La tecnologia wireless con appositi sensori permette di supportare interventi di ristrutturazione di edifici garantendo sicurezza in caso di fenomeni sismici.
L'evoluzione dei sistemi di telecomunicazione e delle tecnologie wireless ha un ruolo fondamentale nelle nostre vite, perché tali tecnologie sono in grado di farci gestire le informazioni in tempo reale rispetto agli eventi o fatti che le hanno generate. Anche in termini di sicurezza tali tecnologie oggi manifestano continuamente ed in maniera sempre più intensa il loro notevole valore.
Questo vale soprattutto in relazione ad uno degli eventi naturali che rappresenta una delle paure più antiche dell'uomo, il terremoto, e per salvaguardare gli edifici nei quali viviamo da tale accadimento catastrofico. Presso l'università di Trento, i ricercatori del laboratorio di prove materiali e strutture, uno dei migliori laboratori sismici europei, hanno elaborato un nuovo progetto che in un futuro prossimo influenzerà le tecnologie antisismiche applicate agli edifici in calcestruzzo.
Il progetto è finanziato dall'Unione Europea ed è coordinato anche dall'Institute of Communication and Computer System di Atene, che coinvolge undici partner tra università, centri di ricerca, industrie e studi di consulenza internazionale, di sette paesi diversi.
Sorveglianza Wireless degli edifici
Gli edifici del futuro saranno in grado di valutare in tempo reale lo stato di danno negli istanti successivi di un terremoto, grazie al sistema allo studio, il quale comunicherà immediatamente a tutti i residenti dell'abitazione lo stato di agibilità, ovvero di pericolo di crollo.
Il sistema attiva un avviso visivo di colore verde se l'edificio è agibile, giallo se l'edificio richiede una valutazione più approfondita e rosso nel caso in cui gli occupanti devono obbligatoriamente evacuarlo. Scopo finale, allora, è quello di minimizzare le perdite di vite umane dovute a crolli e cedimenti.
I sensori wireless sono stati elaborati con tecnologie innovative che hanno consentito di miniaturizzarli e di produrne con costi molto bassi in modo da garantire a tutti l'accessibilità. Questi sensori sfruttano tecnologie Rfid (Radio frequency identification) e Mems (Micro electro mechanical systems), del tipo usato per produrre i circuiti integrati dei microchips. Questi sensori di ultima generazione possono facilmente essere distribuiti o incorporati nelle strutture di un edificio e possono anche essere utilizzati per la gestione dei casi di ordinaria manutenzione, come ad esempio per valutare e programmare interventi di ristrutturazione, rendendo minimi i costi di gestione.
Il sensore è composto da una semplice barretta di silicone di due o tre centimetri che contiene in pochi millimetri veri e propri sistemi meccanici: un sensore di deformazione, un convertitore che legge e digitalizza i dati, un computer miniaturizzato e un sistema di trasmissione wireless. I sensori sono specifici per le costruzioni in cemento armato, vengono infatti iniettati nelle colonne di calcestruzzo durante la costruzione degli edifici.
Di solito, quando avviene un terremoto, in seguito alle evacuazioni, vengono effettuati sopralluoghi di verifica che però impegnano un alto numero di tecnici ed ingegneri ed hanno una lunga durata: queste verifiche necessarie costringono la popolazione di intere città ad una permanenza prolungata in alloggi temporanei e alternativi, causando così anche il blocco dell'economia. Questo sistema allora può garantire anche un'ottimale gestione delle emergenze dovute ai terremoti.
Gli ingegneri di Trento hanno già messo a punto il sistema testandolo in laboratorio su un edificio artificialmente sollecitato da una serie scosse di diversa intensità, in conseguenza delle quali la struttura ha subito danni ma non è crollata, e i sensori microscopici incorporati al suo interno hanno continuato a funzionare elaborando e trasmettendo i dati ad una centrale operativa.
Esempio lampante di come questa nuova tecnologia si stia già diffondendo, è la presenza ad Atene di edifici che la utilizzano, essendo la Grecia un territorio ad alto rischio sismico. Nella capitale è stato realizzato un edificio di tre piani, che impiega la tecnologia in questione, collocato in una zona residenziale che ha una superficie complessiva di cinquemila metri quadrati.