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Una delle norme minime e più conosciute relative all'agibilità delle costruzioni è strettamente correlata al contatto col terreno del primo solaio di una costruzione, perché, come l'esperienza ci insegna, in determinate condizioni e luoghi, dal basso possono esserci risalite di acque di falda, o problemi di umidità trasmessi dal contatto dello stesso primo solaio col terreno sottostante, o anche problemi di infiltrazioni in caso di ingenti piogge o alluvioni.
Nei locali che presentano pavimenti e pareti posti a diretto contatto con i terrapieni è buona norma pertanto realizzare una intercapedine aerata tra il terreno e la superficie che delimita il locale, al fine di evitare gli insalubri effetti dovuti alla formazione di muffe e condense, ma soprattutto il rischio di infiltrazione di gas radon dal terreno, estremamente pericoloso per la salute.
Diverse sono le tecniche adoperate in passato per la realizzazione di tali intercapedini, dette vespai, dal riempimento con ciottoli o pietrame calcareo con funzione drenante alla formazione di camere d'aria con solai in tavelloni poggianti su muretti in mattoni.
Oggi la tecnica usata prevede l'utilizzo di casseri a perdere in materiali plastici, detti comunemente iglooo granchi.
Il vespaio è quindi uno dei sistemi più semplici per proteggere gli edifici dall'umidità del suolo.
È una tecnica utilizzata sin dai tempi dell'antica Roma.
Qui venivano infatti costruiti i cosiddetti cunicoli aerati:
pavimenti elevati, con altezze di qualche decina di centimetri, riempite con muretti o anfore di varie dimensioni, che permettevano il collegamento con l'esterno, e quindi una naturale ventilazione.
Il sistema si è poi evoluto nel tempo per cui sono molteplici oggi le soluzioni innovative che permettono la realizzazione del famoso vuoto sanitario.
Il classico vespaio è un sistema di attacco a terra, che assicura che l'acqua contenuta nel terreno non si infiltri nella struttura e danneggi così i locali adiacenti, seminterrati o interrati.
Generalmente previsto con uno spessore medio che si aggira intorno ai 30 – 50 cm, per superfici orizzontali, e con una cunetta di raccolta da realizzarsi in c. a., per quelle verticali, deve avere un'adeguata pendenza, per permettere lo smaltimento delle acque infiltrate.
Ma le tipologie di vespaio ormai sono diverse.
Dal classico con riempimenti, con quello aerato o ventilato, si diluisce anche l'accumulo di radon, che spesso in determinate zone arriva direttamente dal terreno e si diffonde nella struttura attraverso i locali adiacenti.
Quelli a baggioli e a camere d'aria, però, proteggono solo dall'umidità di risalita e non dal problema della condensazione, tipico del periodo primavera-estate. Sono inoltre strutture fortemente dispersive, nei confronti del calore invernale.
Un errore molto diffuso nella formazione del vespaio, è la posa del manto di asfalto proprio sotto la camicia di calce del pavimento di copertura dei locali interrati.
Operazione corretta nei terrazzi, dove è necessaria la protezione dall'alto, nei confronti della pioggia che cade, in realtà, nei locali interrati è un errore grave, poiché in questo modo l'umidità e la condensa che risalgono dal terreno, vanno ad imbibire il vespaio stesso.
Grazie all'utilizzo però di nuovi materiali di origine sintetica e inattaccabili dall'umidità, la progettazione si è evoluta nel tempo, inglobando sistemi in plastica che hanno apportato cambiamenti profondi nel campo dell'edilizia.
Come per gli igloo e le cupole in plastica, spesso rigenerata, che a prima vista sembrano dei tavolini, classico esempio del sistema Iglù prodotto dalla Daliform srl.
Disponibili in varie altezze e dimensioni, sono facilmente collegabili, andando così a comporre delle strutture autoportanti, in grado di supportare il getto di calcestruzzo, con anche spessori variabili.
