La corretta progettazione di una opera edile, deve tenere in conto anche delle condizioni ed esigenze inerenti la composizione di una area di cantiere.
L'Area di cantiere, ossia lo spazio che delimita tutta l'attività edilizia, è solitamente scambiata con l'estensione del lotto edificabile.
Nei fatti questa superficie, e per evidenti condizioni operative, può includere anche cortili di altra proprietà (salvo ovviamente l'autorizzazione del vicino) e soprattutto spazi pubblici come: marciapiedi, porzioni di strade, e piazze.
In quest'ultimo caso, il Committente o l'Impresa esecutrice (secondo gli accordi contrattuali), inoltrerà al Comune una domanda di occupazione di suolo pubblico, con allegata una planimetria della zona e con indicate le dimensioni e la delimitazione esterna dell'area.
A questa richiesta, cui è necessario allegare anche copia dell'Autorizzazione Edilizia (Permesso di Costruire, Dia, ecc.), seguirà un sopralluogo del funzionario dell'ufficio tecnico e della polizia municipale che, di concerto con il Direttore Tecnico di cantiere, evidenzieranno eventuali vincoli stradali e impiantistici (linee d'illuminazione pubblica, condotte, tombini, quadri elettrici generali, ecc.), posti all'interno dell'area demarcata.
Quest'aspetto è di fondamentale importanza in quanto, per palesi condizioni, occorre che si dia la possibilità di accesso al personale del comune (per eseguire eventuali opere di manutenzione ordinaria o straordinaria), e per il rispetto della sicurezza in aree soggette ad attività edilizia.
La delimitazione dello spazio pubblico è sottoposta anche al pagamento di una tassa (Tosap) che varia in funzione del regolamento comunale e della durata dell'occupazione.
Oltre agli oneri è prevista l'installazione di una corretta segnalazione (anche notturna), necessaria per prevenire eventuali incidenti e rendere edotti i mezzi e pedoni dal vincolo stradale.
In concomitanza con questo procedimento amministrativo, in genere si procede anche alla richiesta per l'allaccio alla rete fognaria (servizi di cantiere), elettrica (quadro di cantiere), oltre ovviamente all'approvvigionamento dell'acqua da utilizzare per usi sanitari.
Solitamente, e salvo casi specifici, l'acqua necessaria per i lavori (impasto malte e conglomerati), non proviene dall'acquedotto comunale, ma è fornita tramite autobotti in contenitori installati all'interno del cantiere.
Dopo aver eseguito queste formalità, si può delimitare il cantiere o con barriere di legno o utilizzando delle apposite recinzioni modulari, molto pratiche e di facile installazione.
Solo a questo punto si potrà dare seguito ai lavori e a predisporre i vari spazi interni, in funzione delle diverse destinazioni d'uso.
È una buona regola, infatti, delimitare le varie zone da destinare rispettivamente a: stoccaggio dei materiali, deposito, baraccature di cantiere, oltre ovviamente i percorsi di accesso, di transito dei mezzi e di manovra.
Ogni rispettiva area, adeguatamente segnata, dovrà essere evidenziata sul Layout di cantiere, allegato alla documentazione di sicurezza.
Un problema invece può sorgere se, per la realizzazione dell'opera, è necessaria l'installazione di una gru a torre.
Per quest'aspetto non può essere prevista solamente una delimitazione posta su Layout, bensì l'analisi di alcune condizioni del sito.
Innanzitutto c'è da considerare l'altezza degli edifici confinanti, in rapporto alla dimensione del dispositivo di sollevamento e dell'agevole rotazione del braccio meccanico di portata.
A questa estensione deve chiaramente corrispondere una zona di carico e scarico dei prodotti costruttivi, così come uno spazio (ricavato in ballatoi, terrazzini o su piani d'impalcati), essenziale per approvvigionare ogni livello dell'edificio del materiale necessario.
Queste considerazioni non sono assolutamente casuali ma dettate da una precisa esigenza tesa a rendere funzionale e operativa l'attività di cantiere.
Tale condizione, peraltro, si evidenzia quando l'impresa ha dedotto un onere tangibile per il tiro in alto dei materiali eseguito con gru piuttosto che con montacarichi o, nei casi estremi, con carrucole.
Non sono tuttavia rari i casi in cui, l'impreparazione e l'assoluta inefficienza dell'impresa appaltatrice, determini un'inadeguata programmazione della fase iniziale dei lavori, con logica conseguenza sui costi effettivi di realizzazione dell'opera, e perdita di una fetta dell'utile economico programmato in sede di offerta.
A fronte di queste necessità, vi deve essere, infatti, un'esatta definizione anche in sede di progetto di tutta una molteplicità di fattori.
Un professionista dovrebbe sapere, che, all'interno del costo dell'opera, vi sono degli oneri e condizioni ben definite, solitamente non evidenziate sulle tavole di progetto approvate dal Comune.
Non basta quindi, attenersi semplicemente alle normative (urbanistiche e sanitarie), alle esigenze estetiche o a principi architettonici, ma è necessario un ulteriore approfondimento rispetto ai temi e questioni ordinarie.
Di contro, l'impresa edile, non deve assolvere semplicemente la funzione di mera esecutrice, salvo evidenziare in seguito eventuali incongruenze con maggiori oneri contrattuali, ma verificare anzitempo la cantierabilità del lavoro.
Questa sinergia purtroppo non rientra a far parte della tradizione costruttiva, ma diviene invece terreno di scontro tra due realtà diametralmente opposte.