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Il bugnato, molto frequente fin dall'antichità negli edifici di un certo pregio e tuttora diffusissimo sulle facciate dei centri storici di tutta Europa, deriva dall'imitazione a puro scopo ornamentale delle tecniche di lavorazione e dell'aspetto delle murature di conci di pietra accuratamente squadrati.
Infatti, poiché fare una muratura esteticamente apprezzabile (sopratutto di pietra) era molto costoso, in quanto l'operazione richiedeva manodopera molto qualificata e lunghe lavorazioni su ogni singolo pezzo, si cercava di imitarne l'aspetto con mezzi più economici.
Il bugnato è perciò costituito da elementi modulari detti bugne, concettualmente simili ai conci di una muratura; e può essere utilizzato per adornare intere facciate (magari con tipologie diverse a ogni piano, secondo una pratica ad esempio tipica dell'architettura rinascimentale fiorentina) oppure più spesso solo alcune parti di un edificio, di solito il piano terra, i cantonali (si parla in questo caso di bugnato angolare) e le cornici di porte e finestre.
Le tipologie di bugnato sono molto diverse, e i possibili ambiti di variazione riguardano generalmente:
- l'aggetto delle bugne (reale oppure soltanto apparente negli esemplari dipinti a trompe l'oeil), che possono essere molto sporgenti o viceversa sembrare praticamente a filo della parete;
- la loro disposizione;
- la forma e dimensioni (quadrate, rettangolari oppure di entrambe le forme contemporaneamente);
- la vera e propria tipologia delle bugne;
- l'eventuale finitura superficiale;
- il materiale e la tecnica di realizzazione.
Analizziamo perciò in dettaglio ciascuna di queste caratteristiche.
L'aggetto più o meno accentuato è una delle caratteristiche più appariscenti di un bugnato, e tale da influenzarne pesantemente l'aspetto estetico, in particolare per quel che riguarda la vibrazione alla luce.Un bugnato molto aggettante crea infatti notevoli effetti di chiaroscuro, molto apprezzati nell'architettura rinascimentale e manierista: particolarmente famosa è ad esempio la facciata del quattrocentesco Palazzo dei Diamanti a Ferrara, visibile nella foto a sinistra.
Un bugnato molto aggettante è detto bugnato rustico, mentre uno quasi a filo con la parete si chiama bugnato gentile.
Anche in questo caso, la disposizione delle bugne varia da caso a caso.
Le disposizioni possibili sono tre:
- con giunti sfalsati, simile a una muratura formata da conci di pietra squadrati;
- con giunti uniti, di aspetto molto simile a una quadrettatura: si tratta di una disposizione riservata unicamente ai bugnati a diamante;
- per fasce, in cui i giunti verticali vengono omessi e il bugnato si trasforma in una serie di fasce orizzontali sovrapposte.
Le bugne sono quasi sempre quadrate o rettangolari, sebbene in alcuni casi - ad esempio nella foto a sinistra, in cui compare il portone di ingresso di un edificio a Caporetto, in Slovenia decorato da un bugnato dipinto assai stilizzato - possono avere un lato di forma semicircolare, generando una sequenza di tipo concavo-convesso molto elegante e particolare.
É inoltre possibile riscontrare bugnati con bugne tutte della stessa forma e dimensione, e altri esemplari con bugne di forma e dimensioni diverse (ad esempio quadrate o rettangolari, o tutte rettangolari ma con varie lunghezze) alternate regolarmente.
Anche nei bugnati angolari i modelli attestati sono due: con le bugne di due lunghezze (lunghe e corte) alternate, più fedele alla vera pratica costruttiva, oppure con le bugne della stessa lunghezza, decisamente simile a una lesena.
La tipologia delle bugne dipende invece dal loro profilo, cioè da come la bugna si collega al filo della parete.
Possiamo così riconoscere:
- il bugnato scannellato, in cui il fianco della bugna è perpendicolare al filo della facciata;
- il bugnato smussato, che forma con la facciata un angolo obliquo (generalmente a 45°);
- il bugnato sbaulato, in cui profilo è sagomato a quarto di cerchio;
- il bugnato diamantato, con bugne piramidali o a forma di piramide tronca.
Anche la finitura superficiale può essere di vario tipo, e imitare fedelmente le lavorazioni della pietra o la texture del materiale lapideo.
Avremo perciò:
- la finta gradina, formata da sottili righe verticali parallele tra loro ottenute graffiando l'intonaco fresco con una spatola dentata;
- la finta bocciarda, caratterizzata da una serie di piccole cavità cilindriche o tronco-piramidali;
- la finitura a incisione, tipica dell'architettura manierista, in cui ogni bugna viene trattata con uno strumento appuntito (generalmente una subbia o uno scalpello) per realizzare segni di vario tipo, a suggerire generalmente un'erosione molto grossolana.
Un bugnato può infine essere realizzato in tre modi:
- con un rivestimento di lastre di pietra, come si nota ad esempio in molti palazzi gentilizi di grande pregio, come ad esempio il fiorentino Palazzo Pitti;
- con un modine, secondo una tecnica di lavorazione identica a quelle delle modanature di intonaco sagomato;
- dipingendolo ad affresco o fresco-secco in modo più o meno realistico (metodo attestato sopratutto in Liguria, in cui le facciate con membrature architettoniche dipinte a trompe l'oeil sono particolarmente diffuse).
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