Negli ultimi anni, infatti, la tecnologia costruttiva del vespaio areato è andata sempre più in voga grazie all'ingresso sul mercato di una categoria di prodotti specifici di rapida posa in opera: delle casseforme a perdere composte da elementi modulari in materiale plastico, di facile installazione ed autobloccanti che permettono di realizzare in maniera semplice e rapida il vespaio con la sua camera d'aria, risparmiando parecchio tempo e mano d'opera rispetto ai vecchi metodi più macchinosi.Cupolex® di Pontarolo Engineering Spa è un vespaio aerato costituito da cupole in plastica rigenerata (Polipropilene) di dimensioni in pianta di cm 58x58 e di varie altezze, che collegate tra loro formano una struttura autoportante, in grado di ricevere il getto in calcestruzzo o in altro materiale per formare una soletta di spessore variabile in funzione dei sovraccarichi, poggiante sui pilastrini posti ad un interasse di cm 56 e con un intercapedine sottostante libera.
La forma a cupola degli elementi è stata appositamente studiata dal punto di vista statico per far sì che la struttura sia minimamente sollecitata a flessione e lavori quasi esclusivamente a compressione, in modo da poter sopportare anche elevati sovraccarichi.
Le particolari scanalature di Cupolex®, inoltre, permettono di posizionare i ferri di armatura più in basso, riducendo lo spessore della soletta, senza che ne risulti ridotta la portata, e diminuendo quindi il consumo di calcestruzzo.Guttadrytek, un cassero a perdere di forma quadrata da 58,4x58,4 cm, è realizzato da Gutta Italia Srl in HDPE, un polietilene ad alta densità, materiale che, grazie alla sua elasticità e al mantenimento delle caratteristiche fisiche nel tempo, garantisce l'impermeabilità della struttura.
Il calcestruzzo impiegato per il getto di completamento permette di ottenere una forma che prende spunto dalle antiche strutture a volta un tempo impiegate per la realizzazione di solai ad elevata portata, prima dell'avvento del cemento armato.
Si ottiene così una strutture costituita da tante piccole volte a crociera, che garantisce un'elevata resistenza in tutte le condizioni di carico.
La struttura è autoequlibrata negli elementi interni e richiede una limitata cerchiatura sul bordo per l'equilibro delle volte esterne che viene di fatto garantito da un cordolo perimetrale di completamento.
Nelle condizioni di carico più comuni tutto lo strato di calcestruzzo rimane compresso, evitando la formazione di fessurazioni e quindi rendendo superflua l'apposizione di una rete elettrosaldata.
Tale assenza di fessurazioni insieme alla ottima impermeabilità sono gli elementi che garantiscono il perfetto funzionamento del vespaio.
Nel caso di strutture sottoposte a flessione, viene disposta una armatura metallica idonea ad assorbire eventuali trazioni.
Tra i molti sistemi classici per la realizzazione di vespai aerati con elementi a perdere, una tecnologia sicura, e lievemente diversa, almeno nella forma degli elementi modulari utilizzati, è quella del sistema denominato Colosseo, prodotto dalla Plasticform.
Colosseo impiega elementi modulari in plastica riciclata composti da una struttura verticale, Arcoplast, con montanti collegati ad incastro tra loro ad interasse di 50 cm e disposti con interasse di 96 cm, sui quali vengono posizionati elementi orizzontali denominati Tegoplast, di dimensioni pari a cm. 82x42 collegati tra loro e poggiati sulla struttura verticale.
L'elasticità di questo sistema permette di realizzare un vespaio aerato di altezza pari a 45 cm, ma grazie all'uso di appositi elementi di prolunga verticale, in aggiunta a quelli già previsti per il sistema base, è possibile arrivare a realizzare camere d'aria fino a ben 200 cm, laddove particolari condizioni del sito di costruzione e del progetto lo rendessero necessario.
Per avere un'idea dei costi, basta pensare che gli igloo costano circa 10 euro al mq di solo materiale, aggiungendo calcestruzzo e rete elettrosaldata completo di manodopera può aggirarsi sui 40 euro al mq.
Un'occhiata a vespaio aerato prezzo.
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