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L'architrave è un elemento architettonico strutturale posto orizzontalmente sopra due elementi verticali detti piedritti, sui quali si incastra o si appoggia, per chiudere superiormente un vano quadrangolare sostenendo la muratura sovrastante.
Ogni porta o finestra è quindi necessariamente dotata del proprio architrave, che può essere nascosto o rimanere a vista. Questo, nel tempo ha portato ad attribuire a tali componenti anche un ruolo estetico, stilistico e di definizione della composizione di una facciata.
Molti stili architettonici li hanno infatti abbelliti e caratterizzati in vari modi: ciascuno dei cinque ordini classici ha ad esempio codificato la propria trabeazione, mentre negli edifici gotici e romanici sono frequenti gli architravi in pietra finemente scolpiti con intrecci o decorazioni floreali.
L'architettura moderna e contemporanea tende invece a nasconderli con intonaci o rivestimenti, preferendo le ampie superfici piatte e lisce simili a tele bianche.
Attualmente la soluzione più semplice per un edificio di nuova costruzione consiste nell'installazione di un architrave prefabbricato. Ne esistono di vari materiali: i più diffusi sono in metallo, cemento armato normale o precompresso e cemento armato gettato in opera con apposite casseforme.
La soluzione più semplice ed economica prevede l'uso di uno o più profili di acciaio.
Gli elementi tipo Ipe o HE come quelli commercializzati da Commerciale Ferramenta, grazie alla forma a doppio T sono ad esempio particolarmente indicati per la creazione di un architrave porta interna in pareti non portanti di edifici già esistenti, soprattutto con struttura a telaio in cemento armato.
In tali casi si procede generalmente nel modo seguente:
Naturalmente queste operazioni vanno affidate a maestranze qualificate con l'assistenza di un tecnico abilitato, ingegnere o architetto.
Per la creazione di una nuova bucatura nella muratura portante di un edificio in zona sismica occorre invece il deposito di un progetto strutturale esecutivo presso il Genio Civile, che generalmente prevede la creazione di una cerchiatura completa formata da soglia, piedritti e architrave in profili di acciaio resi solidali mediante saldature.
I profili angolari si prestano invece molto bene alla costruzione di voltini o false piattabande di mattoni come quelle realizzate da S.Anselmo
Si tratta di soluzioni eminentemente decorative per murature esterne di tamponamento che sostengono quasi esclusivamente il proprio peso. Il vero e proprio architrave è infatti costituito dal profilo angolare in acciaio, di spessore molto sottile e perciò adatto solo a carichi modesti.
Per prima cosa si dispone il profilo angolare di acciaio disponendo uno dei lati alla quota dell'architrave finito.
A questo punto si dispongono i mattoni di coltello partendo dai lati e procedendo verso il centro: per nascondere il profilo in metallo è consigliabile smussare leggermente ogni mattone come mostrato nella sezione sovrastante.
Il profilo di acciaio funge anche da centina a perdere e perciò non sono necessarie opere provvisionali.
Un'altra soluzione pratica e veloce sono gli architravi prefabbricati di cemento armato: il catalogo dell'azienda ROSSETTI Prefabbricati ne offre una vasta scelta per tutte le esigenze.
Il loro impiego ottimale avviene sia negli edifici in muratura portante di nuova costruzione, sia come alternativa ai profilati di acciaio per la creazione di nuove porte e finestre in edifici non in zona sismica.
Vengono fabbricati semplicemente disponendo l'armatura, già dimensionata in base ai carichi di progetto, in una cassaforma riutilizzabile e gettando il calcestruzzo additivato con un agente disarmante. Si passa quindi al vibraggio per eliminare bolle e sacche d'aria.
A indurimento avvenuto si tolgono le casseforme e il pezzo è pronto per essere imballato, stoccato in magazzino e inviato nel cantiere.
Qui è sufficiente procedere al montaggio.
L'unico svantaggio di questi elementi costruttivi sono le basse prestazioni termiche, che comportano l'inevitabile formazione di ponti termici e conseguenti dispersioni di calore.
L'inconveniente è però risolvibile con opportuni accorgimenti progettuali.
Una valida alternativa sono gli architravi in laterizio tralicciato di LPM Prefabbricati
Si tratta in realtà di un architrave in laterocemento già fornito di un'armatura formata da un traliccio elettrosaldato di acciaio e getto in calcestruzzo.
