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Oggigiorno l'espressione recupero del patrimonio edilizio è sulla bocca di tutti.
È stata fatta molta strada dalla sua introduzione nel 1998, quando si affacciava per la prima volta sul palcoscenico delle detrazioni fiscali attraverso l'articolo 1, commi 5 e 6, Legge 27 dicembre 1997, n. 449.
Da allora è diventato (quasi) una costante nell'ambito delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche ed è tuttora in evoluzione.
Sono stati deliberati alcuni aggiornamenti in merito con il decreto legge 11/2023 del 17 febbraio di quest'anno e altre novità entreranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2024.
Gli ultimi interventi effettuati dal Governo sono volti a preservare il più possibile il delicato equilibrio all'interno del comparto economico dell'edilizia poiché implica un enorme indotto di posti di lavoro.
Al tempo stesso, l'obiettivo è quello di non penalizzare i privati cittadini che hanno messo mano ai propri risparmi per realizzare la manutenzione ordinaria o straordinaria delle loro abitazioni.
In ultimo, si vuole contribuire a dare un impulso positivo agli investimenti che strizzano l'occhio al green e quindi anche a quelli destinati a migliorare il livello di efficientamento energetico degli edifici che riempiono le nostre città.
Infatti, operare questa scelta significa consumare meno e meglio.
Innanzitutto, ricordiamo di cosa si tratta: è un'agevolazione fiscale che consiste nell'accedere a una detrazione Irpef pari al 50% dell'importo complessivo della spesa sostenuta per la realizzazione di tali opere.
Il tetto massimo di spesa detraibile è stato fissato in 96.000 euro per ogni singola unità immobiliare.
La Legge di Bilancio 2023 ha esteso questo bonus anche al 2024 mantenendosi coerente con la precedente Legge di Bilancio 2022.
Ciò significa che il contribuente potrà usufruire del Bonus ristrutturazioni, come già avvenuto per gli esercizi 2022 e 2023, anche per i lavori di recupero del patrimonio edilizio eseguiti e pagati a partire dal 01/01/2024 e fino al 31/12/2024.
Dunque, possiamo confermare che per il triennio 2022-2024 le regole per il Bonus Ristrutturazioni rimangono le stesse.
I soggetti che possono beneficiare di questa agevolazione fiscale sono tutti i proprietari di unità immobiliari destinate ad uso abitativo (escluse le nuove costruzioni).
Tali immobili però devono essere oggetto di specifici interventi di ristrutturazione edilizia.
Per fare maggiore chiarezza su questo punto, elenchiamo di seguito quali spese possono beneficiare del bonus ristrutturazione.
Gli interventi di recupero edilizio che danno diritto alla detrazione Irpef nella misura del 50% sono i seguenti:
La manutenzione ordinaria è quella inerente prevalentemente le parti comuni condominiali.
Per fare degli esempi pratici, sono le spese sostenute per il rifacimento dell'intonaco di pareti e soffitti dell'androne, delle scale, il ripristino di elementi danneggiati o usurati dal tempo come la sostituzione del rivestimento della pavimentazione dell'androne.
Le spese effettuate dal condominio sono considerate pertinenti per usufruire della detrazione del 50% se rispettano questo concetto: devono essere interventi volti a beneficio degli impianti e della struttura dell'edificio condominiale, nonché le relative pertinenze (pensiamo, ad esempio, al cancello attraverso cui si accede allo stabile).
La normativa esclude dal Bonus le spese che riguardano l'impianto di irrigazione del giardino condominiale nonché la manutenzione e la potatura delle piante (laddove presenti).
Le opere realizzate per la manutenzione ordinaria consentono di usufruire della detrazione fiscale del 50% fino al 31 dicembre 2024 per un importo massimo fissato in 96.000 euro per ogni unità immobiliare.
Quanto sopra descritto riguarda i lavori realizzati su parti comuni condominiali residenziali e le opere eseguite presso una singola unità abitativa interessata da un intervento globale di ristrutturazione.
Si tratta della manutenzione straordinaria e del risanamento conservativo dell'edificio che vengono eseguiti su parti comuni condominiali oppure in singoli appartamenti all'interno di uno stabile o presso una abitazione indipendente.
Sono le opere da cui scaturisce un risparmio energetico, cioè tutti gli interventi in grado di aumentare l'efficienza energetica di un'abitazione.
Risparmio energetico con la sostituzione dei vecchi serramenti
In questo caso, una buona fetta delle spese sostenute dai cittadini riguardano la sostituzione dei serramenti, la coibentazione interna e, nei condomini, l'installazione delle valvole termostatiche ai caloriferi.
