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Negli ultimi anni, a causa della crisi economica e della presa di coscienza sulla progressiva riduzione dei combustibili fossili, si è diffusa una maggiore consapevolezza nei confronti del risparmio energetico, della riduzione dell'inquinamento e soprattutto della ricerca di forme energetiche alternative.
Questo ha ovviamente provocato conseguenze anche in campo edilizio, portando a un deciso aumento di attenzione nei confronti della bioedilizia e dell'architettura sostenibile.
Sono state dunque studiate e riscoperte alcune tecniche costruttive tradizionali, spesso di origine molto antica e ben collaudate da millenni, o sono stati messi a punto nuovi procedimenti che trovano i loro elementi base in materiali completamente naturali.
Anticamente tutta l'edilizia era biosostenibile, perché i costi di trasporto molto elevati e l'assenza di una civiltà industriale altamente tecnologica obbligavano a servirsi di materiali locali o facilmente trasportabili.
Nelle zone ricche di foreste uno dei materiali principalmente utilizzati era quindi il legno, adoperato anche per realizzare strutture portanti verticali costruendo case con una struttura a graticcio molto resistente e anche bella esteticamente.
Nelle zone montane o sul greto dei fiumi si ricorreva invece a muri di conci squadrati, scaglie di pietra o ciottoli, mentre nelle zone ricche di argilla si fabbricavano mattoni crudi o cotti. Le murature erano invece generalmente di malta di calce, ricavata dalla cottura ad alte temperature di rocce carbonatiche.
La fabbricazione dei mattoni era lunga e laboriosa, ma il materiale risultava eccellente e molto durevole: l'argilla veniva dapprima impastata con acqua e paglia tritata, fondamentale per evitare un ritiro eccessivo, e successivamente ben battuta e costipata in appositi stampi.
Una volta induriti i mattoni venivano estratti e cotti nei forni o seccati al sole per il successivo utilizzo.
A questo procedimento si ispira anche Biomattone® di Equilibrium, in cui l'argilla è sostituita dalla calce e la paglia proviene dalla canapa (cannabis sativa), una pianta un tempo molto diffusa in Europa e utilizzata per la fabbricazione di cesti, tessuti, carta e strumenti di lavoro o come additivo isolante di intonaci e malte. Si tratta infatti di blocchi prefabbricati con dimensione di 20x50 cm e spessore compreso tra 8 e 40 cm a base di Natural Beton®, un materiale composito formato da calce idrata dolomitica e trucioli di legno di canapa.
Per fabbricare i mattoni di canapa si parte dallo stelo legnoso della pianta, ben secco e stagionato, che viene sminuzzato in trucioli abbastanza grossolani con appositi macchinari. I trucioli sono quindi inseriti in appostiti stampi, miscelati con calce idraulica naturale e ben costipati fino a indurimento avvenuto. Biomattone®è quindi un materiale composito in cui la canapa sostituisce l'inerte del calcestruzzo, normalmente costituito da sabbia e ghiaia, e la calce funge da legante, mineralizzando la canapa e proteggendola da fuoco, gelo e roditori.
I biomattoni, anche se non adatti per la costruzione di vere e proprie murature portanti, trovano largo impiego nella realizzazione di pareti di tamponamento di edifici con struttura a telaio in legno massiccio.
La posa dei mattoni in canapa è simile a quella di qualsiasi altro blocco prefabbricato, ma occorre servirsi di una malta compatibile a base di calce e prestare attenzione nel tagliare correttamente i vari elementi.
Molto importante è inoltre l'impermeabilizzazione alla base della muratura, perché essendo la canapa un materiale igroscopico, risulta particolarmente sensibile all'umidità di risalita capillare, che se presente potrebbe diminuire notevolmente le sue prestazioni termiche.