Il guscio di rivestimento in laterizio con profilo a U e doppia parete offre numerosi vantaggi, tra cui minimizzare la formazione di ponti termici, favorire la continuità tra architrave e muratura ed evitare la creazione di lesioni nell'intonaco.
Per pareti molto spesse o con rientranze e/o profili complessi si possono affiancare più travetti.
In questo modo si possono superare luci nette fino a 250 cm.
L'architettura tradizionale nel corso dei secoli ha generato infinite soluzioni strutturali, formali e compositive, utilizzando quasi sempre materiali poco costosi, reperibili in loco e facilmente lavorabili: anche gli architravi rispecchiano ovviamente questa tendenza.
A seconda dei luoghi, delle epoche e della tipologia di edifici possiamo infatti trovare:
Uno dei materiali più diffusi per la costruzione di un architrave è il legno, particolarmente adatto per vari motivi. Innanzitutto si tratta di un materiale leggero, molto abbondante in natura, economico, facilmente trasportabile e lavorabile con pochi strumenti di base.
Possiede anche ottime caratteristiche meccaniche, tra cui una grande resistenza a trazione e compressione che lo rendono particolarmente idoneo per la creazione di strutture inflesse come travi, puntoni di capriate e ovviamente architravi. Inoltre, anche se risulta abbastanza vulnerabile all'umidità, alle muffe, ai funghi e agli insetti xilofagi, con alcuni accorgimenti tecnici garantisce una durata di molti secoli.
Gli architravi in legno sono generalmente costituiti da grossi rami per piccole aperture o da veri e propri tronchi d'albero per grandi luci. Dopo l'abbattimento il legno veniva scortecciato, grossolanamente sbozzato ad ascia e tagliato nella lunghezza necessaria; se l'edificio era di pregio l'architrave era anche squadrato con una sega ed eventualmente completato con una decorazione dipinta o scolpita.
Talvolta negli edifici rurali si usavano architravi molto più lunghi delle rispettive bucature, allo scopo di poterle modificare facilmente in base alle nuove necessità.
Per garantire una lunga durata all'elemento strutturale si sceglievano tronchi diritti e privi di difetti come nodi, fessurazioni o deviazioni delle fibre.
Quando un architrave era lesionato o ammalorato in seguito alla lunga esposizione agli agenti atmosferici o all'attacco di funghi o insetti xilofagi si procedeva alla sua sostituzione puntellando la muratura sovrastante.
Nelle zone povere di legname si usavano invece gli architravi monolitici in pietra.
Si tratta però di una soluzione di ripiego a causa della sua scarsissima resistenza a flessione: a parità di luce un architrave in pietra richiede infatti uno spessore molto più alto rispetto a uno di legno. Questo a sua volta si traduce in maggiori carichi gravanti sui piedritti e maggiori difficoltà di trasporto, lavorazione e posa in opera.
Un architrave in pietra tende inoltre a rompersi in mezzeria anche per sollecitazioni poco elevate.
Per ovviare a questo problema gli antichi costruttori hanno escogitato due rimedi piuttosto efficaci: sagomare l'architrave a forma di triangolo o trapezio, in modo da ottenere una sezione resistente più ampia proprio nelle zone più sollecitate, oppure costruire un sordino o archetto di scarico immediatamente sopra ad esso per ridurre i carichi.
La seconda soluzione risulta più efficace. Come si nota nell'immagine sovrastante, i sordini sono generalmente costitituiti da due tavelle in laterizio con disposizione alla cappuccina o da veri e propri archetti a sesto ribassato.
La piattabanda o architrave laterizio sfrutta invece il principio statico dell'arco per trasferire ai piedritti l'intero carico gravante su di essa senza bisogno del sordino.
Il segreto consiste nella diversa tecnica costruttiva: infatti, a differenza di un architrave monolitico, una piattabanda è formata da numerosi elementi discontinui inclinati verso l'esterno: l'inclinazione è massima in corrispondenza dei piedritti e minima o addirittura assente in mezzeria.
Per carichi molto elevati la piattabanda può anche assumere una forma triangolare per massimizzare la sua resistenza nelle zone più sollecitate.
Le piattabande in mattoni o scaglie di pietra, di costruzione semplice e veloce, vengono generalmente ricoperte dall'intonaco, mentre quelle in conci di pietra sagomati a cuneo sono lasciate a vista. La loro costruzione richiede una semplice centina costituita da tavoloni in legno.
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