Danno diritto alla detrazione del 50% tutte le spese pertinenti all'adeguamento dei vari impianti alla vigente normativa in materia di sicurezza, sia per quanto concerne le parti comuni condominiali sia nelle singole unità abitative, come l'installazione di salvavita, l'allacciamento alla messa a terra elettrica.
Sono gli interventi aventi lo scopo di rendere maggiormente agevole l'accesso all'edificio (siamo nell'ambito di parti comuni condominiali).
Danno diritto alla detrazione Irpef 50% la realizzazione, oppure l'adeguamento ove già esistenti, di rampe per il passaggio di carrozzine per bambini e per sedie a rotelle.
Rimozione delle barriere architettoniche
Se pensiamo al singolo appartamento, sono incluse in questa voce di spesa detraibile le tapparelle elettriche, i sanitari per le persone con mobilità ridotta, gli impianti domotici che ci permettono di controllare il funzionamento della nostra casa attraverso semplici comandi vocali e anche da remoto.
Questo intervento consiste nell'installazione di antenne oppure di fibre ottiche che, nel caso di un condominio, vengono rese fruibili da parte di tutti gli appartamenti dello stabile, come indicato nella circolare Agenzia delle Entrate 57/1998.
Tali opere rientrano nella manutenzione ordinaria e vengono commissionate dai proprietari dei singoli appartamenti e di abitazioni indipendenti a salvaguardia della propria sicurezza e per evitare, o almeno ridurre, la probabilità di subire un furto.
Installazione dell'impianto di antifurto
Tra le spese detraibili abbiamo quelle per l'installazione di una cassaforte a muro, per la porta blindata all'ingresso o per la sostituzione di quella esistente con una più performante, per le tapparelle in acciaio, per la collocazione di grate, fisse o mobili, alle finestre, per l'impianto di allarme.
Rientrano sotto questa voce i lavori che consentono di raggiungere una riduzione della percezione di suoni e rumori esterni e sono considerati interventi di manutenzione ordinaria all'interno dei singoli appartamenti.
Pertanto, consentono di accedere al Bonus ristrutturazioni.
Per fare un esempio, oltre alla sostituzione dei vecchi infissi rimpiazzati con strutture a triplo vetro, rientrano in questa categoria anche l'applicazione di pannelli fonoassorbenti e l'installazione di nuovi cassoni delle tapparelle dotati di una specifica controparete che isola dal rumore.
Il Bonus Ristrutturazioni 2023 comprende anche le spese per la rimozione delle coperture dei tetti in eternit, in vinilamianto e delle vernici contenenti amianto.
Attenzione però: per usufruire della detrazione Irpef 50%, alla rimozione dell'amianto dovrà obbligatoriamente seguire l'installazione di pannelli fotovoltaici, pertanto, questi ultimi dovranno necessariamente costituire il nuovo elemento di rivestimento del tetto.
Queste spese rientrano tra le spese di manutenzione straordinaria e sono state confermate nel Bonus fino al 31/12/2024.
Si tratta di spese di manutenzione ordinaria sostenute, sia all'interno dei singoli appartamenti sia nelle parti comuni condominiali, per diminuire la possibilità che si verifichino incidenti con conseguenti infortuni.
Per fare un esempio, l'installazione o la sostituzione dei corrimani lungo le scale.
Ulteriori dettagli accedendo al seguente link: schede agevolazioni agenzia entrate
La novità principale che riguarda il Superbonus è la riduzione della sua percentuale di detrazione Irpef che passa dal 110% al 90%.
Tuttavia, sono state previste delle eccezioni per le spese sostenute nell'anno 2023.
La norma transitoria riguarda le spese di seguito elencate, sostenute durante il 2023 ed esonerate dall'intervento che ha ridotto l'aliquota da 110% a 90%.
Alcune spese avranno diritto al Superbonus fino al 31/12/2025.
Gli interventi di ristrutturazione edilizia che potranno beneficiare di questa finestra sono:
Dunque, in tutti i casi sopradescritti il Superbonus spetterà anche per le spese sostenute nel 2024 e fino al 31/12/2025 ma con una progressiva riduzione della percentuale di detrazione.
Vediamo come:
A tutt'oggi risulta confermato che la Legge di Bilancio 2024 prevederà lo stop definitivo a partire dal 1 gennaio 2024 della cessione del credito e dello sconto diretto in fattura.
Se non ci sarà un cambio di rotta, dal 01/01/2024 il Superbonus verrà spogliato di queste due opzioni e sarà costituito solo dalle detrazioni fiscali Irpef (per le tipologie di spese e nelle misure già descritte nei paragrafi precedenti).
Questo è il link per prendere visione del comunicato stampa del Consiglio dei Ministri tenutosi lo scorso 16 ottobre 2023: CDM 16/10/2023
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