Si consiglia perciò di isolare i corsi di bio mattoni ponendo tra il primo di essi e la fondazione una guaina bituminosa o di polietilene, da rigirare accuratamente per un'altezza di almeno 15 cm, e inoltre di realizzare uno zoccolino di pari altezza in materiale impermeabile: ad esempio pietra, ceramica, klinker o gres, per isolare completamente il muro dal piano di posa.
Biomattone® si lavora facilmente per questo motivo risulta molto semplice ricavare direttamente nel suo spessore le tagliole o canalette per la posa di impianti e tubazioni, utilizzando una motosega o una fresa a tazze si ottengono infatti tagli netti e precisi, mentre il bloccaggio di scatole e canaline avviene con una normale malta di calce.
Per la chiusura delle tracce è invece molto indicata una malta costituita da 5 o 6 parti di calce idraulica naturale e 1 di canapulo (parte legnosa dello stelo di canapa) finemente macinato.
Le prestazioni di Biomattone® sono quindi particolarmente soddisfacenti:
- è un materiale perfettamente naturale, non inquinante, ecosostenibile e biodegradabile;
- in caso d'incendio non produce esalazioni pericolose;
- ha un potere di isolamento termico e acustico molto elevato;
- è permeabile al vapore acqueo ed evita la formazione di umidità di condensa;
- resiste al fuoco, al gelo, agli insetti e ai roditori.
Oltre che per tramezzi e tamponamenti questa tipologia di biomattone è impiegata anche per l'esecuzione di isolamenti a cappotto esterno o interno, contropareti e vespai areati.
Un prodotto molto simile è Calcecanapa®Blik de La Banca della Calce: pur con dimensioni leggermente diverse si basa infatti sugli stessi principi ed ha prestazioni paragonabili.
Una simile muratura va tuttavia protetta con un rivestimento adeguato, preferibilmente costituito da uno strato di intonaco in materiali compatibili come Calcecanapa® Intonaco de La Banca della Calce.
Si tratta di un prodotto completamente naturale, traspirante, dalla bellissima texture di colore nocciola con superficie grossolana, adatto per la finitura superficiale degli edifici storici.
Il composto viene preparato secondo una ricetta antichissima: calce idraulica naturale, sabbia di fiume e canapulo finemente macinato. Essendo un prodotto premiscelato si applica assai facilmente su qualsiasi superficie.
Per la finitura di intonaci già esistenti si può utilizzare il prodotto Calcecanapa® Finitura, un rasante traspirante a grana fine, sempre a base di calce e canapa finemente tritata, ideale come ultimo strato di finitura (intonachino o colletta) di un intonaco tradizionale a regola d'arte.
Di un gradevole colore nocciola, può essere lasciato grezzo o tinteggiato con latte di calce e pigmenti naturali.
Se infine si vogliono ottenere prestazioni termiche più elevate si può ricorrere a Calcecanapa® Termointonaco, un intonaco isolante formato da calce idraulica naturale e trucioli di canapa, ideato per la formazione di grossi spessori isolanti compresi tra 2 e 10 cm.
Un sistema di isolamento alternativo, di tradizione molto antica ma rivisitato con le conoscenze moderne si ottiene accoppiando due materiali diversi: canne palustri e malta di canapa.
La realizzazione è concettualmente simile a quella di un controsoffitto o una falsa volta in camera-canna: le canne palustri, resistenti all'umidità, sono legate fittamente con fili di nylon per ottenere stuoie spesse e compatte, che successivamente vengono fissate alla muratura e intonacate.
Il pacchetto completo è perciò similmente costituito:
- per prima cosa, dall'interno verso l'esterno, la muratura perimetrale dell'edificio in conci di pietra, ciottoli, mattoni o blocchi di laterizio o calcestruzzo;
- direttamente a contatto con essa, uno strato di stuoie di canne con spessore compreso tra i 2 e i 5 cm, saldamente fissate con tasselli a pressione;
- uno strato di Calcecanapa® Termointonaco con spessore di 3 cm;
- il rasante superficiale Calcecanapa® Finitura;- Un'eventuale tinteggiatura.
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