva dall'impossibilità di incollare un nuovo pavimento su quello esistente, non potendosi garantire in alcun modo la perfetta adesione al supporto.
Viceversa, quando l'esame della pavimentazione esistente mette in risalto una buona adesione al sottostante massetto, anche in presenza di usura marcata della superficie, è possibile sovrapporre una nuova pavimentazione, senza temere che la stessa possa distaccarsi nel tempo.
A tal proposito, voglio mettere in evidenza alcuni aspetti da valutare con attenzione, ossia il tipo di materiale da impiegare per realizzare il nuovo pavimento e il relativo tipo di posa.
Restando nell'ambito dei materiali più usati, come le ceramiche di diversi formati, occorre fare subito alcune considerazioni circa la tendenza di voler impiegare pavimentazioni di grande formato e ridotto spessore.
L'impiego di tali ceramiche non può essere impiegato in ogni situazione.
Esistono circostanze nelle quali tale impiego nel tempo si rivela dannoso, come nel caso di posa in sovrapposizione su un solaio molto flessibile a causa di uno spessore ridotto della struttura in rapporto alla luce libera di inflessione.
La condizione citata, a causa delle sollecitazioni derivanti da traffico veicolare o altro tipo di scuotimenti, stante il ridotto spessore del rivestimento e il grande formato impiegato, può dare origine a rotture e fessurazioni, specialmente nelle parti centrali dell'ambiente pavimentato.
Pertanto, formati come 60x60 cm, 60x40 cm o simili, rappresentano in molti casi il giusto compromesso per realizzare una pavimentazione moderna, sicura e durevole, a condizione che la posa venga effettuata con i prodotti idonei.
In alternativa alle classiche ceramiche è possibile impiegare:
Per quanto riguarda la posa del parquet tradizionale sui pavimenti esistenti, è necessaria una trattazione specifica a parte, più approfondita, con uno spazio dedicato, da riproporre in un successivo articolo.
Le moderne pavimentazioni in moquette, oltre a donare una sensazione di comfort, hanno anche il pregio di essere utili, qualora occorra ottenere un maggior isolamento acustico e termico. Infatti, secondo la European Carpet Community, la moquette può ridurre i costi del riscaldamento fino al 12% all'anno.
Scegliendo moquette ecologiche, capaci di abbattere la presenza di polvere nell'aria grazie al fatto di catturare tale elemento, è possibile impiegarle anche come pavimentazioni anallergiche, così come attesta l'Associazione tedesca per l'allergia e l'asma DAAB.
I pavimenti in PVC, sono realizzati con sostanze sintetico-plastiche, non di origine naturale come il linoleum, con il quale non hanno niente in comune.
In commercio si trovano sotto forma di piastrelle di forme diverse, provviste di un materassino di sottofondo.
La posa, può essere fatta sulle pavimentazioni esistenti, a condizione che il piano di posa non presenti sconnessioni o imperfezioni varie.
La durata e la resistenza di tali pavimentazioni, dipendono da diversi fattori.
In primis la qualità. Oltre, ovviamente, a evitare di posarle su pavimentazioni preesistenti interessate da fenomeni di umidità di risalita, con presenza di salnitro ed efflorescenze.
Un errore abbastanza comune quando si cerca di coprire una pavimentazione esistente rovinata dalla umidità.
Il linoleum, rappresenta un'altra alternativa valida per pavimentare gli ambienti, senza rimuovere la pavimentazione esistente, essendo un materiale riciclabile, composto principalmente da materie prime di origine naturale, come olio di lino, farina di legno, farina di sughero, ecc.
I pavimenti in linoleum risultano, pertanto, ecologici, fonoassorbenti, termoisolanti, non danno particolari problemi di manutenzione e offrono svariate sfumature estetiche di grande valore.
I linoleum di buona qualità, hanno una lunga durata e possono essere trattati con apposita lucidatura, qualora l'usura e la vetustà ne comportassero lo sbiadimento.
In linea generale possono essere impiegati per pavimentare ogni ambiente, grazie al fatto di essere impermeabili.
Tuttavia, ne sconsiglio l'impiego in ambienti molto umidi o su superfici grezze capaci di produrre umidità di condensa, la quale, non potendo traspirare, stante l'impermeabilità della pavimentazione, può generare muffe ed efflorescenze, con conseguente rigonfiamento della superficie.
Dovendo pavimentare superfici fortemente esposte ai raggi solari, occorre tener conto del fatto che tali pavimentazioni tendono a sbiadire più velocemente di quelle in ombra.
Le pavimentazioni in laminato sono costituite da un pannello in truciolare o MDF su cui vengono applicati due fogli plastici, di cui uno con funzione decorativa e il sovrapposto con funzione protettiva.
Si possono applicare su pavimenti esistenti, preferibilmente regolari e privi di infiltrazioni, dispongono di una grande varietà di texture, per cui è possibile arredare ogni ambiente.
I listoni di laminato, utili per realizzare superfici simili a quelle trattate con parquet tradizionale, sono preferiti spesso per la maggiore resistenza all'usura rispetto ai classici parquet.
Un laminato con resistenza C6 rappresenta il massimo della protezione contro danni provocati da graffi, urti, ecc.. Grazie alla discreta resistenza all'acqua, una volta posato a regola d'arte, può durare molti anni.
In presenza di pavimentazioni con piccole imperfezioni è sempre consigliabile l'impiego di un materassino isolante, il quale oltre ad assorbire tali imperfezioni di posa, riesce anche ad attutire il rumore dei passi, specialmente se effettuati da scarpe con tacchi.
Per esperienza personale, lo sconsiglio in ambienti molto umidi e peggio ancora per coprire aree con presenza di umidità ascendente.
Infine le pavimentazioni in resina costituiscono una alternativa per chi vuole rinnovare una pavimentazione, senza incidere troppo sullo spessore da aggiungere in sovrapposizione a quella esistente, infatti con soli 3 o 4 mm. è possibile realizzare pavimentazioni di grande effetto estetico.
Si ottengono così in poco tempo nuove pavimentazioni, uniformi, prive di fughe, molto resistenti e utili a diffondere al meglio il calore prodotto dagli ormai sempre più diffusi sistemi di riscaldamento a pavimento.
Una pavimentazione in resina, risulta facile da pulire e non attaccabile da muffe ed altro tipo di efflorescenze, inoltre, grazie alla sua impermeabilità, è possibile impiegarla anche per uso esterno.
Gli svantaggi del suo impiego, risiedono nella possibilità di rigarsi, pertanto nelle zone più trafficate è consigliabile impiegare tappeti o stuoie di protezione.
Anche per le pavimentazioni in resina posate in sovrapposizione del pavimento esistente, occorre curare la regolarità del piano di posa, pertanto qualora fossero presenti sconnessioni, conviene eliminarle prima della posa della resina.
Come per le pavimentazioni in linoleum, anche quelle in resina risultano sensibili a forti esposizioni ai raggi solari. Allo scopo di scongiurare sbiadimenti o ingiallimenti delle superfici, è consigliabile sottoporre la pavimentazione a un processo di finitura con sostanze poliuretaniche.
Per quanto riguarda l'aspetto autorizzativo delle operazioni di sostituzione delle pavimentazioni, essendo opere rientranti nel regime di edilizia libera, non è richiesto alcun permesso.
Vorrei, infine, ricordare come la sovrapposizione di una nuova pavimentazione non deve in alcun modo ridurre l'altezza utile interna dei locali trattati, nel rispetto di quanto previsto dal decreto 5 luglio 1975, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 190 del 18 luglio 1975., per non rischiare di perdere il requisito di abitabilità.
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